Oggi è stata una strana domenica.
Su consiglio di Alessandro Lucchini sono stata a un seminario sulla Programmazione Neuro Linguistica (PNL).
Il quartiere è quello che frequento tutti i giorni perché ci lavoro, il quartiere Prati di Roma. Durante la settimana caotico, rumoroso, inquinato e affollato. Oggi, verso le nove, era una meraviglia: verde, silenzioso e bellissimo. Quel che ci voleva per affrontare un argomento nuovo, verso il quale ero pure molto scettica. Quel sostantivo, “programmazione”, non mi piaceva per niente.
Una mattina buffa, passata insieme a persone diversissime che cercavano, ognuno a modo suo, una strada per comunicare meglio con se stessi e con gli altri: oltre al docente (notevole), manager, studenti, un giovanissimo e intelligente parrucchiere, una bionda cuoca sulle barche, ballerina, barman. Con lei mi sono ritrovata a ora di pranzo a gustare un delizioso arancino siciliano, scoprendo di avere un amico in comune. E non un amico qualunque: un ingegnere della mia azienda che a quarant’anni ha cambiato vita, diventando un famoso maestro di tango argentino. Lo abbiamo chiamato e ho sentito dopo un po’ di anni la voce di un amico allegro e felice. L’ho preso come un bel segno.
Ma sono i segni che si manifestano o siamo noi che, come scrive Terzani nel suo ultimo bellissimo libro che sto leggendo, prepariamo la casa per l’ospite inatteso?
Tornata a casa, scrivo su Google il nome dello psicoterapeuta dall’infanzia difficile e dal cuore grande: mi ritrovo su un sito che conoscevo, ma che guardo e leggo con occhi nuovi.
Bene, un saluto alla luna, e buonanotte.
Domani ho l’ultimo incontro sulla comunicazione organizzato nella mia azienda. Tema: l’accessibilità dei siti pubblici e la comunicazione per la pubblica amministrazione.
Mi tocca alzarmi presto.
Fantastica questa storia dell’ingegnere diventato tanguero(ma si dice cosi?)