Sarà che mi piace tanto camminare perché mi piace tanto scrivere? Ho pensato oggi mentre marciavo di buon passo in una campagna dorata di tramonto.
Questione di allenamento, e questione di ritmo.
All’inizio non ti va, trovi mille scuse per scansare la fatica.
Poi ci sono gli indispensabili riti, senza i quali non cominceresti mai: lo stretching all’aperto, il tavolo in ordine con un mug di caffè al lato del pc al’interno nel tuo studio.
Poi cominci a scaldarti, fai i primi passi, scrivi le prime parole, entrambi non molto soddisfacenti.
Poi prendi il ritmo, e finalmente ci provi gusto.
Ma solo dopo qualche chilometro/pagina le gambe volano e la mano non ce la fa più a stare appresso ai pensieri.
Quando scrivi e quando corri è questione di fiato, di ritmo, di quel magico allineamento tra il corpo e la mente che si prova solo in certi momenti e che ti fa sentire una persona intera.
Quando scrivi leggi le tue parole, quando cammini e corri leggi la natura che hai intorno.
In ogni caso, leggi delle cose vive.
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risali negli anni
17 Luglio 2005
Una sorta di peripatismo insomma…beh certo che l’abbinamento movimento fisico/creazione è affascinante…si porta dietro,però,come tu dicevi, alcuni “piccoli” inconvenienti 😉
non posso immaginare la mia vita se non in cammino; cammino da sempre, sui sentieri balconi sul mare della “mia” Liguria, e su quelli ripidi e sassosi delle Dolomiti… e da sempre scrivo, per passione e oggi per lavoro… mi piace pensare che sono due modi così affini di vivere e pensare. grazie Luisa per avermelo fatto scoprire 🙂
Tre anni fa ho avuto un intenso periodo di scrittura creativa che seguiva una camminata attorno al Reservoir di Central Park la mattina presto. E’ stato uno dei periodi piu’ intensi della mia vita nell’ambito della scrittura.
E’ stato bello ricordarlo. Grazie!
uh, un argomento a me molto caro. e poi sto scrivendo un saggetto che in parte tocca questo argomento. era da molto che non passavo da queste parti. a presto
melpunk
Definizione ad hoc! Si scansa così la fatica di trovare una definizione ad un’azione che si fa spesso. grazie. Agostellino
La ringrazio per questo bellissimo blog, da sempre ho avuto ammirazione per chi sa scrivere. L’altro giorno ho provato (io, che davanti ad un foglio bianco ho sempre esitato..) la sensazione di cui parla in questo post. Ogni parola ne portava un’altra e via mentre si facevano avanti nuove idee. Avrò scritto una pagina, non di più, ma è stata una sensazione unica quella di leggere poi quello che avevo fermato su un foglio… una sorta di foto tridimensionale di un paesaggio visto durante una passeggiata. Saluti. Adriana
il testo è davvero bello e interessante, chiederò per favore se possibile di togliere quel cavallo (?) dallo sfondo, vabbè la metafora ma … :-).
meditazione camminata….. dovrei provare, invece di percorrere alla massima velocità possibile il percorso dal punto A al punto B…
aggiungo: nelle diverse tecniche meditative del buddismo è presente anche quella legata al camminare. meditate, gente, meditate
saluti
sì, stupìrsi di dettagli che ti stanno intorno,
scoprirli quasi fosse la prima volta,
appropiartene
e provare l’intima gioia
di stupìre nuovamente il tuo corpo.
giusto perchè non amo l’anonimato:
al commento precedente non avevo messo il nome del mio blog!
Bello, ma il ‘mug di caffè’ lascia un po’ a desiderare…
Antonio
piccolo intervento fuori luogo per avvertire che deve esserci qualche difetto nel pdf su “Comunicare la scienza”, disponibile nel sito, perché non riesco ad aprirlo. O forse è il mio reader che deve essere aggiornato?
francesca