Sono convinta, e l’ho spesso scritto anche su questo blog, che quello che negli ultimi quindici anni abbiamo chiamato web writing abbia sempre meno senso se concepito come una specie di disciplina a sé.
Tutti i prodotti della scrittura professionale, oggi, transitano sul web e sono letti principalmente su uno schermo: presentazioni, brochure, bilanci, report, verbali, guide, manuali, newsletter… sia all’interno sia all’esterno di un’organizzazione.
Tutto deve essere progettato e scritto per un lettore assediato dai testi, con meno tempo a disposizione e con un livello di attenzione più basso. Questo non significa affatto attestarsi su testi brevi e sempliciotti, ma applicare anche ai testi lunghi e sequenziali – anzi soprattutto a questi – strategie di chiarezza, leggibilità, precisione, coerenza, navigabilità. Cose niente affatto semplici.
Per questo ho abbordato la lettura delle 500 pagine della Yahoo! Style Guide con una punta di diffidenza e pregiudizio. Caduti entrambi verso pagina 100, quando mi sono anche un po’ vergognata del mio snobismo.
Primo: ovvio che moltissime cose mi erano note, ma la guida è talmente bene organizzata, chiara e ricca di esempi che il ripasso mi ha fatto solo bene.
Secondo: mentre leggevo mi rendevo conto che quello che può sembrare scontato a me e a un altro ristretto gruppo di persone può costituire una vera scoperta per tantissime altre che si accingono ora a produrre contenuti sui media digitali e vogliono farlo bene, senza commettere gli errori più comuni.
Terzo: il respiro è ampio e molte indicazioni utili valgono per la scrittura professionale e funzionale tout court, anche fuori dal web. È il caso delle sezioni 4 e 5, una vera guida redazionale: anche se si riferisce alla lingua inglese, costituisce un buon riferimento per chi vuole elaborare la sua guida in italiano.
Quarto: la guida è molto meglio di tanti corsi e corsetti di web writing, e in più costa infinitamente meno. È un’ottima griglia per leggere in maniera più consapevole e analizzare, navigando, i testi che ci sembra funzionino bene e capire perché.
Non vedo l’ora di iniziarlo, anche se sto ancora in ferie 🙂
A me sta piacendo molto, condivido il giudizio. La trovo decisamente utile e pratica.alessia
La compro subito o la compro domani?Subito direi…
Io invece l'ho presa con le pinze perché (riflessioni semiserie):- ce ne vorrebbe una copia in ogni azienda e a me l'hanno solo prestata- Google, il re dei motori (di ricerca) è nominato una sola volta (cfr. pag. 399 "… keyword research tools, such as…Google Adwords"- volevo fare una mappa mentale del libro ( http://it.wikipedia.org/wiki/Mappa_mentale), ma per sana pigrizia e mancanza di tempo ho optato per segnare i numeri delle pagine più interessanti (da cui spero di ricavare haiku-riassunti)Più seriamente, condivido l'affermazione di Luisa sul fatto che la lettura della YSG vale più di tanti corsi di web writing, se non altro perché è un volume che rimane al fianco dell'editor per una veloce consultazione (la trovate anche online http://styleguide.yahoo.com con tanto di concorso a premi). Alcuni capitoli sono però decisamente anglo-orientati, cioè danno ottimi consigli per chi scrive in inglese e non in italiano. Inoltre, per la mia breve esperienza (di giornalista prestata al web writing), i clienti delle pmi italiane sono MOLTO diversi dal cliente medio estero. Sembra anche a voi? Buona lettura a tutti. ManuelaMattei