Gli ultimi libri
Nei primi giorni del nuovo anno ho completato un profondo decluttering (repulisti per chi si urta facilmente se mi scappano troppe parole straniere) di tutta la casa, e soprattutto delle migliaia di libri che la affollano. Riprendere i libri in mano, uno per uno, e deciderne il destino è ripercorrere la propria vita, ma l’ho fatto alla ricerca di leggerezza e quindi senza malinconie. Ne sono partiti parecchi, anche verso il cassonetto della carta: ho infatti scoperto che moltissimi non […]
Bisogna pur dirlo una buona volta, e lo dico. La parola “ingaggio” e il verbo “ingaggiare”, che rappresentano uno degli obiettivi e quindi dei risultati più ambiti per tutte le Risorse Umane, anzi Human Resources, non è solo orribile. È fuorviante, perché significa altro. È provinciale, perché ricorre a un calco dall’inglese di cui non c’è alcun bisogno dato che le parole per dirlo, e dirlo meglio, in italiano le abbiamo eccome. Io sono tutt’altro che una purista. Non terrei […]
“Ognuno parla come vuole, ma per poter scegliere è necessario che le alternative vengano divulgate” è la frase più bella e condivisibile che ho letto sul Dizionario delle Alternative agli Anglicismi, un sito brand new (ooops… nuovo nuovo o nuovo di zecca) che Antonio Zoppetti dedica alle parole straniere di cui sembra che non possiamo più fare a meno. Anche se non ci siamo mai incontrati, seguo Antonio da molti anni, da quando sul web eravamo in quattro gatti e […]
“Nel pronunziare o nel sentir pronunziare una lingua straniera, ci piacciono più di tutti quei suoni che non sono propri della nostra.” Lo scriveva Giacomo Leopardi nello Zibaldone e io mi ci riconosco in pieno. A me le parole di altre lingue piacciono, anche quando sono invadenti o un po’ ridicole, qualche volta persino quando sono bruttine. Questo non vuol dire che io le usi con facilità, anzi scelgo quasi sempre di non usarle a favore di una parola italiana, […]
Ecco, ho firmato anch’io la petizione #dilloinitaliano promossa da Annamaria Testa. La mia motivazione è questa: perché non riesco a scrivere “weekend”. È vero: concludo le mie email, anche quelle informali, con “buon fine settimana”. Non uso mai parole come deadline, lunch, break, timeline, effort, location, appealing. Odio e censuro i calchi come ingaggio. Ma adoro una parola inglese come takeaway, nel senso di quello che ti porti a casa dopo aver letto o ascoltato qualcosa o qualcuno (ora comunque […]
Io non sono una maniaca purista e amo le altre lingue, inglese compreso. Anzi, quasi tutto quello che leggo per lavoro lo leggo in inglese e collaboro con aziende che di termini inglesi devono usarne tanti perché è di questi che il loro mercato è fatto. Quando servono servono, e faccio poche storie. Quello che mi deprime invece è la sciatteria con cui si usano ora certe parole che l’inglese lo scimmiottano, soprattutto se a farlo sono professionisti della parola […]
Domenica 7 aprile sulla Domenica del Sole 24 Ore è uscita una ella recensione di Lavoro, dunque scrivo! a firma di Diego Marani. Sono stata sorpresa e contenta che questa attenzione sia venuta da quello che da tanti anni è il mio inserto culturale preferito, ormai l’unico capace di portarmi in edicola. È vero che i tuoi libri non li conosci così bene come credi, anche se ci hai convissuto lunghissimi mesi, e che gli altri riescono sempre a vedere qualcosa […]
L’ultimo post di Johnson, il blog dell’Economist dedicato al linguaggio, presenta l’English Proficiency Index, che classifica la dimestichezza degli abitanti dei diversi paesi del mondo con la lingua inglese. L’Italia è al 24° posto con un livello “medio”. Il primo paese è la Svezia, seguita a ruota da Danimarca e Olanda, tutte con un livello “molto alto”. In Europa ci superano comunque Finlandia, Norvegia, Germania, Polonia, Francia e Spagna. In Italia l’unica regione con un livello di competenza “buono” è […]
Mi è piaciuto molto il post L’invasione degli anglicismi che Licia Corbolante ha pubblicato qualche giorno fa sul sul blog Terminologia. Argomentato e documentato, spiega bene che non si può fare di tutti gli anglicismi un fascio. I forestierismi possono essere di tipo molto diverso: alcuni preziosi, altri provinciali e ridicoli. Distinguere è quindi importante, ma come atteggiamento di fondo non mi scandalizzo né mi allarmo troppo di fronte alle grida per le invasioni dell’inglese nella nostra lingua, neanche quando […]
