Mi ha sempre colpito il fatto che sull’email si sia sempre scritto molto poco di originale. Eppure è forse l’unica applicazione di internet che ci ha realmente cambiato la vita.
Dopo le prime e precocissime Netiquette, è stato tutto un copia e incolla. Quando con Giuseppe Militello decidemmo di scrivere il quaderno sull’email in azienda trovammo pochissima documentazione e ci rifacemmo quasi esclusivamente alla nostra personale esperienza.
Da pochi mesi è arrivata SEND, la guida scritta da due giornalisti del New York Times a smuovere un po’ le acque, se non altro perché dà lo spunto a un buon numero di interessanti recensioni.
L’ultima è Il click di Pandora di Janet Malcom sulla New York Review of Books.
Un manuale di istruzione che ci voleva proprio, secondo la giornalista, perché l’email è strumento potente e pericoloso:
I più esperti (e fortunati) di noi sono sfuggiti a incidenti gravi, ma quasi tutti abbiamo avuto bruciature, dita tagliate, ossa fratturate, scosse elettriche. L’uso incauto dell’email può costare il posto, rovinare amicizie, minacciare matrimoni, affossare progetti, e addirittura mandarti in galera.
La colpa sarebbe anche del nostro eccessivo entusiasmo da neofiti, che con l’email pretendono di fare e comunicare tutto. Mentre lo strumento più veloce e “senza toni di voce” non è per niente adatto – per esempio – alle sfumature, alle richieste di favori, alle scuse. A meno che anche nell’email non recuperiamo lunghezza, toni, attenzioni e pacatezza di una lettera “tradizionale”, cosa che probabilmente avverrà presto, quando – passata la sbornia della novità – l’email sarà uno strumento di comunicazione tra i tanti.
Sarà più facile per chi ha passato buona parte della sua vita solo con la corrispondenza cartacea e con il telefono. Ai più giovani invece, secondo la Malcom, non resta che studiarsi il manuale di istruzioni. Riga per riga.
Ciao Luisa,
da sempre mi batto per una scrittura delle mail più “umana”.
Una mail ben scritta è un atto d’amore verso il destinatario.
Disapprovo le mail senza punteggiatura o con errori grossolani di ortografia. Ho anche avviato una iniziativa di solidarietà al riguardo:
http://fpv.hacknight.org/
A causa del mio uso intensivo della posta elettronica e delle mailing list, mi sono trovato tante volte a raccomandare un uso più responsabile dell’italiano e della punteggiatura nelle mail. A volte la scusa addotta è del tipo: “ma io non sono esperto di computer”.
Come se si dovesse essere Bill Gates per sapere dove si trova il tasto della virgola o del ritorno a capo.
Prima di inviare le mie mail, prima di salvare i miei commenti, i miei post nel blog, li leggo e li rileggo. Evidenti limiti personali mi impediscono di produrre risultati eccelsi, ma leggo sempre la tua rubrica e cerco di migliorarmi.
io trovo l’email uno strumento essenziale oltre che piacevole (lo preferisco a messenger). Si dovrebbe distinguere lo stile in base all’uso che si sta facendo (lavoro, amici ecc.) non sempre è così, ma lo si può imparare. Ma è vero che rimane spesso “senza toni di voce” ed è difficile capirsi. Tante volte mi sfugge l’ironia che c’è dietro un messaggio. Questo però vale per tutti i contatti dove non c’è interazione umana diretta.
Concordo sul fatto che le mail risultano essere sempre più “standardizzate” e con un rispetto direi ….discutibile…della grammatica italiana. Ma credo anche che alcuni mezzi di comunicazione (se non tutti…) debbano essere tarati e calibrati sul reale utilizzo che se ne fa. Ovvio che scrivendo una media di 70 mail al giorno, sarà inevitabile un uso più libero delle regole e della forma. Consiglio comunque di rileggere sempre la mail prima di inviarla, spesso si scrivono strafalcioni orrendi….