Ho faticato un po’, ma poi sono riuscita a scoprire cosa significa bull in inglese, a parte toro.
Significa: sciocchezze, discorsi o scritti arroganti e senza senso. Una definizione che ben si adatta a tanti testi istituzionali e di marketing.
E infatti ci sono arrivata attraverso Bullfighter, un software che promette di segnalare tutte le parole vuote e abusate in questi tipi di testo.
Siccome in rete se ne sta parlando parecchio, ho indagato incuriosita.
La storia è questa: il direttore marketing di Deloitte Consulting, rendendosi conto che i loro testi erano del tutto vuoti e spesso insignificanti, ha fatto realizzare dai suoi collaboratori uno strumento che segnalasse tutte le parole “sospette”, chiedendo a tutti i dipendenti in tutto il mondo di alimentare il database per nove mesi.
Il parto ha prodotto ben 10.000 bullword, da cui è stata fatta una selezione di circa 350. In testa alla classifica “leverage” e “bandwidth”.
Le parole sono ovviamente tutte in inglese, ma tenuto conto che:
1. tutti i nostri documenti aziendali utilizzano almeno il 50% di parole inglesi
2. Bullfighter può essere alimentato con le nostre personali bullword
forse vale la pena di tentare… potrei cominciare a riversarci dentro il corporatese… (tutti i contributi sono bene accetti).
Intanto una società britannica di servizi di scrittura per le aziende ha stilato il Clarity Index, elenco delle società UK che si esprimono con più precisione e chiarezza. La tesi: le aziende che comunicano meglio sono le più affidabili anche dal punto di vista finanziario. La parola più abusata: challenge, sfida. Sottoscrivo, in pieno.