Gli ultimi libri
The Sense of Style di Steven Pinker sarà pure una mattonata, ma è stata la mia lettura decisiva del 2014 e ancora continuo a piluccare indicazioni utilissime, non tanto per il cosa scrivere o non scrivere, ma soprattutto per i suoi perché. Io istintivamente tendo a eliminare dai miei testi e da quelli che scrivo per i clienti gli avverbi che intensificano la quantità: molto, estremamente, altamente. Scrivendo testi promozionali è facilissimo lasciarseli scappare, ma rassicurano soprattutto chi scrive. Ben […]
“Frenate l’entusiasmo, gente!” titola l’ultimo post della rubrica del Guardian Mind the language. L’editor Gary Nunn coglie la tendenza sempre più diffusa a ricorrere a iperboli (“immensamente superiore a qualsiasi cosa abbia mai visto”). Nata sulla strada (“dove per strada intendo il colloquiale spirito del tempo: tweet, facebook update, hashtag, conversazioni tra gente più che adulta”), la tendenza dilaga negli ambienti di lavoro e nelle redazioni giornalistiche, anche quando ci si riferisce ad avvenimenti normalissimi. Deve essere vero, perché Massimo […]
Ieri Barbara Bagli della Scuola di Fund Raising di Roma mi ha segnalato un post sul loro blog che prendeva spunto da uno mio di poco tempo fa: Togliamo gas e bollicine inutili e controproducenti! È stato interessante leggere alcune riflessioni sugli effetti del linguaggio un po’ montato del marketing in un settore che frequento poco. Anche dove coinvolgimento ed emozione contano, conta sempre più la sostanza. Le bollicine mi sono rivenute in mente oggi, giornata passata interamente a fare […]
Domenica scorsa l’inserto di Repubblica dedicava un paginone al “metodo Simenon”: rituali, tic, fissazioni, ritmi e feticci di uno dei più prolifici, amati e venduti scrittori di tutti i tempi. La gabbia di cose, luoghi e tempi di cui il creatore del commissario Maigret aveva bisogno per riuscire a scrivere è impressionante nella sua rigidità e immutabilità, ma l’immagine che più mi ha colpito è quella dello scrittore che, una volta terminato un romanzo, prende il pacco di fogli, lo […]
L’uso degli avverbi andrebbe concesso solo a chi sa farne buon uso. Ci vorrebbe un esame apposito. Agli scrittori professionali, agli aspiranti tali, ai tecnici prestati al marketing, bisognerebbe invece proibirlo. Così non fanno danni. In tutte le discipline, si comincia dalle cose semplici, poi pian piano si passa a quelle più complesse. Gli avverbi sono tra queste. Per usarli bene, bisogna sapere che farsene. Lo so, la mia è una posizione estremista, ma provate a passare una giornata a […]
Tutti i manuali di scrittura professionale, e anche molti di scrittura creativa, mettono in guardia nei confronti degli avverbi. Lunghi, pesanti, inutili. Prendete le forbici, zac, nessun rimpianto. Persino Hollywood se l’è presa con gli avverbi. Nel film Virus letale, quando Dustin Hoffman chiede a Rene Russo di scrivere su una relazione alarmingly, lei gli risponde di no perché “è un avverbio, uno strumento pigro di una mente debole”. Ma nella lingua anche le parole più lunghe e apparentemente vuote […]
Roy Peter Clark ha tirato fuori il terzo attrezzo dalla sua cassetta: gli avverbi. Ma già dal titolo ci invita a fare attenzione. Lunghi, lunghissimi, da usare con parsimonia, soprattutto nella scrittura informativa e funzionale, dove raramente aggiungono qualcosa. Più spesso diluiscono la forza del verbo. Meglio, allora, lavorare meglio proprio con i verbi, scegliendoli e variandoli con cura. “L’avverbio non è vostro amico” mette in guardia Stephen King in On Writing. E prosegue: “Gli avverbi, come la forma passiva, […]