Non so quanto il bravo e furbissimo Mark Ragan riesca a mantenere di quello che promette nei suoi corsi di un solo giorno Advanced Writing & Editing. Se ci riesce, sacrosanto che sia ricco e famoso.
Ma il sottotitolo del corso è geniale e rispecchia esattamente il mio stato d’animo del momento nei confronti del mio mestiere: Words matter. No matter the medium.
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risali negli anni
20 Luglio 2010
Carissima Luisa,seguo il tuo blog da anni, trovando, SEMPRE, spunti utilissimi e interessanti. Ma, accetta una critica: usi TROOOPPOOO SPESSSSSO termini inglesi… perchéééé? (proprio tu che giri a tuttotondo intorno alla BELLISSIMA LINGUA ITALIANA…!).A me è rimasta solo qualche parola della lingua inglese nei cassettini della memoria dai tempi della scuola e sono quindi tagliata fuori da molte parti dei tuoi eccellenti post…. ti supplico… BASTA Inglese, usa il BELL'ITALIANO, o, almeno, concedi una traduzione a chi, come me, ignora l'inglese.Scusa, ma è da tempo che mi spazientisco dal tuo eccessivo uso dell'inglese e dopo la lettura di questo ultimo post (nel quale ANCORA UNA VOLTA… USI L'INGLESE…), t'invio la mia critica e richiesta.Spero tu non ne abbia amale.Grazie!Sara
What a determination!
Cara Sara,non me ne ho affatto a male, ci mancherebbe altro.Però ti spiego perché in questo blog ogni tanto uso l'inglese e soprattutto perché non ho alcuna intenzione di smettere ;-)Questo è un blog personale, non un libro e nemmeno un sito. Vi annoto quello che penso e che leggo mentre navigo, scrivo e lavoro.E oggi tutti noi su internet passiamo continuamente da una lingua all'altra. Chi si occupa di comunicazione legge ogni giorno più in inglese che in italiano. Per fortuna, perché così allarghiamo i nostri orizzonti e conosciamo molte più cose e persone.Se colgo qualcosa al volo e mi viene in inglese, la scrivo in inglese senza alcun problema.Naturalmente se scrivo un libro, un articolo o anche un pezzo per il sito è diverso.E non è affatto vero che non traduco. Lo faccio quasi sempre, ma nel caso di questo post tradurre non aveva alcun senso. Non penso di far fare un grande sforzo al lettore se cito cinque parole facili facili.Dammi retta, Sara. Spazientirsi non serve. Meglio imparare l'inglese. Non è mai stato facile come oggi.Luisa
Sono d'accordo con Luisa: certe parole è giusto che vengano assorbite nella lingua d'origine anche perchè molte volte è davvero difficile rendere lo stesso significato utilizzando una parola italiana.
Leggendo il sottotitolo di Mark Ragan mi è venuta in mente una slide di Garr Reynolds che è finita sul muro del mio ufficio: "Obsess about ideas, not tools". Molte volte finiamo più per perdere tempo con gli strumenti di lavoro piuttosto che concentrarsi sulle idee.
Io invece ti ringrazio. Piano pianino questa lingua la sto sciogliendo. E che non si dica più che l'inglese è incomprensibile.Ok, gli americani non li capisco, ma questa è un'altra storia.
Su questo blog un aiuto lo riceviamo anche da ZanTip elisabetta