Sono una fanatica delle scalette, della progettazione e della strutturazione dei testi. Faccio ormai tutto col pc: scaletta in word, punti elenco, una complicata classificazione cromatica per i vari tipi di appunti, bibliografia e pagine web in fondo al documento con url e link. Quando finalmente mi metto a scrivere è già tutto lì e le parole arrivano con estrema facilità.
Insomma sono organizzatissima e ne sono sempre molto fiera, tanto che consiglio ad altri di fare come faccio io.
Be’, ieri il mio ego professionale è stato sonoramente schiaffeggiato da una eclettica e un po’ eccentrica professoressa francese che all’Università Pierre e Marie Curie di Parigi insegna agli studenti come scrivere le tesi, fare ricerche, elaborare abstract, persino come gestire l’ansia da esami (sì, l’università la paga per questo).
Quando mi ha chiesto se volevo vedere le bozze del suo nuovo libro Dal corpo alla scrittura, dalla scrittura alla parola, mi aspettavo di vedere un bel pacco di fogli formato A4 con un testo ordinatamente stampato. Invece ha tirato fuori un album, come quelli delle foto di una volta, ad anelli, con dentro dei fogli di plastica pieni di cose. Sì, di cose, perché c’erano foglie, fiori secchi, titoli scritti a mano con una bellissima calligrafia, cartoncini colorati, foto, ritagli di giornali… tutto incollato su fogli bianchi che si vedevano e leggevano dai trasparenti. La struttura del libro la cambia spostando i fogli.
Mi è venuto spontaneo passare le mani su quei fiori e quelle foglie: sembrava il libro delle ricerche di quando facevo le scuole medie, ma era bellissimo, anche solo da vedere.
Mentre sfogliavo, Michèle mi ha detto che a lei le idee vengono solo così e intanto ha tirato fuori un piccolo foglietto, dai bordi ritagliati come un merletto. Era la descrizione del mio segno zodiacale: il Toro.
“L’elemento Terra del Toro porta forza, desiderio di un terreno solido, forma, struttura. Conservare è importante. Il Toro ha forti motivazioni, ma prima stabilizza, poi produce. Ama la coerenza, la fedeltà e la pazienza. Per questo, nonostante la profondità emotiva e la sensibilità, può diventare molto rigido, incapace di rischiare. Può impantanarsi, diventare terribilmente passivo, persino pigro….”
Oddìo, basta così. Mi darò anche io alle scalette creative.
Ma allora cosa pensare? che ogni “segno zodiacale” ha un suo modo di lavorare?
E se io sono “gemelli” allora non devo ingabbiarmi troppo con le scalette “rigide” che mi hai insegnato tu?
Beh, forse potremmo lasciare da parte i segni zodiacali e attuare magari i principi del pensiero laterale, cose che anche tu conosci, senza scomodare l’astrologia e le maniere dolci da professorina dell’800 della prof di cui hai parlato, vero? 😉