Nelle tre settimane passate ho tenuto una serie di incontri sulla scrittura ai maturandi delle scuole milanesi, organizzati dal BocconiLab, il servizio di orientamento dell’università.
È una cosa che faccio ormai da due anni, con l’obiettivo di aiutarli ad affrontare da “professionisti della scrittura” la prova di italiano alla maturità e al tempo stesso di far capire o intravedere loro quanto sarà importante la scrittura nel loro futuro.
Quest’anno ho iniziato mostrando blog non di ragazzini, ma di stimati e arrivati professionisti. Non giornalisti o comunicatori, ma avvocati, dottori commercialisti, medici, architetti.
Tra questi, un blog che trovo magnifico e visito spesso: Architettura di pietra, di Alfonso Acocella, professore ordinario di Tecnologia dell’architettura all’Università di Ferrara, autore per il MdS dell’articolo L’officina della memoria.
Ai ragazzi ho solo mostrato la home page del blog, spiegando loro come anche a un architetto siano indispensabili buone e belle parole per far conoscere il suo lavoro, i suoi libri e i suoi pensieri. I lunghi testi del professor Acocella avrebbero probabilmente scoraggiato la mia platea di vivaci diciottenni.
Ai lettori di questo blog invece li raccomando davvero, in particolare i due ultimi post, dedicati l’uno alle mille seduzioni del libro, da quello di pergamena a quello di carta, fino a quello di bit, l’altro alla nuova vita online di un libro monumentale e costoso, che ora si può liberamente sfogliare sullo schermo del computer.
Sono due brevi e raffinati saggi in forma di post, che appassioneranno i più moderni bibliofili.
“I contenuti del libro sono riversati, sia pur lentamente, nel tempo in internet per essere raggiunti e condivisi da quanti non possiedono il libro. Testi ed immagini, nel loro rifluire in internet, si destrutturato e si disaggregano rispetto alla dispositio lineare, sequenziale, logica del libro e si ridistribuiscono (archiviandosi senza più limiti di capitalizzazione quantitativa) insieme a quelli del tutto nuovi prodotti dagli altri co-autori coinvolti progressivamente nel progetto di intelligenza collettiva promosso in rete.
Le idee si prendono così la loro rivincita rispetto alla “dolce tirannia” del dispositivo chiuso e concluso del libro, rinascono senza perdere le acquisizioni raggiunte, ricercandone altre attraverso forme aperte di produzione intellettuale di natura cooperativa.”