Gli ultimi libri
Percorrere tanti anni di questo blog mi ha fatto ritrovare decine di piccoli post ispirati dal momento. Molti belli e preziosi. Cose che oggi posterei su Facebook e che quindi non avrei più ritrovato. Per questo ho deciso di ricominciare a postare prima di tutto qui quello che voglio conservare perché penso sarà importante anche tra qualche anno. Non necessariamente parole e riflessioni mie, ma anche quelle di altri che mi hanno colpita. Comincio con due piccoli post che riguardano […]
Sabato 30 gennaio si è svolta la terza edizione di C-Come, il bell’evento dedicato al copywriting, alla creatività e ai contenuti, ideato e organizzato da Pennamontata. Un evento ormai così noto e apprezzato da non aver bisogno di presentazioni. Io ho tenuto un intervento dedicato ai testi lunghi, il famoso longform. Mi fa piacere condividere le slide, accompagnate dal filo conduttore di quanto ho detto a voce. C’era una volta… il mito della brevità “Come leggono gli utenti sul web?” […]
Solo ora, dopo quasi un mese, trovo il tempo di condividere le slide e i contenuti della mia Ravenna Future Lesson. È stata una bellissima esperienza, soprattutto perché rivolta ai ragazzi, studenti degli ultimi anni delle scuole superiori. Man mano che vado avanti, infatti, sento sempre più come un gioioso dovere quello di passare ai più giovani ciò che ho imparato fin qui. Uno di loro, ispirandosi alla mia lezione, ha vinto persino il premio per il miglior elaborato: doppia […]
Potrai anche aver fatto mille scalette e mappe mentali, ma quando ti metti a scrivere è come avere davanti un campo sconfinato, in cui puoi prendere le direzioni più diverse, anzi disegnare tu stessa il paesaggio in cui il lettore si muoverà. Una volta pensavo che con la scaletta progetti la pianta della tua casa testuale e man mano che scrivi tinteggi le pareti con il tono di voce e l’arredi con le parole che scegli e l’ordine in cui […]
“L’attacco è come la luce di una torcia puntata sul fondo del pozzo della storia. Non è necessario vedere tutto fino al fondo, ma è necessario vedere attraverso l’oscurità.” Sì, l’attacco è talmente importante – per qualsiasi testo, su qualsiasi medium – che Roy Peter Clark lo paragona a una luce che fin dall’inizio deve almeno far intravedere cosa c’è oltre. Lo fa in un bellissimo pezzo su poynter.org, il sito di riferimento per la scrittura giornalistica a livello mondiale, […]
Questo è proprio un post di impulso, che è cresciuto da sé mentre leggevo l’ultimo di Giuseppe Granieri, dedicato a Quello che noi blogger sbagliamo (e anche i giornalisti). Granieri ha ragione in tutto e mi sono perfettamente riconosciuta nella blogger che predica bene (speriamo!), ma razzola male (di sicuro!). Link e dati alla mano, GG ci ricorda che se vogliamo farci leggere – almeno un po’ – non dobbiamo trascurare qualche regoletta che ormai dovremmo conoscere a memoria: 1. […]
Mi piace molto cimentarmi con i testi brevi, ma nella mia vita professionale quasi sempre sono chiamata a cimentarmi con testi lunghi e complicati. Da semplificare, da rendere più chiari e leggibili, da alleggerire anche nella quantità di parole, ma alla fine sempre di testi lunghetti si tratta. Se ne parla poco – presi come siamo da social e storytelling –, ma nella comunicazione interna delle organizzazioni i testi corposi su temi complessi sono tantissimi, e spesso un gran problema. […]
Mi piace il nuovo sito del Corriere della Sera. Le immagini la fanno da padrone, come è giusto che sia su un medium sempre più visivo, ma ho notato finalmente un cambiamento anche nei testi. Tutti gli articoli, praticamente senza eccezioni, sono strutturati per essere letti dalla finestra di uno schermo, un piccolo schermo. Quindi, fine degli articoli-lenzuolone, interrotti solo da uno spazio da un capoverso e l’altro. Gli articoli del nuovo Corriere seguono il modello “millefoglie” che Jakob Nielsen […]
Grazie a Barbara Sgarzi, che mi ha intervistata per il suo blog Social Me(dia) su Vanity Fair.
