Oggi, 21 marzo, è la prima giornata di primavera ma è anche la Giornata Mondiale della Sindrome di Down.
La Stampa racconta di come l’agenzia di pubblicità Saatchi & Saatchi abbia realizzato una campagna che vede attori con un cromosoma in più sostituire gli originali in alcuni celebri spot. Le aziende coinvolte sono Averna, Carrefour, CartaSi, Enel, illycaffè, Pampers e Toyota.
Io vorrei invece segnalarvi un bellissimo romanzo uscito da poco, che ha tra i due protagonisti un ragazzino down. Faccio un’eccezione perché non segnalo mai narrativa, ma Il negativo dell’amore di Maria Paola Colombo mi ha appassionata e i suoi due personaggi – sognatori, delicati e diversi – mi sono rimasti dentro.
Il ragazzino è Walker: vive in un paesino del nostro sud in una famiglia in cui si mangia tanto, si parla ad alta voce e ci si vuole molto bene. Il suo idolo è Walker Texas Ranger, che vede e rivede in televisione insieme al nonno e di cui ama vestire i panni, con cappello texano e camicia di flanella. Così bardato, in sella al suo cavallo Fulmine, si sente felice e perennemente innamorato.
La ragazzina è Cica e arriva nel paesino del sud al seguito di un padre asociale e silenzioso. Lei è studiosa e brillante ma infelice, con un dramma dentro di cui porta i segni sulla schiena, come se le avessero strappato le ali. Ha paura dell’acqua, non si lava e si nasconde dentro vestiti troppo grandi e una casupola nascosta tra gli ulivi. Anche lei ha un compagno a quattro zampe, il cane Tomba. E l’amicizia di una persona anziana, che le fa scoprire e amare i libri.
Le esistenze di Cica e Walker si svolgono a poca distanza l’una dall’altra, talvolta si sfiorano nel paesino sul sul mare. Ognuno solo con le sue paure e i suoi sogni. Si incontreranno solo alla fine, in uno schianto sull’asfalto di una strada notturna. Si riconosceranno, scopriranno qualcosa di sé e di essere pronti per cominciare a vivere, mentre noi scopriamo i loro veri nomi.
Credo di essere un po’ troppo gretto, materialista e hollywood-dipendente per poter realmente riuscire ad apprezzare questo genere di narrativa.
Ma devo dire che una recensione come questa invoglia ed incuriosisce parecchio.
Mumble …
Sembra davvero un buon libro. La difficoltà, con questi temi, è quella di suonare un po’ ipocriti e paternalistici. Credo che questi ragazzi vogliano soprattutto essere trattati in modo normale. Questo mi ricorda un’esperienza vissuta in un grande centro commerciale negli States, dove, una volta seduti in uno di quei ristorantini come ce n’è tanti nei centri commerciali, ci siamo accorti che lo waiter era un ragazzo down. Poi, guardandoci attorno, ne abbiamo visti diversi altri che si muovevano tra i tavoli, sorridenti e veloci. Anche la cassiera era down… insomma tutto il personale lo era 🙂 E’ l’unica cosa piacevole che ricordo di quel grandissimo shopping centre.
Luisa, io invece ho ordinato il tuo, di libro. Il sito è pieno di cose interessanti, ma vuoi mettere un libro? Puoi portarlo in giardino e leggerlo comodamente su una sdraio. Poi ti dirò… Per ora sto portandone avanti quattro. Mi ci dedico a seconda dell’umore 😉
Scusami, Luisa. Il libro non è ancora arrivato e sto attraversando pure un periodo difficile. A presto, spero.
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