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Esistere in rete, oggi esistere tout court, dipende dal favore che Google è disposto ad accordarci, però le tecniche di seduzione dirette e aggressive non servono più. Se insistiamo, rischiamo anzi un clamoroso voltafaccia da parte del re dei motori. Il quale, se lo guardiamo dritto negli occhi, si offende. Conviene fare come se non ci fosse, guardarlo appena con la coda dell’occhio mentre corteggiamo in maniera esclusiva l’essere umano che ci auguriamo leggerà le nostre pagine. È quanto ha […]
Con le quattro ore d’aula di stamattina ho cominciato questa densa e corta settimana. Ho davvero poco tempo per scrivere, ma vorrei almeno segnalarvi qualcosa da leggere. Cose che ho appuntato anche per me. Sul Faberblog del Sole 24 Ore – “la cultura raccontata da chi la fa” – ha appena concluso la sua settimana il ghost writer Fabio Rizzoli, mentre ha iniziato a postare Giulia Ichino, editor della narrativa di Mondadori. Come tutti i guest blogger del Faber, raccontano […]
Tagliaerbe approfondisce oggi la risposta di Matt Cutts sul posizionamento dei siti ben scritti che ho segnalato un paio di post fa: Google ti premia se scrivi bene. Ma vale la pena di leggere anche il suo post precedente: L’evoluzione/involuzione dei contenuti online.
Scrivere bene, con accuratezza e senza refusi, non basta per scalare le pagine di Google, ma aiuta. Se ne è accorto anche Matt Cutts, che di Google è uno degli esperti più in vista: La relazione tra testi chiari e page rank non è diretta, ma documentata. Cutts la spiega così: le pagine ben scritte attirano più utenti che le apprezzano e sono portati a linkarle più di altre contribuendo così alla loro popolarità. Il ragazzo nel video del canale […]
Ora che Google Panda ci promette di premiare solo i siti di qualità, sono in molti a domandarsi in cosa consista la qualità dei contenuti di un sito. Ho letto lunghi articoli interessanti su questo tema, ma Jean-Marc Hardy ha ben sintetizzato in uno dei suoi ultimi post: Un paio di pantaloni è di qualità se non si restringe al lavaggio. È pertinente se è all’ultima moda. La qualità di una braciola di maiale sta nella sua freschezza. Ma sarà poco pertinente se […]
Questa settimana Internazionale traduce un articolo uscito qualche giorno fa su The Atlantic: Google Doesn’t Laugh: Saving Witty Headlines in the Age of SEO. Lo traduce con un titolo che più SEO-oriented non si può, Questo articolo spiega perché i titoli su internet sono noiosi. Esagerato, ma esemplifica bene il destino che molti paventano per i titoli, da sempre ingrediente essenziale del buon giornalismo. Titoli totalmente informativi ed espliciti, con parole chiave e nomi propri per incontrare il favore di […]
Ho da sempre un rapporto ambivalente nei confronti della SEO. Anzi, da sempre no perché alla fine del 1998 – quando ho scritto i primi testi per il Mestiere di scrivere – di SEO nemmeno si parlava. Pensavo solo a scrivere cose che interessassero qualcun altro e in una forma piacevole e leggibile. Sono convinta sia stata una fortuna, perché mentre scrivevo avevo in mente il lettore, non l’algoritmo, proprio quello che oggi ci raccomanda Google. L’abitudine a mettere originalità […]
“Quindi parliamo di riscaldamento globale” dice il cittadino all’esperto. “No, in realtà parliamo di cambiamento climatico” risponde l’esperto. “Scusa, ma il clima non sta diventando più caldo?” chiede ancora il cittadino. “Sì.” risponde l’esperto. “Allora è riscaldamento globale.” conclude il cittadino. Rovescio la “piramide” dell’ultima newsletter di Gerry McGovern, il quale come noi si domanda: “Sul web, dobbiamo usare le parole e le espressioni più corrette o quelle che le persone usano davvero nella loro quotidianità (che sono poi anche […]
Ultimamente l’avevo abbastanza snobbato e criticato, ma l’ultimo articolo di New Thinking, la newsletter settimanale di Gerry McGovern, pur nella consueta (spesso eccessiva) sintesi, pone una domanda molto interessante: le parole che usiamo per cercare qualcosa su Google rispecchiano davvero quello che vogliamo? No, però sono una finestra aperta sul nostro modo di pensare. E’ uno spunto importante per noi che scriviamo sul web e che ci poniamo sempre più il problema di compiacere insieme il lettore e il motore. Secondo […]
Prima i giornalisti scrivevano i titoli per i lettori e per i caporedattori, ora li scrivono anche per Google. Ma Google non ama i giochi di parole, il senso dell’umorismo, le metafore, le allusioni. Va piuttosto dritto al sodo. Tutto questo, secondo un articolo del New York Times di qualche giorno fa – The boring headline is written for Google – si starebbe ripercuotendo sullo stile dei titoli di giornali online, sempre più brevi (40 battute max), sempre più secchi e […]