“Fortuna che sei qui, non riesco a combinare nulla se non ho una scadenza.”
Potrei davvero sottoscrivere questa vignetta del New Yorker: le cose migliori che ho scritto, le ho scritte tutte con il fiato di una scadenza sul collo.
Potrei anzi dire che uno dei fattori di maturazione del mio essere una scrittrice professionale è stato proprio imparare a prendere le misure dei tempi a disposizione.
Oggi ci riesco piuttosto bene, cosa che mi permette di incastrare molti impegni di scrittura l’uno dentro l’altro, a seconda del tipo di lavoro e soprattutto della fase che quel lavoro sta attraversando.
Posso lavorare un’ora a una scaletta, una mezz’ora alla navigazione per approfondire un tema che conosco meno, per tornare poi su una presentazione per una lezione, e scrivere infine migliaia di battute senza fermarmi un attimo.
Anche in questo, l’importante è alternare i ritmi e non logorarsi a lungo su uno stesso problema. Se si cincischia troppo con la penna e il pc, distrarsi passando ad altro. Possibilmente a una cosa del tutto diversa. Oppure fare pausa scrivendo un post, proprio come sto facendo in questo momento.
Siccome di natura sono fifona e precisa, a lungo ho cominciato i miei lavori di scrittura troppo presto. Avevo sempre l’ansia di anticiparmi molto, per avere un bel margine nel caso di ripensamenti, correzioni, imprevisti, mal di testa.
Qualche volta funzionava, ma più spesso tutto questo anticipo mi serviva per degli improbabili e inutili tempi di attesa, in cui mi limitavo a guardare lo schermo del pc o il muro di fronte. La molla scattava invariabilmente verso la fine, quando la famosa scadenza si avvicinava. Allora rimpiangevo di aver perso tanto tempo e, pian piano, ho imparato a cominciare a scrivere sempre più tardi, calcolando bene il tempo che effettivamente serve per la stesura.
Ho tratto molte lezioni da compiti improvvisi, che in azienda mi appioppavano dall’oggi al domani, discorsi per il management soprattutto. Ce la facevo, non potevo fare altrimenti: meno tempo avevo, più il risultato era brillante, più io ne uscivo stremata.
A un certo punto decisi di capire come conservare la brillantezza diminuendo la stanchezza.
Un buon equilibrio cui sono arrivata è quello di far partire tanti lavori presto, contemporaneamente e su binari diversi, ma di mettermi concretamente a scrivere abbastanza tardi.
Per ogni lavoro apro subito un file word e una pagina di del.icio.us: butto dentro idee, scalette, link, note, elenchi di parole chiave, immagini, indici, pezzi di testo da siti web. Per lavori più complessi, monto un raccoglitore di cartone di Ikea, ci metto una bellissima etichetta (sono una diversa dall’altra) e butto cose anche lì. Lo faccio anche per idee di articoli che magari vedranno la luce tra due anni, di Quaderni, persino di libri che vorrei scrivere e che forse mai scriverò.
“Il business writer non butta mai niente” è uno dei miei mantra.
Tutte queste cose cominciano a lavorare da sole, ad associarsi e assemblarsi nella mia testa. Un’idea nuova: riapro il file e aggiungo. Un passo avanti nel mio ragionamento: un punto in più alla scaletta. Una citazione bellissima, una metafora calzante che mi può servire: copio e incollo. Un sito che non conoscevo: post to delicious.
I vagoncini del mio treno si riempiono, e io mi libero dei sensi di colpa, sempre in agguato durante le navigazioni troppo lunghe e troppo allegre. In fondo, sto lavorando.
Solo quando i vagoncini sono abbastanza pieni e il momento della partenza si avvicina mi metto a scrivere: il foglio è bianco, ma la mia testa ha già lavorato e le parole, pronte per uscire, prendono finalmente velocità.
PS Le vignette e le copertine del New Yorker sono preziosissime per alleggerire e condire le presentazioni. Almeno quanto i biglietti da visita di Hugh.
“L’ispirazione? È la chiamata di un producer di Broadway” 😉
bella e utile descrizione del processo di lavoro.
grazie, anche per gli altri consigli sparsi nel blog.
E sacrosanto il promemoria sulle scadenze come fonte di produttività.
rexer
…è vero
In fondo è come per gli artisti la commissione del mecenate, guarda Michelangelo cos’è riuscito a combinare!
😉 Katia
Grazie di questo post! Mi sono molto identificata, soprattutto nella parte dei soliti errori. Io riesco ad essere efficiente e persino creativa solo… quando ho “la pistola alla tempia” della scadenza imminente 🙂 Esce anche qualcosa di buono, ma a danno della salute sferzata da smisurate botte d’ansia.
I tuoi consigli mi sembrano utilissimi (come sempre).
ChC
grazie luisa!
situazioni e metodi già sperimentati ma quando c’è il sigilllo di una professionista del tuo livello ci si sente meno cialtroni…..
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