Non sono sempre una persona ordinata, piuttosto alla ricerca continua dell’ordine.
Nel lavoro di scrittura salvo e conservo tutto quello che penso nel tempo mi tornerà utile, lo ordino in cartelle tematiche, lo stampo, abbozzo scalette su temi che vedranno la luce in forma di testo magari anche anni più tardi, le aggiorno appena mi viene un’idea, le condivido se decido di scrivere a quattro mani invece che a due. Attualmente nella cartella “Idee & progetti” ci sono almeno tre abbozzi di quaderni e una decina di articoli per il MdS.
Sono una fanatica della precisione lessicale e anche della coerenza formale: numeri in cifre o in lettere, maiuscole e minuscole, parentesi, trattini lunghi e corti, punteggiatura devono tutti avere un senso. La revisione conta per me più di ogni altra fase della scrittura. Il refuso mi ossessiona.
Per questo adoro le guide di stile, le colleziono, mi divertono e prima o poi ne scriverò una anche io, la Guida di stile del MdS. La bozza già esiste.
Ma come per tutte le cose complicate, rimando sempre.
Anche perché in genere lavoro da sola e mi so dare le mie regole. Magari ogni tanto cambio, ma mai all’interno di uno stesso documento.
Ora però sto affogando sotto l’onda dell’urgenza, perché uno dei miei lavori attuali riguarda l’impostazione editoriale di un grande sito sul quale devono scrivere persone diverse. La guida di stile si impone e quindi la sto finalmente scrivendo man mano che lavoro. Alla prima incertezza prendo la mia decisione e butto giù la regola di scrittura che deve valere per tutti. Mille minuzie cui non avevo mai pensato si presentano ogni giorno:
- ‘700, Settecento, XVIII secolo?
- ore 7,30, 7.30 oppure 7:30?
- periodo storico 1780/1820 oppure 1780-1820?
- da lunedì a domenica, lunedì-domenica… col trattino, magari pure con gli spazi?
- una frasetta isolata si deve sempre e comunque chiudere con il punto?
- Museo, Rocca, Palazzo, Villa…. maiuscola o minuscola?
- Nomi di opere d’arte, titoli di libri… nomi di battesimo di artisti…
Sembrano sciocchezze, ma non lo sono. Ho sempre pensato che la pulizia e la coerenza formale sia sulla carta che sullo schermo siano un servizio sacrosanto da dare al lettore. Per questo in genere preferisco Settecento, odio le abbreviazioni, metto le maiuscole solo ai nomi propri e preferisco il semplice punto a segni di interpunzione che introducono confusione visiva.
La guida prende forma, tra la A di acronimo e la V di virgolette.
1700;
07.30 am/pm;
1780-1820;
da Lunedi a Domenica (maiuscolo!);
sempre il punto, o comunque un segno di punteggiatura;
Museo, Rocca, Palazzo, Villa;
…l’ultimo punto non l’ho capito scusa, ma cosa intendi?
perché mai domenica o lunedi si scrivono maiscolo? Mi sembra un po’ troppo un anglismo. 😀
Perchè no scusa, sono nomi propri.
Così come Gannaio, Febbraio, etc.
PS ho poi scritto Lunedì senza accento, errore mio, mi son accorto solo ora…
Condivido lo scrupolo per le minuzie, sono importantissime e vanno curate per rispetto di chi legge. Attendo con impazienza la Guida di stile del MdS!
Ritengo che, per alcuni dei casi citati, la questione non riguardi tanto lo ‘stile’, quanto piuttosto la grammatica e l’ortografia della lingua italiana. A questo proposito suggerisco la navigazione in due siti. Il primo è il forum ‘Scioglilingua’, ospitato sul sito del Corriere della Sera e curato dal linguista Giorgio De Rienzo (URL: http://www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua/): lo studioso risponde in modo semplice e sintetico alle domande e ai dubbi riguardanti la lingua italiana e poposti dai lettori. Il secondo è il sito dell’Accademia della Crusca (URL: http://www.accademiadellacrusca.it), ricco di informazioni e approfondimenti su tutte le questioni che riguardano la lingua italiana, scritta e parlata.
Non è una “malefica ossessione”! E’ la semplice e diretta conseguenza di un assioma che cerco sempre di far comprendere agli studenti: l’ordine di un testo è condizione necessaria (anche se non sufficiente) per trasmettere un ordine mentale. Altrimenti le idee non “passano” adeguatamente dalla testa di chi scrive a quella di chi legge.
Aspetto con fiducia la guida.
Ciao! Bello questo blog!
Concordo appieno ciò che dici e trovo questo post molto interessante. Anch’io ho di questi problemi delle volte. Tengo io pure a tutti quei punti che hai tenuto a sottolineare.
Mi piace molto qui.
Complimenti!
Ciao.
occhio che al sesto punto della lista hai usato quattro puntini di sospensione invece dei tre standard (sempre avuta anch’io una certa mania per queste cose). 🙂
Personalmente:
1) ‘700 (Settecento è pedante ed è una perdita di tempo anche per il lettore, XVIII secolo non tutti interpreterebbero per ‘700 e 1700 lo vedo piu’ come anno specifico che come periodo-secolo);
2) ore 7.30 (con il punto ma specificando ore per non confondere con euro)
3) da Lunedì a Domenica;
4) Un punto. In sua assenza, mi darebbe l’impressione di una frase abbandonata a se stessa, che libra nell’aria come una piuma….)
5) Tutto maiuscolo.
6) Ogni parola con l’iniziale maiuscola se si tratta di lingua non italiana – p.es. “The Suspended Step Of The Stork” – altrimenti “Il passo sospeso della cicogna” se trattasi di lingua italiana.
Questa è la risposta alle mie fobie.
Riprovo con il primo post…
Ciao, Michele
Un’altro dubbio amletico per me è sempre stato… Il punto a fine di una frase dentro le virgolette va messo dentro o fuori le virgolette?
Credo che sia una questione filosofica oltre che ortografica, ma mi piacerebbe discuterne, Ada
“Friuli Venezia Giulia” senza trattino (perché altrimenti i friulani leggerebbero volentieri “Friuli meno Venezia Giulia ^_^), stabilito da una legge dello Stato, anche se la prima a non osservarla è la regione nel suo sito istituzionale. Arnaldo
Rettifica: Rientrato dalle ferie ho visto, oibò, che è stato tolto! Arnaldo