Sto traducendo dall’inglese una cosa sfiziosa che posterò tra oggi e domani. E lo faccio, come sempre, con una seconda finestra del browser aperta sul dizionario online Merriam Webster. Se per l’italiano ricorro ancora ai dizionari cartacei Zingarelli ed Etimologico, per l’inglese il Merriam è impagabile per ricchezza e chiarezza con la quale restituisce i risultati online. Una cosa che mi piace moltissimo, e che apprezzo soprattutto quando la traduzione non può essere letterale e bisogna girarci prima un po’ attorno, […]
Social media has many forms, many names, many options… too many! If you need a little help getting your social media plan in place and choosing the right options for your organization, this Ragan webinar can help. La varietà (nella semplicità) degli incipit con cui ragan.com riesce a far aprire e leggere le sue frequentissime email mi sorprende sempre, soprattutto se confrontata con quelli di tante agenzie di comunicazione italiane che approdano ugualmente nella mia casella di posta. L’ultima ripeteva […]
La società di traduzioni De Agostini e Associati pubblica la sua seconda indagine sulla diffusione dell’uso di termini inglesi nella lingua italiana scritta delle aziende. Termini che rispetto all’indagine dello scorso anno aumentano del 223%. Ecco i 10 termini più ricorrenti quest’anno: Sul sito dell’agenzia, approfondimenti, un sondaggio e il codice Itanglese, una breve guida per utilizzare gli anglicismi in modo equilibrato. Su quello di Repubblica (che come al solito si guarda bene dal linkare l’indagine), l’opinione di alcuni linguisti. […]
E io, dopo aver letto l’intervista a Enrico Letta sull’Espresso, sono andata a vedere. Fonte: Merriam Webster Dictionary online Main Entry: sexy Pronunciation: ˈsek-sē Function: adjectivesico, Inflected Form(s): sex·i·er; sex·i·est Date: 1925 1 : sexually suggestive or stimulating: erotic 2 : generally attractive or interesting: appealing <a sexy stock> Immagino che il vicepresidente del PD si riferisse al significato numero 2. O forse no, visto che ha premesso esitante (così lo immaginiamo noi) un pruriginoso “Posso dirlo?”. Seguito dal liberatorio […]
Giancarlo Livraghi ha pubblicato un consistente supplemento delle sue famose Ambiguità di alcune parole inglesi: centoventi altri esempi di errori di traduzione, difficoltà, incomprensioni, sciocchezze e bizzarrie. Le voci diventano così 500.
Ore 19.15: sono davanti al TG3. Nel giro di soli cinque minuti il direttore di Rebibbia, intervistato sul sovraffolamento delle carceri, parla della deadline entro la quale nuove iniziative alleggeriranno il problema, e il corrispondente da New York della ratio della exit strategy di Obama in Afghanistan. PS Invece un paio di settimane fa Internazionale, settimanale che può contare su lettori abbastanza acculturati, in un articolo sulla malnutrizione in India ha messo in corsivo la parola empowerment (di cui tutti […]
Negli ultimi otto anni la presenza di termini inglesi nelle pubblicazioni aziendali italiane è aumentato del 773%: è il risultato di una ricerca svolta dalla società di traduzioni Agostini e Associati (via rassegna stampa Treccani).
La qualità di un sito web la si costruisce soprattutto attraverso la cura di tanti piccoli dettagli, soprattutto per quel che riguarda la parola scritta. L’effetto di una grafica strepitosa può facilmente essere annientato da un paio di refusi: se non hai avuto attenzione per i particolari e se non hai avuto il tempo di rileggere il sito come si deve, mi posso davvero fidare dei tuoi servizi, dei tuoi prodotti? La domanda magari non è esplicita, ma comincia a […]
Mi sono veramente rotta la testa oggi di fronte a questo titolo del Corriere della Sera. Oddìo, cos’è un biopic? Una punturina che non fa male? Un flop? No, la spiegazione arriva dentro una parentesi dentro il secondo capoverso: significa biographic picture.
La timeline, la linea o l’asse del tempo che elenca anni o eventi interessanti per una persona o un’impresa, è tornata in auge con il web. Con l’ipertesto e i link diventa facile abbracciare e presentare anche una storia lunga migliaia di anni. D’altra parte, anche le famose ricerche di eye tracking del Poynter Institute indicano le linee del tempo tra le forme testuali alternative più gradite ai lettori online. Nel numero di Internazionale di un paio di settimane fa […]
Giancarlo Livraghi ha aggiornato e pubblicato in pdf il suo testo Ambiguità di alcune parole inglesi (sottotitolo: Trecentottanta esempi di errori di traduzione, difficoltà, incomprensioni, sciocchezze e bizzarrie). Un utilissimo ebbok di 120 pagine.