Ho appena letto il commento al post precedente… una bella traduzione dei versi di Roberto Carlos non la so fare, perché io non so il portoghese. Però è una lingua che amo.
Due anni fa, cominciai a leggere il blog della Pizia perché fui conquistata da una sua frase: “ah, che lingua il portoghese … un velluto di un rosso intenso che scivola via da un fianco”. “Sì, è proprio così” pensai, evocando insieme suoni e colori.
Per me il portoghese è questo: suoni che mi avvolgono, rivelando significati ogni volta che leggo e che ascolto. E così, ho imparato solo il portoghese dei sentimenti ascoltando canzoni. La prima volta non capisco niente, ma ad ogni ascolto un drappo rosso scivola via, associando suoni a parole. Alla fine, la canzone la so e la capisco anche.
È così per As flores do jardim, i fiori del giardino. Non vi so fornire una bella traduzione, ma posso raccontarvi che cosa racconta.
C’era una volta una casa con un giardino pieno di fiori. Fiori profumatissimi.
Lui (o lei) se ne andò via, e tutto morì di nostalgia nell’assenza: la casa, i fiori, lei (o lui).
Persino le stelle nel cielo si spensero, il vento forte dell’inverno strappò via tutti i fiori. Tutto morì per lei (o per lui).
Ma un altro giardino rifiorirà, un giorno. Dopo una bella pioggia.
Grazie, Luisa 🙂 Sil