Gli ultimi libri
Sarà perché sono laureata in storia dell’arte e l’interesse per le immagini è arrivato ben prima di quello per le parole o sarà perché oggi tutto è immagine (anche il testo!), ma do sempre una grandissima importanza all’aspetto visivo, anche di un avviso, anche di una paginetta semplice semplice. Non credo che un buon aspetto salvi un testo scadente, ma di sicuro esalta moltissimo un testo già buono. E non sto parlando di chissà quali soluzioni grafiche, che non sono […]
Ora che la municipalità di New York ha deciso di stanziare 27 milioni di dollari per cambiare 250.000 indicazioni stradali, spero non ci siano più dubbi: il TUTTO MAIUSCOLO si legge male. BROADWAY diventerà Broadway, scritto nel nuovo font Clearview, studiato per una lettura agevole anche mentre si è in auto o in sella a uno scooter. Le autorità sono convinte che questo investimento darà ottimi risultati: traffico più scorrevole, meno nervosismo, meno incidenti. Anche il lettore che si muove […]
Agli storici dell’arte il maiuscolo piace un sacco, soprattutto se ci possono riempire interi pannelli esplicativi nel buio di un museo, possibilmente in bianco su fondo bordeaux o nero. Ne ho viste a decine, ultimamente, di cose così e non può essere un caso. Ora ci fanno pure le riviste. Ho appena aperto il primo quaderno della collana Officine Internazionali, frutto della collaborazione tra i Ministeri degli Esteri e delle Attività Culturali, dedicato alla Galleria Sabauda di Torino. Mi è […]
Oggi l’inserto domenicale di Repubblica ha chiesto all’ottuagenario ma lucidissimo designer Bob Noorda (il papà del cane a sei zampe dell’Eni e della F di Feltrinelli) di analizzare giocosamente il guazzabuglio dei segnali stradali italiani (vedi le pgg. 8-9). Leggete l’intervista: è una gustosa ed efficacissima lezione sui font e sull’equilibrio tra testo e immagine per chiunque scrive. Tra l’altro, Noorda taglia definitivamente la testa al toro sulla questione dell’uso del TUTTO MAIUSCOLO, che renderebbe più difficile da leggere persino il […]
Mentre i siti e le brochure nostrane ancora pullulano di parole con l’iniziale maiuscola (Cliente, Prodotto, Servizio, Valori, Gennaio…) senza alcuna buona ragione per la loro “capitalizzazione”, il minuscolo viene sempre più visto come una delle chiavi per rendere testi e soprattutto marche più amichevoli e vicine. Esemplare è il caso di Xerox, la più famosa azienda di macchine fotocopiatrici al mondo. Talmente famosa che to xerox in inglese è ormai sinonimo di fotocopiare, come to google di fare ricerche […]
Ricevo un incredibile numero di email scritte tutte in minuscolo. E non da ragazzini, ma anche da manager e professori universitari. La cosa non mi scandalizza affatto, né mi dà fastidio, purché siano chiare. Noto solo che per quanto mi riguarda scrivere in minuscolo non mi fa essere più veloce, ma più lenta, perché le maiuscole sono un automatismo assoluto. Come mettere la freccia per svoltare. Già, ma io sono il tipo che mette la freccia pure per fare manovra […]
E’ ufficiale: il caporedattore di Wired News ha annunciato la scorsa settimana che d’ora in poi il celebre sito scriverà internet con l’iniziale minuscola, e così farà anche per web e net. Perché? Perché sono ormai mezzi di comunicazione come il giornale, la radio e la televisione, che nessuno di noi si sogna di “capitalizzare”.
Noto con piacere che il Sole 24 Ore di oggi scrive che Giuliano Andreani è l’ad di Mediaset. Il pomposo Amministratore Delegato ridotto a due piccole e semplici minuscole. Ho un argomento in più per “decapitalizzare” questa sigla. Oltre a quello, efficacissimo, che “se scriviamo amministratore delegato (o ad) minuscolo, il nome proprio che viene dopo assume molta più importanza agli occhi del lettore”.