Il nastro di asfalto si srotola chilometro dopo chilometro, aprendo memorie, suscitando pensieri, risvegliando immagini e voci. “Tre ore così non ce la faccio” penso.
E infilo il cd della poetessa con la voce roca ma i versi soavi.
Ascoltando la sua vita dimentico la mia.
“Le cose più vere e sorprendenti non vengono quasi mai dalle nostre scelte, ma da ciò che la vita ci impone” sta dicendo mentre mi accorgo di avere voltato dove forse non dovevo. Verso il paese del pittore che dipingeva corpi come colonne e volti candidi e perfetti come perle.
“Fa niente, cambierò strada” penso.
Così lascio la valle e mi inerpico pian piano verso l’alto.
Il sole del tramonto mi acceca tornante su tornante.
Percorro crinali sottili, affacciati su un mare bianco e morbido di nuvole.
Attraverso stagioni: c’è ancora la neve conservata dall’ombra, rimangono sugli alberi le foglie rossastre, appare ogni tanto il rosa e il bianco degli alberi in fiore.
Passo ponti e fiumi in secca, cave abbandonate, villaggi di pietra senza anima viva.
Faccio la gimkana tra tre regioni diverse, incastonate in pochi chilometri.
È buio alla fine della mia lunga digressione, ma arrivo puntualissima proprio lì dove devo.
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risali negli anni
21 Marzo 2004
Brava…mi sono soffermato a lungo nel tuo blog e devo dire che hai grandi qualità.
Perché dimenticare la propria vita? E’ fatta di tanti quadratini, alcuni dei quali siamo costretti ad annerire. Ma, se esageriamo, corriamo il rischio di chiudere le porte che danno accesso al nostro animo. Quanto alle scelte, quelle che ci impone la vita sono tutt’altro che irrilevanti ai fini della nostra libertà. Alcuni si rifiutano di andare dove porta la vita, camminano nel loro giardino, scelgono di raccogliere melanzane e si sentono libere. La libertà è oltre la staccionata, decidere di oltrepassarla è la vera scelta, ciò che succede dopo solo in parte dipende da noi. Tuttavia, restringere le alternative, rendere piccolo ciò che è grande, accettare le sconfitte, le dure leggi dell’ananche, queste sono scelte al cui confronto quelle che si riferiscono ad un tipo di ortaggio anziché ad un altro sono giochetti da bambini.
Hai viaggiato a lungo ma, alla fine, sei arrivata puntualissima lì dove dovevi. Peccato che fosse buio e non abbiamo potuto vedere bene il posto. Aspettiamo di sapere cosa hai visto quando è sorto il sole:)
Attenta a come guidi! 🙂 Ardovig
tra regioni e stagioni diverse, e infine fatalmente puntuali: hai proprio ragione. e il tuo blog mi piace, in questa vertigine di righe sostituibili.
chi era Luisa, la poetessa dalla voce Roca?
La poetessa era M. Luisa Spaziani, che raccontava la sua vita, mentre Piera Degli Esposti leggeva le poesie.
Luisa