La grammatica non è mai stata il mio forte. Ho sempre scritto decentemente perché ho sempre letto molto, ma fino a poco tempo fa se qualcuno – di punto in bianco – mi avesse chiesto una precisa regola di grammatica, non avrei saputo cosa rispondere.
Ho cominciato a starci attenta col Mestiere di Scrivere. La paura di essere presa in castagna (è successo più volte) mi ha fatto comprare parecchie grammatiche. Le preferite sono la Garzantina l’Italiano e La grammatica italiana, entrambe di Luca Serianni, accademico della Crusca.
Quando mi sono posta il problema del “se stesso” con o senza accento, è a Serianni che ho fatto ricorso. E lui mi ha dato una risposta inequivocabile:
“La norma ortografica per la quale il pronome sé dovrebbe perdere l’accento se seguito da stesso è un’inutile complicazione. La forma sé va accettata, come avviene per altri monosillabi, perché può confondersi in certi contesti con la congiunzione se. Non vale osservare che la presenza di stesso elimina quest’ambiguità: con la stessa logica dovremmo togliere l’accento a si quando costituisce un’unica frase, perché il contesto ci impedisce di pensare al pronome riflessivo si. L’uso degli accenti deve rispondere a criteri di massima funzionalità e può sempre essere perfezionato. Ora, se è vero che l’uso attuale è fortemente sbilanciato a favore di se stesso, d’altra parte, la forma con accento è contemplata, accanto all’altra, da tutti i grandi dizionari dell’italiano contemporaneo; e uno di essi, il prestigioso Vocabolario della lingua italiana Zingarelli, dall’ediz. 1996, registra molto opportunamente la forma sé stesso come “preferibile” rispetto all’altra (in una rubrica intitolata Errori comuni). C’è da sperare che una norma del genere sia accolta nelle redazioni delle case editrici e dei giornali.”
Spiegazione logica e convincente. Per questo, nel libro Scrivere per Internet, mi ci sono attenuta. Ho sempre scritto sé stesso con cognizione di causa.
Eppure in molti mi hanno scritto facendomi notare “l’errore”. Ogni volta ci sono rimasta male, ho risposto esponendo le mie ragioni e citando la Crusca.
Però credo di aver comunque sbagliato. Se l’uso più comune è senza accento, non ho sicuramente fatto un errore di grammatica, ma di comunicazione probabilmente sì.
io non mi occupo di scrittura, il problema me lo pongo poco, ma l’accento sul sì affermativo e sul sè pronome lo metto sempre.
Però volevo chiederti questo, se ritieni che l’uso comune sia preferibile alla regola grammaticale, allora perde di gravità l’errore della Boing, che quasi tutto scriverebbero allo stesso modo della multinazionale, sbaglio?
franco
Questi sono i giorni in cui mi sto interrogando proprio su questo: scrivere correttamente o comunicare correttamente? Se la mia purezza grammaticale deve venire fraintesa e considerata uno strafalcione dalla maggior parte delle persone che mi leggono, conviene giustificarsi sbandierando la propria familiarità con le regole e con la Crusca? Scrivo molto volentieri il sé accentato accanto a stesso e a medesimo, ma anche a me, troppo spesso, viene fatto notare come se fosse un errore….
Cinzia
Luisa, io sono uno di quelli che pensava che “sé stesso” dovesse essere scritto senza accento. Invece grazie a questo blog ho scoperto che non è così. Per cui hai ragione: sé stesso si scrive anche con accento (pur essendo consentita la forma senza accento). Piuttosto, rimarcherei che “un po’” si scrive apostrofato, e non con accento (pò) come a volte si trova (ma non vorrei aprire un’altra querelle).
lancelot
Io non credo che tu abbia sbagliato e non credo che tu abbia fatto un errore di comunicazione. Talvolta, quando scrivo o parlo in pubblico, mi rimprovero l’eccessiva rigidità nel seguire le regole, ma la grammatica esiste e ritengo che sia sbagliato farla sempre passare in secondo grado qualora l’uso comune introduca nuove regole in contrasto. La storia prova che la grammatica è in continua ma lenta evoluzione, perchè giustamente (secondo me) assorbe le regole dell’uso comune quando queste,a alla prova del tempo, sono veramente di uso comune. Piuttosto vorrei porre l’attenzione sull’ignoranza (nel senso letterale di ‘ignorare’) generalizzata delle regole della nostra grammatica. Non tendiamo forse ad essere troppo indulgenti verso la non osservanza delle più comuni e semplici regole che non fanno male a nessuno, ma che devono semplicemente essere conosciute ed applicate? si tratta di un piccolo sforzo, che forse oggi non abbiamo più voglia di fare.
ciao, Barbara
W la grammatica e abbasso la pratica? Oppure W la pratica e abbasso la grammatica? Io sono per il rispetto delle regole. Dopo tanti anni di studio, una piccola certezza lasciatemela!
Sabrina
J’adore sé stesso.. dove chiunque altro avrebbe scritto sè stesso.
Quasi chiunque altro.
Ho scritto sempre “se stesso” e credo che continuerò a farlo. Per la forma scritta sono (in genere) più esigente e faccio notare eventuali errori o cerco di non farli. Ma cosa ne dite degli errori orali? Secondo me sono ammessi. Se uno sbaglia un congiuntivo pazienza!!!
Ciao a tutti!
[…] quando seguito da “stesso” (così avevo imparato a scuola). Da quando ho capito come stanno realmente le cose, mi regolo a seconda dei contesti: pur sapendo che è corretto, anzi […]