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risali negli anni

14 Marzo 2010

Il grassetto che ti tira dentro

Nella scrittura professionale si consiglia sempre di utilizzare bene l’inizio del capoverso e di non “sprecare” le prime parole o la prima riga cui sia la nostra mente che i motori di ricerca sono attentissimi – con espressioni vuote o rituali, quali “in questo scenario di riferimento”, “in quest’ottica”, “in questo senso”, oppure con lunghe subordinate che potrebbero benissimo stare dopo.

Non si tratta di spararsi sempre la cartuccia migliore o l’informazione più importante, secondo il modello della piramide rovesciata. Può anche essere un’immagine, una metafora, un dettaglio, una curiosità, una domanda, che però hanno la forza di trascinarci dentro il testo.

Una soluzione testuale che può aiutarci è scrivere la prima frase o la prima riga un grassetto. Difficilmente ci scriveremo qualcosa di banale, di vuoto o di scialbo.

Un esempio dal sito di un quotidiano, quello del Foglio. L’articolo riguarda l’iPad ed è breve. Ma spesso il giornale diretto da Ferrara ha articoli densi e chilometrici e tutti gli incipit dei capoversi in grassetto sono un’ottima guida alla lettura e un forte elemento di varietà visiva.

Un altro esempio, dall’executive summary di un documento che riguarda l’internazionalizzazione delle imprese italiane. I titoletti in grassetto sono l’executive summary dell’executive summary: se leggete solo quelli , già vi fate un’idea del contenuto:

E infine un libro che sto leggendo, Comment regarder un tableau. Ecco la prima pagina del capitolo su Braque:


In grassetto leggete subito:

Un gioco di grigie trasparenze
Questo incastro di forme che galleggiano nel quadro
Eppure, il quadro pullula di indizi
In alto, una piccola bocca di labbra carnose

… e così per altre due pagine. Non è abbastanza per tirarvi dentro alla scoperta della natura morta del Braque più cubista?

Penso che d’ora in poi l’esercizio di immaginare il grassetto all’inizio di ogni capoverso entrerà a far parte della pratica della mia scrittura. Che poi lo metta o no, non ha importanza, ma sono sicura che ai testi farà un gran bene.

0 risposte a “Il grassetto che ti tira dentro”

  1. Grazie per queste riflessioni e per averle annunciate su Twitter 🙂
    Sono un'utile distrazione in un pomeriggio dedicato alla contabilità e alle fatture casalinghe.
    Buona pomeriggio e… buona settimana.

    Matteo

  2. Grazie per queste osservazioni e le tante altre da te fatte. Ho appena iniziato a pubblicare qualcosa sul mio blog e spero di far tesoro dei tuoi suggerimenti.
    Ciao
    Giacinta

  3. Buongiorno,    c'è un banale errore nel testo, ovvero "rifeirmento".Buona continuazione,Andrea Gelmini (andrea.gelmini@gmail.com) 

  4. Nella scrittura professionale si consiglia sempre di utilizzare bene l'inizio del capoverso e di non "sprecare" le prime parole o la prima riga… [..]Grazie del consiglio prezioso.:-)Francesco Cuccuini

  5. Mi piace molto l’uso del grassetto e mi fa piacere che sia consigliato nella scrittura sul web. Amo la sintesi, sempre ho studiato cercando concetti e parole chiave. Trovare ciò che attira l’occhio (e la mente) al posto giusto aiuta a cogliere la sostanza di quello che si legge: grassettare, dunque, è una pratica molto utile, che non ho mai utilizzato fino ad ora per evidenziare l’inizio del paragrafo. Devo ammettere che me lo brucio spesso questo inizio, con le solite frasi di introduzione. Grazie mille per il consiglio!

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