L’Economist di questa settimana lo ha detto chiaro e tondo. I libri sul tema business sono quasi tutti orrendi, noiosi, senza un’idea forte, praticamente inutili.
La formula è ormai standard: frasi brevi, liste puntate a più non posso, stili diversi che rispecchiano l’effetto collage dato dalla quantità di autori diversi, linguaggio tra il powerpoint e la relazione di un consulente, caratteri tipografici aggressivi, aneddoti e storielle di ogni tipo e nei titoli, possibilmente almeno un animale e un numero.
Gorilla, pesci, e mucche viola quest’anno andavano per la maggiore (La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone, di Seth Godin: la copertina è carina, ma tenetevi alla larga dall’acquisto). Negli USA per l’autunno si preparano Le 18 immutabili leggi della corporate reputation e Le 50 leggi basilari che faranno lavorare le persone per voi…
Comunque i lettori non sono idioti: negli Stati Uniti ogni anno si pubblicano solo 3.000 libri di business e management. I 50 più venduti vanno per le 4.000 copie, la maggioranza non arriva alle 1.000. Quello che forse dovremmo fare noi è smettere di tradurli e di quindi di venderli a prezzi esagerati.
Le maggiori opere sulla leadership, ricorda l’Economist, sono state scritte qualche secolo fa. L’autore di chiamava William Shakespeare.