Candeline, buio, promemoria, dizionario, somigliare, acceso, dimenticanza, pericolo, servizio, battaglie, napoleone, business, frontiera, originale.
In queste quindici parole c’è un po’ di tutto: sostantivi singolari e plurali, aggettivi, un verbo all’infinito e pure un nome proprio. Quello che hanno in comune è il fatto di essere i titoli, in ordine decrescente, degli editoriali del direttore Giovanni De Mauro negli ultimi quindici numeri di Internazionale, compreso quello che esce domani.
Leggo Internazionale da molti anni ma non avevo mai fatto veramente caso al fatto che il titolo dell’editoriale è sempre di una sola parola. Non da sempre, ma ormai da tanto, come mi rivela una rapida ricerchina lungo le annate della rivista.
Ci ho pensato mentre leggevo How to write short, il bel libro di Roy Peter Clark dedicato alle scritture brevi di oggi e di ieri. Vi si parla moltissimo di titoli, perché in questi tempi frammentati e veloci sono i testi più importanti in assoluto, il primo contatto con i nostri lettori o clienti, ma mi sono piaciute tantissimo anche le pagine dedicate all’ordine delle parole all’interno dei testi brevi. Ne sposti una, anche in una frase brevissima, e cambia tutto l’effetto. Lo sapevamo, ma è stupefacente vedere – con l’aiuto di tanti esempi – quanto anche nelle scritture brevi valgano le stesse strategie retoriche che conosciamo da 2.500 anni e quindi quanto possiamo lavorarci per farle risplendere come miniature di smalto.
Il direttore di Internazionale va all’osso, ma i suoi titoli giocano proprio sul non detto e sulla suggestione o sul piccolo indizio contenuti nella parola-titolo. A volte nel testo la incontri subito, a volte la ripeschi in un inciso, altre non c’è proprio, ma alla fine della colonnina di testo torni su e la riconosci. Tranne quella, eloquentissima, dell’ultimo numero: Candeline. Internazionale compie vent’anni e tra poco li festeggia a Ferrara.
Una sola parola: auguri!
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Ecco un libro da acquistare. Intanto mi sono gustata il post. Grazie.