Sabato prossimo ho la mia prima lezione nella seconda edizione del corso Nuovi Giornalismi organizzato da Internazionale e dalla Luiss.
Mi sto quindi facendo delle belle navigate per mostrare agli studenti tanti esempi di “nuove scritture” sui più diversi strumenti di comunicazione, possibilmente quelli in cui c’è molto da lavorare e che loro conoscono meno.
Tra questi, ci sono sicuramente gli annual report di aziende, amministrazioni, enti non profit. Sono testi importanti, che cambiano ogni anno e quindi interessantissime cartine al tornasole dell’evoluzione della scrittura istituzionale.
Sono andata dritta dritta sul sito di Addison, una società di comunicazione che progetta gli annual report più belli del mondo, da cui possiamo prendere anche noi tanti spunti e idee.
In questi anni abbiamo imparato quanto il testo sul web sia fatto a strati, come un millefoglie che ha come ciliegina il titolo e poi la sostanza man mano che si procede in profondità. In realtà questo modello funziona benissimo anche sulla carta, dove si naviga non meno che sul web. Anzi, gli strati si addicono proprio ai documenti lunghi e complessi quali gli annual report.
L’annual report 2009 di Neenah Paper, che produce prodotti di carta e cancelleria, ha mietuto un sacco di successi anche grazie allo strato scenografico che precede la parte più corposa e discorsiva: due pagine affiancate che presentano le parole chiave dell’anno, come un sipario che si apre dietro l’altro, completato da in triangolino-didascalia.
Chi l’ha detto che le keywords devono stare solo nei metadati o nelle tag cloud?
Blackstone, leader in campo finanziario, tiene fede al suo nome e per comunicare solidità opta per un sobrio bianco e nero, con una frase sospesa in copertina:
E nelle pagine interne, con i numeri, anche sulla carta vince il formato orizzontale, come sullo schermo:
Sfogliatevi gli altri sul sito di Addison.
Che meraviglia… grazie.