Ho da sempre un rapporto ambivalente nei confronti della SEO. Anzi, da sempre no perché alla fine del 1998 – quando ho scritto i primi testi per il Mestiere di scrivere – di SEO nemmeno si parlava.
Pensavo solo a scrivere cose che interessassero qualcun altro e in una forma piacevole e leggibile.
Sono convinta sia stata una fortuna, perché mentre scrivevo avevo in mente il lettore, non l’algoritmo, proprio quello che oggi ci raccomanda Google. L’abitudine a mettere originalità e stile al primo posto mi è rimasta.
Naturalmente le questioni SEO le ho poi sempre seguite, anche se dal punto di vista di un’editor.
Con santa pazienza ho messo tag title, tag description e parole chiave a ogni pagina del sito, dopo averci riflettuto ben bene, e sono attentissima a mettere le parole chiave nell’anchor text, sia nel sito sia nel blog.
Però a titolare SEO-oriented proprio non ce la faccio. Adoro i titoli ambigui e misteriosi, soprattutto per i post e non ci rinuncio.
Le questioni lettore-motore, redattore-seo specialist mi appassionano parecchio, ma resto sempre focalizzata sui contenuti mentre cerco di non perdermi troppo in questioni tecniche e di tenere bene a mente quelle attenzioni di base che qualsiasi editor oggi deve avere.
Di elenchi SEO Rules ne ho una vagonata, ma su Six Revisions ho trovato poche pagine veramente chiare. Non per specialisti, ma per editor sì.
Ecco le sette regole user-friendly:
1. Inserire parole chiave all’inizio dei titoli
2. mettere in grassetto le parole chiave
3. usare liste puntate
4. usare parole chiave nei testi dei link
5. inserire parole chiave all’inizio del tag title
6. dotare il sito di una struttura di link interni coerente e logica
7. ottimizzare le immagini.
Sono cose che già sappiamo, certo, ma l’articolo mostra come in ognuna di queste indicazioni convergano e si integrino il punto di vista dell’editor, del seo specialist e del web designer. E lo fa prendendo spunto da un sito concreto.
Alla fine, l’articolo affronta la questione di “quanto” testo scrivere in una pagina. Il problema non è il quanto (motori e lettori amano i contenuti e il dettaglio), ma il come e il dove.
Come: linguaggio leggero, cioè sintassi piana, parole precise, microcontenuti chiari e informativi, soprattutto titoli e link.
Dove: meno testo sulla home page, tutto quello che serve sulle pagine interne, dove il lettore cerca informazioni ampie e dettagliate e dove è quasi sempre arrivato attraverso una ricerca mirata. Tanto o poco, l’importante è che il testo sia circondato da abbondante spazio bianco, sia ai lati che tra i capoversi. Così l’occhio riprende fiato.
buongiorno! per il punto “come scrivere il testo” in saperne invece che un testo troppo lineare risultava per google come già visto, senza contenuto nuovo. il risultato sarebbe quello di perdere posizionamenti..
mi viene da sorridere, leggo da te dopo aver impegato questo mezzo pomeriggio a scrivere il nuovo articolo, e devo dire che ci ho messo tutto 🙂
La questione dei titoli dei post è invece capitale, sono gli h1 delle pagine che Google indicizza insieme alle url: se le due non hanno coerenza almeno nelle parole chiave non va bene.
Ci tengo a sottolineare che se si scrive bene, chiaro, leggibile, si usano le parole chiave per focalizzare il tema di quello che si sta trattando, lo si fa per una maggiore comprensione del lettore, e di conseguenza di Google.
In fondo Google non è altro che un algoritmo fatto da uomini, che con quello che scriviamo ci vogliono guadagnare 😉
MOlto utile, molto semplice e molto interessante. Mi sto cimentando anche io con il SEO e sto cercando di capirci qualcosa!
Anche io ho pensato la stesa cosa quando ho iniziato a leggere consigli di Google Adsense e dei guru dei trucchi per arrivare a prime pagine dei motori di ricerca. Cerco collaboratori per un e-book su etica, pubblicità e marketing: http://neo-machiavelli.ilcannocchiale.it/?TAG=epm .