Vi ricordate l’intervista a Piera Giacconi sulle fiabe in azienda?
Piera prosegue le sue ricerche e un suo bellissimo articolo è appena uscito sul numero di febbraio della rivista dell’AIF, l’Associazione Italiana Formatori.
La nostra cantastorie questa volta punta in alto e sostiene che ad aver bisogno delle antiche fiabe sono soprattutto gli ospiti del settimo piano delle aziende, lì dove si progettano le strategie e si prendono le decisioni difficili. “Dopo la qualità totale e la qualità della vita, ora ci serve la qualità umana” e le arti sono tra le espressioni più alte della qualità umana, fatta sì di competenza, ma soprattutto di storie ed emozioni.
Ne sono convinti anche gli autori di Made to Stick, il libro di cui ho scritto nell’ultimo aggiornamento del sito. E ne parla oggi anche Paolo Valentino sul Corriere della Sera a proposito delle primarie americane.
Sulla competenza innegabile di Hillary vincono la storia e la capacità di far sognare e immaginare di Obama, oratore semplice e possente:
Quando parla, Barack tocca le corde profonde dell’emozione. C’è in lui la migliore lezione del public speech negli Stati Uniti, da Lincoln a Kennedy, da Martin Luther King a Ronald Reagan: « We are the change that we seek », siamo il cambiamento che cerchiamo, ha detto la notte del Supertuesday a Chicago, con perfetta scelta anche metrica. La sua retorica attinge all’eccezionalismo americano: la speranza contro la paura, il futuro contro il passato, l’unità contro la divisione. Il dramma di Hillary è in altre parole quello di trovarsi a combattere un sogno.
The change that we seek. Yes, we can.
Talismani di parole, apriti sesamo verso il cuore degli elettori.
Tanto che il nostro Walter lo ha fatto subito anche suo. Crozzianamente “anche”.
Solo che i talismani, per funzionare davvero, devono essere forgiati dall’eroe oppure da una fata, uno spirito protettore. Non possono essere riciclati o presi a prestito dal vincitore di turno.
Me lo ha insegnato proprio Piera in un seminario in cui ogni partecipante ha imparato a “far scaturire” dal cuore il suo e poi a dargli forma in parole.
Io rimasi piuttosto stupefatta dal mio, che attingeva a delle profondità cui il mio io razionale mai sarebbe arrivato.
Insomma, Walter, forgia il tuo, il nostro. Ma quello vero, in italiano (lo sai quanti tuoi connazionali sanno l’inglese?).
Proprio come nelle fiabe, hai davanti una sfida impossibile e pochissimo tempo.
Già… quanto sono freddini i talismani di Walter, ohinoi. Quanto diluiti i suoi sermoni. Ma ne riparliamo con più precisione. Pregi e difetti, naturalmente.
Pacatamente.
😉
It’s great to find sonoeme so on the ball
Visto il Buongiorno di oggi su La Stampa? http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41
Ardovig
Ciao Luisa!
Ma sai che io e te abbiamo lo stesso percorso in comune?
Anche mi sto laurando in storia dell’arte, ma le parole mi hanno letteralemente catturata 😉
Ti seguo da tempo ma non avevo mai letto la tua biografia e adesso che è uscito il tuo libro, mi sono accorta di questa cosina simpatica =)
A presto!
Camilla
Finalmente un blog diverso dai soliti sfoghi da ragazzini.. e ben fatto!
E’ vero, Obama rappresenta una via dì’uscita morale per gli USA. Ma alla fine, purtroppo, tutti coloro che rappresentano un sogno, pagano lo scotto.
Franz
Per le parole di Veltroni, o almeno per il loro aspetto quantitativo relativo alla frequenza, vedi questo post (http://www.sspina.it/?p=33), in attesa di “misurare” le parole degli altri candidati. Stefania
Mah…per me Obama non rappresenta proprio nulla di nuovo. Ovvero è il solito vecchio mascherato da nuovo…