Da quando c’è la posta elettronica, scrivo molte più lettere. Per “lettere” non intendo i messaggi di servizio, ma lettere vere, lunghe, che si incrociano e che nel tempo formano corrispondenze, epistolari. Se da adolescente mi ero fatta appositamente confezionare uno scatolone rosa in cui conservare le mie lettere, ora dormono nel mio computer e in un cd, organizzate in cartelle. E perderle è sempre uno dei miei incubi.
Sono lettere che mando a persone che conosco da tanto tempo e che non riesco a vedere spesso, oppure brevi lettere scambiate quasi quotidianamente per raccontare anche piccoli avvenimenti della giornata, così come hanno fatto tante donne nel passato. O ancora, lettere con persone che non ho mai visto in faccia e di cui non conosco la voce, ma che mi sembra di conoscere meglio di chi vedo tutti i giorni. E lettere che scambio con persone che ho visto magari una sola volta, ma che attraverso la parola scritta posso conoscere meglio.
Si parla tanto dell’invasività dell’email, ma a me piace pensare anche all’altra faccia di questo strumento di comunicazione che è con noi da così poco tempo e di cui non possiamo più fare a meno. La sua leggerezza, la sua discrezione.
Tu scrivi, e non interrompi come con una telefonata. Chi legge, legge quando vuole e può assaporare in silenzio le parole dell’altro. Questo succedeva anche con la corrispondenza tradizionale, ma “la lettera” aveva una sua solennità, prefigurava un impegno, poteva spaventare chi doveva scriverla e chi la riceveva.
L’email è una risorsa dei timidi, un canale di comunicazione dolce e meno impegnativo. Per email puoi dire cose che a voce non riusciresti mai a dire, puoi aprire una confidenza diversa, scardinare abitudini.
Solo una cosa mi dispiace: rinunciamo all’espressività della nostra calligrafia, a tutto il bagaglio emotivo portato dalla nostra mano, dal nostro corpo.
Ma io, purtroppo, quando scrivo a mano ormai scrivo solo in stampatello, altrimenti non mi farei più capire né da me né dagli altri. Sarà per questo che stamattina su una bancarella mi sono comprata L’ABC della grafologia, la scrittura come specchio della vita? Sfogliarlo mi ha incuriosita: la scrittura a mano ha ritmi buoni e cattivi, curve, angoli e ricci, inclinazioni, calibri, legamenti e profili, armonie interiori e tratti rivelatori.
Conosci questo sito?
http://www.imagination3.com/FrameSet
Non è come scrivere su carta, ma forse con un po’ di pratica…
Ciao,
ho trovato in rete il tuo sito mestierediscrivere.com e volevo complimentarmi con te.
Molto bello, snello, semplice da comprendere… mi è stato molto utile per ridefinire i font del mio lavoro, ed anche il modo in cui presentare ciò che propongo.
Forse manca (o non ho trovato) quali siano i font compatibili sia per Win che per Mac.
Ad ogni modo, complimenti.
Maurizio Caudana
cara Luisa ormai sei diventata il mio appuntamento quotidiano: se non sbircio il tuo blog ho sempre paura di aver perso qualcosa di importante; riflettevo proprio ieri sulla scrittura perchè mi sono ritrovata a prendere in mano la penna, dopo tanto tempo che non lo facevo, e mi sono sentita come “impedita” a tenerla stretta in mano e “intimidita” da questo strumento che avevo quasi del tutto dimenticato. E’ stata una piacevole riscoperta. un buon lavoro a tutti a presto giovanna
Ciao, credo che tu abbia proprio ragione: la posta elettronica aiuta a mantenere contatti con persone lontane e, a volte, si imparano più cose sul loro conto che sul collega della scrivania accanto.
Per quanto riguarda la penna: anche io mi sento impacciata a scrivere a mano… probabilmente è il male comune di tutti i computer-dipendenti 🙂
Elfuccia
Cara Luisa, ti conosco da tanto tempo che mi sembri veramente una di famiglia.
A proposito del post sulle lettere voglio segnalarti il “Circolo di scrittura autobiografica a distanza”, una emanazione della Libera università dell’autobiografia di Anghiari. Li si raccolgono solo ricordi scritti su lettere manoscritte.
L’indirizzo web è :http://www.lua.it/angh/circolo/circolo.html
Ciao, Ada
“L’email è una risorsa dei timidi…” – non potevi trovare definizione migliore.
E’ sempre un piacere leggerti,
Elena
Conosco uno che considera polemiche tutte le email di più di 6 righe, aggressive tutte quelle di più di 15 righe…
Conosco persone che non leggono ciò che è fuori dalla prima schermata; persone che trattano un’email esattamente come una lettera scritta su carta; e persone che la trattano esattamente come una telefonata.
Vorrei conoscere meno gente…