Oggi sto facendo uno di quei lavori che la mia anima di catalogatrice ama molto: una guida di stile su come scrivere delle circolari aziendali. Mi piace, perché una guida di stile deve essere prima di tutto consultabile, con tante voci chiare come le etichette dei cassetti di un classificatore. Devi trovarci dentro esattamente quello che è annunciato e che ti aspetti.
Le voci della guida sono altrettanti sottotitoli, tra i microtesti più preziosi e più trascurati di tutta la scrittura professionale. Lo ricorda Roy Peter Clark nella chat dedicata ai testi lunghi su poynter.com (la potete leggere in replay). Ne elenca i vantaggi, cui aggiungo anche i miei:
- costituiscono un primo livello di lettura, che annuncia a colpo d’occhio i contenuti della pagina web o del documento
- convincono e conducono alla lettura dei testi lunghi, come dimostrano le ricerche di Jakob Nielsen
- costituiscono altrettanti punti di ingresso al testo, una gran cosa ora che siamo diventati tutti lettori impazienti e veloci
- rendono facile non solo la lettura, ma anche la consultazione
- permettono di giocare con un registro stilistico diverso da quello dei titoli (informativo l’uno, scherzoso o criptico l’altro, o viceversa)
- permettono di vedere se il testo “tiene”, sia prima che dopo la stesura
- aiutano chi scrive ad abbordare con più facilità un testo lungo, perché con i sottotitoli davanti (anche se provvisori) si può cominciare da qualsiasi parte
- danno aria alla pagina, permettono di scrivere anche con lo spazio, illuminano e quindi danno più evidenza a un maggior numero di parole, senza dover infarcire il testo di grassetti
- mettono alla prova le nostre capacità editoriali più raffinate, perché i sottotitoli devono essere tutti diversi ma tutti più o meno simili nella struttura, nella lunghezza e nello stile.
Nei miei post li uso quasi sempre, tranne in rari casi. Per me sono utili proprio per i motivi che hai elencato. Vedendo l’anteprima del post mi rendo conto di come sia leggibile.
Ne ho scritto uno che superava le 5000 parole (lo so, adesso mi prenderai per pazzo, ma è l’unico e non potevo fare altrimenti), e grazie ai sottotitoli e alle liste (diciamo che è una specie di list post) si leggeva benissimo.
Aria, spazi, frammentazione del testo: tutto ciò non spaventa la lettura, a differenza dell’odiato testo monoblocco.
Grazie ai sottotitoli è come se dividessimo i post in piccoli capitoli.
Ciao Luisa,
sto tenendo un corso di scrittura per la Confindustria e durante una lezione ho mostrato il tuo intervento al Ravenna Future Lessons 2012. Risultato: li hai letteralmente conquistati!
Grazie mille per i preziosi contributi che quotidianamente ci offri nel blog!
Grazie a te, Leonardo.
Mi fa piacere. Ho uno splendido ricordo di quella mattina di un anno fa a Ravenna.
Luisa
[…] Alla scoperta dei sottotitoli […]
[…] Per approfondire: alla scoperta dei sottotitoli […]
[…] a capire l’argomento dei paragrafi? Luisa Carrada parla di sottotitoli come stringhe di testo che creano diversi punti d’ingresso. Il lettore […]
[…] I sottotitoli aiutano a orientare il lettore, ma devono essere immediati. Per approfondire il discorso ti consiglio di dare uno sguardo a questo ottimo (e sintetico) post di Luisa Carrada. […]
Salve, da poco ho aperto un blog e a volte mi compare un bollino rosso che mi avvisa che non sto usando i sottotitoli; c’è anche la spiegazione ma l’inglese informatico è straniero due volte. Con questo articolo ho capito a cosa servono ma non cosa sono. Potete aiutarmi?