La sempre più stanca lista di discussione Online Writing è stata improvvisamente scossa in questi giorni da un nuovo quesito: il famoso modello della “piramide rovesciata“, invocato da tutti noi per la scrittura giornalistica e la scrittura per il web, è davvero pertinente e, soprattutto, utile?
L’obiezione viene sostenuta con l’osservazione che se è vero che in molti casi è utile cominciare con la conclusione o l’informazione più importante, l’immagine della base più larga della punta non vi si addice, in quanto proprio l’inizio, per catturare l’attenzione del lettore, deve essere brevissimo. Pochissime e appuntite frasi, altro che base larga!
Questioni di lana caprina – direte voi – ma un filo di lana che svolto per la rete mi ha portata su nuove considerazioni e nuove immagini.
Nuove immagini, per esempio quella del diamante, proposta da un altro partecipante alla lista. Diamante, ovvero cominciare con l’informazione più importante, espanderla gradualmente, fin quando al lettore sono state proposte tutte le informazioni, tornare al punto di partenza tirando le fila. Parafrasando: scrivi quello che hai da dire, dillo, poi scrivi di nuovo quello che hai detto.
Altra immagine: la clessidra, un modello di strutturazione di un testo che prevede una bella e ampia introduzione, una parte centrale molto precisa e focalizzata, e di nuovo conclusioni ampie, che spaziano, spiegano, anticipano qualcos’altro. Modello adatto soprattutto per i testi argomentativi e i discorsi.
Ma il modello del racconto, raccomandato in un recente studio del Readership Institute, è quello a me più caro, e lo uso quando posso, soprattutto per vivacizzare la noiosa produzione testuale istituzionale e di marketing. Lo studio lo chiama feature-style writing, ma la sostanza è: raccontate storie, create aspettative con una classica struttura di inizio, svolgimento e fine.
Risultato di un’analisi condotta su 100 quotidiani e 37.000 lettori statunitensi, lo studio rivela anche che il 69% degli articoli segue il modello della piramide rovesciata, il 18% quello narrativo, il 12% quello del commento. Ma la raccomandazione è di aumentare il modello narrativo, il più godibile (anche per le notizie) e il più apprezzato dal pubblico femminile, quello che (si sa) legge di più.
Piramidi, clessidre e diamanti: le immagini e i simboli servono sempre, e sono tanto più utili quanto più li elaboriamo in proprio o li facciamo nostri. Quando scriviamo e quando viviamo…
Quando posso inizio la mia giornata con una breve pratica yoga in cui mi rannicchio come una foglia, miro la preda come un’aquila o alzo le braccia come un gabbiano immaginando di volare. Poi durante il giorno faccio un sacco di ruzzoloni, ma qualcosa di quel desiderio di leggerezza e di volo mi resta sempre 🙂
Secondo me dipende dalla tipologia del testo in questione. Lo stile narrativo è più leggero e accattivante. Come lettrice mi piace molto, ma non sempre. Soprattutto come scrittrice preferisco i testi sintetici, che racchiudono nelle prime righe il cuore del documento e che consentono di muoversi all’interno del testo, perchè il lettore possa approfondire nei paragrafi seguenti gli argomenti che ritiene più interessanti.
Ricordo i commenti di mio padre, insegnante di italiano ora in pensione e giornalista, quando riportava in casa le discussioni fatte con i suoi colleghi sul modello migliore per scrivere un buon tema d’italiano. I nomi dei modelli erano talvolta bizzarri: lui sosteneva che non era importante il modello, ma che il testo fosse semplice, ben comprensibile anche ad un lettore non esperto, sintetico (ma non troppo!). E soprattutto era importante che chi scriveva avesse davvero qualcosa da dire!
ciao,
Barbara
Cara Luisa,
la prima volta che ho letto della schema “a clessidra” è stato in un saggio di Roy Peter Clark del The Poynter Institute. Nello stesso saggio si parla anche delle due sole maniere di leggere che genererebbero le due sole maniere di scrivere, ovvero secondo il modello del “label poison” o della storia. Sul sito della mia agenzia, nella sezione articoli ce n’è uno dedicato a tutto questo, pubblicato nel gennaio 2003. Se sei interessata lo trovi a http://www.gruppomcm.it. Ciao