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risali negli anni

8 Febbraio 2008

Elogio della parolaccia

Sul numero in edicola di Internazionale c’è un lungo e dottissimo articolo sulle parolacce, Tutti dicono fuck you, scritto da Steven Pinker, professore di psicologia alla Harvard university, e pubblicato negli Stati Uniti da The New Republic.
Così conlude il professore:

… se l’abuso di parole tabù finirà per attenuarne la carica emotiva, resteremo privi di uno strumento linguistico che a volte può essere molto efficace.

Quando sono usate con acume, possono essere esilaranti, incisive e straordinariamente efficaci. Più di qualsiasi altra forma di linguaggio, sfruttano al massimo le nostre capacità espressive: il potere combinatorio della sintassi, il fascino evocativo della metafora, il piacere dell’allitterazione, della metrica e della rima, la carica emotiva della nostra aggressività.Coinvolgono tutto il cervello: destro e sinistro, alto e basso, antico e moderno.

Nella commedia “La tempesta”, Shakespeare, che non era certo estraneo al linguaggio scurrile, fa parlare Calibano per l’intera razza umana quando dice: “Mi hai insegnato a parlare, e ne ho tratto l’unico vantaggio di poter maledire”.

4 risposte a “Elogio della parolaccia”

  1. Interessante. Ho comprato, poscia, il numero in questione -era dai tempi dell’universita’ che non acquistavo “Internazionale”- e ti ringrazio per la segnalazione. Fa riflettere anche il tuo articolo “So what”: terribilmente realista. Ma non meno di tanti altri posts. Ultimamente sei prolifica e scatenata con articoli direi tutti imperdibili. Complimenti ancora e grazie. Fubar/080211

  2. Contrariamente a molti blogger io scrivo di più quando sono più occupata, sia perché ricevo più spunti e più idee, sia perché scrivere un post mi fa fare un piccolo intervallo e mi distrae.
    Torno al lavoro 😉

    Luisa

  3. Gentile Signora,
    trovo per caso il suo blog mentre navigo su internet e la ringrazio. Finalmente ho capito: sono anni che trovo refusi ed errori di ogni tipo su libri e giornali anche di una certa levatura (un fin’ora in prima pagina di un grande quotidiano non lo scorderò mai) e mi chiedevo se non fossi semplicemente pedica! No! Sono un copy writer mancato! 🙂
    Scherzi a parte, molte grazie per le preziose risorse e per gli spunti, e se me lo permette, ma forse arrivo tardi, segnalo un piccolo errore sul post del giorno 8/2: un conlude al posto di conclude che lo rende “so real”!
    Ho salvato nei bookmarks il suo sito e credo che d’ora in poi sarò una sua affezionata e pungente lettrice…
    Grazie mille ancora, e buon lavoro.
    Antonella

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