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risali negli anni

13 Gennaio 2006

Le storte del business writer

Non so perché si stia tanto diffondendo la parola “dritta”, ma credo che il web c’entri qualcosa.
Forse per la falsa convinzione che la rete sia piena di consigli gratuiti, affidabili, da copiare, incollare e scaricare. O di persone che stanno lì, come a uno sportello, a darti dritte. Basta mandare una mail, una strizzatina d’occhio con un emoticon, e la richiesta di qualche dritta, appunto.

Il bello è che le dritte vengono richieste anche su cose complicatissime, che tu ci sei stata a sudare sopra per degli anni. Ma qualche dritta non si nega a nessuno, che ci vuole… solo qualche dritta. Magari con elenco puntato, così si fa prima.

Anche senza il dizionario etimologico, la dritta evoca la facilità, la strada spianata, la via più breve.
Ma io di dritte, su come si diventa copywriter o scrittori di successo, davvero non ne conosco. Altrimenti farei un altro mestiere, per esempio la scrittrice di successo.

Conosco invece – ora che ci penso bene – tantissime storte. Ne ho prese e ne prendo un’infinità.
Le storte sono i momenti in cui non riesci a scrivere nemmeno una frase decente, in cui non ti viene mezza idea, in cui fai qualcosa che non ti piace, che sei costretta a fare, ma che inspiegabilmente ti porta invece verso una piccola epifania, un’intuizione felice. Le storte possono essere testi orribili, che però ti fanno capire qual è la strada dritta, il modo di scriverli meglio, anzi benissimo. Solo che la dritta era un po’ nascosta, appena dietro l’angolo della storta.

La storta è quando vaghi sul web senza una direzione, con la sensazione di perdere un sacco di tempo prezioso invece di lavorare, e mentre stai per chiudere il browser, assalita dai sensi di colpa, trovi un sito bellissimo, che te ne fa conoscere altri, altrettanto belli e utili.

PS A cavallo del nuovo anno, si sono esercitati in molti sulle “parole da buttare”, da Beppe Servergnini a Gianluigi Beccaria. Per quanto riguarda la scrittura, propongo, insieme a “dritte”, l’antipaticissimo “trucchi”.

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6 risposte a “Le storte del business writer”

  1. Come ti capisco. Non parliamo poi delle storte nelle giornate storte alle prese con idee storte da mettere in parola o di testi storti da raddrizzare. Ciao buon lavoro
    Gabri

  2. Brava! Io che per anni ho tenuto un diario e che ogni tanto scrivo narrativa (a proposito è dal 1999 che non scrivo più narrativa, devo aver preso una “storta”…) capisco molto bene cosa intendi dire. Una sola cosa, non sarei così severo con la parola “dritta”, in fondo i “dritti” a volte sono simpatici, pensi a Fred Buscaglione…
    Ciao, Gaetano

  3. sei proprio brava…non entro nel merito di dritte o storte, certo è che scrivi veramente di lusso. Per questo ti ho linkata nel mio modestissimo blog, se sei d’accordo…se non lo sei fammi un cenno che raso il link seduta stante.

    Gianka

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