Il titolo di questo post è il sottotitolo del libro Ci mettiamo la faccia tutti i giorni! (Apogeo, 10 euro), che racconta in parole e immagini la storia vera di un’azienda e delle persone che ci lavorano. E’ Tele Sistemi Ferroviari, un’azienda che conosco bene, fin dalle sue origini, più di dieci anni fa. E’ per questo che scrivo “vera”.
Non saprei definire questo libro, che si sfoglia come un libro, ma si legge e si guarda come un sito web. Che parla di tutto, tranne che di mercato dei trasporti e dei prodotti aziendali: ci sono il cinema, il teatro, la musica, i graffiti, la filosofia e la letteratura, la montagna e persino l’agricoltura.
Forse è una brochure, forse un album, di sicuro è un racconto di ciò che le persone hanno vissuto, fatto, scritto, pensato (cantato e danzato) negli ultimi anni.
La rivoluzione del linguaggio è immediata ed evidente, ma altrettanto evidente è il suo essere solo una conseguenza di una rivoluzione che ha coinvolto l’azienda in maniera profonda e a tutti i livelli. Rivoluzione che può avvenire davvero solo se si parte non dalle grandi strategie di comunicazione e di motivazione del personale, dalle mission e dalle vision, ma dal contributo di idee che ognuno può dare. Non dall’ordine dei piani, ma dalle crisi, dal caos e dal disordine, scomodi e difficili ma veri e vitali.
Solo allora, l’azienda parla “naturalmente” il linguaggio delle persone: dentro e fuori, dipendenti e clienti, non c’è più tutta questa differenza.
Guardo questo libro allegro e coloratissimo, con le sue ben 150 pagine, e mi rendo conto di quanto siano ormai anacronistiche e vuote tutte le elucubrazioni di noi comunicatori su brevità e lunghezze, stili di carta e stili di web.
Viviamo un bellissimo momento di contaminazioni: la parola scritta può diventare rarefatta sullo schermo, e poi espandersi, riprendere fiato e ricchezza sulle pagine di un libro.