In questi giorni sto recuperando un po’ di letture e oggi sono immersa in Mobile Usability di Jakob Nielsen e Raluca Budiu, interessantissimo per chi scrive parole che saranno lette su schermi sempre più piccoli e in ambienti con un rumore di fondo sempre più alto. Se la concentrazione e la sintesi sono da sempre obiettivi del business writer, soprattutto per i primi livelli della piramide rovesciata – titolo, sottotitolo, strillo o abstract – ora sono un imperativo categorico. Dobbiamo allenarci a […]
Avoid Category Names That Suck: nel suo ultimo articolo Jakob Nielsen torna sulle parole, per invitarci a resistere alla tentazione di mettere nomi brillanti ma ambigui alle sezioni del nostro sito. Meglio nomi terra terra, francamente logori, ma chiarissimi su quanto viene dopo. Insomma, teniamoci il nostro “chi siamo” o “l’azienda”. L’invito si articola in cinque consigli, come sempre corredati da esempi: Scegliete nomi descrittivi, cui gli utenti sono abituati, anche se vi sembrano noiosi. Support and Solutions è ambiguo, […]
Oggi sto facendo uno di quei lavori che la mia anima di catalogatrice ama molto: una guida di stile su come scrivere delle circolari aziendali. Mi piace, perché una guida di stile deve essere prima di tutto consultabile, con tante voci chiare come le etichette dei cassetti di un classificatore. Devi trovarci dentro esattamente quello che è annunciato e che ti aspetti. Le voci della guida sono altrettanti sottotitoli, tra i microtesti più preziosi e più trascurati di tutta la […]
Candeline, buio, promemoria, dizionario, somigliare, acceso, dimenticanza, pericolo, servizio, battaglie, napoleone, business, frontiera, originale. In queste quindici parole c’è un po’ di tutto: sostantivi singolari e plurali, aggettivi, un verbo all’infinito e pure un nome proprio. Quello che hanno in comune è il fatto di essere i titoli, in ordine decrescente, degli editoriali del direttore Giovanni De Mauro negli ultimi quindici numeri di Internazionale, compreso quello che esce domani. Leggo Internazionale da molti anni ma non avevo mai fatto veramente […]
Il settimanale Internazionale da alcuni numeri ha una nuova rubrica: Le correzioni. La cura Giulia Zoli, che nella sua colonnina prende spunto da inesattezze ed errori segnalati dai lettori per interessanti osservazioni sul linguaggio e la comunicazione. Questa settimana si occupa della “disciplina della brevità”: “Non c’è bisogno che tutti gli articoli siano di 1.800 parole. Abbiamo già molti articoli lunghi. A volte quello che manca è un po’ di disciplina. Per esempio un concetto viene ripetuto troppe volte o […]
Questa settimana Internazionale traduce un articolo uscito qualche giorno fa su The Atlantic: Google Doesn’t Laugh: Saving Witty Headlines in the Age of SEO. Lo traduce con un titolo che più SEO-oriented non si può, Questo articolo spiega perché i titoli su internet sono noiosi. Esagerato, ma esemplifica bene il destino che molti paventano per i titoli, da sempre ingrediente essenziale del buon giornalismo. Titoli totalmente informativi ed espliciti, con parole chiave e nomi propri per incontrare il favore di […]
Di previsioni di inizio anno per giornalismo, scrittura e copywriting il mio aggregatore era pieno zeppo. A un certo punto ho preso tutti i post e li ho incollati in un file word uno dopo l’altro, fuori contesto, così come venivano. L’inno all’assoluta brevità dei testi, agli ebook di 20 pagine al massimo e al predominio di grafica e infografica mi hanno abbastanza sconcertata. Tutte cose vere, verissime, ma non assolute né esclusive. Anzi. Quelle del testo breve e dell’unione […]
Va bene che sono filoni, titoli e città che tirano, ma alla Piemme stanno proprio esagerando.
Non so quanto il bravo e furbissimo Mark Ragan riesca a mantenere di quello che promette nei suoi corsi di un solo giorno Advanced Writing & Editing. Se ci riesce, sacrosanto che sia ricco e famoso. Ma il sottotitolo del corso è geniale e rispecchia esattamente il mio stato d’animo del momento nei confronti del mio mestiere: Words matter. No matter the medium.
Sul web è meglio scrivere testi più brevi. Verissimo. Il problema è come. Per esempio così: Quattro righe perfette di titolazione e piccoli testi che pongono domande man mano che esplorate il dipinto. Prepariamoci: più il testo si frantuma, più dovremo scrivere non schegge, ma cristalli.
Nella scrittura professionale si consiglia sempre di utilizzare bene l’inizio del capoverso e di non “sprecare” le prime parole o la prima riga cui sia la nostra mente che i motori di ricerca sono attentissimi – con espressioni vuote o rituali, quali “in questo scenario di riferimento”, “in quest’ottica”, “in questo senso”, oppure con lunghe subordinate che potrebbero benissimo stare dopo. Non si tratta di spararsi sempre la cartuccia migliore o l’informazione più importante, secondo il modello della piramide rovesciata. […]