Semplice e chiara: siamo ormai tutti d’accordo che la comunicazione delle istituzioni pubbliche verso i cittadini debba essere così. Sappiamo anche che semplicità e chiarezza non le fanno perdere un briciolo di autorevolezza, anzi rafforzano la nostra fiducia.
Quando la comunicazione non è semplice e chiara, giustamente ci scandalizziamo e ci chiediamo come sia possibile che istituzioni importanti ancora non lo capiscano, come è successo questa estate per il documento “Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV2 in ambito scolastico” emanato dall’Istituto Superiore di Sanità. La terminologa Licia Corbolante non si è limitata a scandalizzarsi, ma ha analizzato a fondo il documento, indicandoci con precisione gli errori da non fare e perché.
Un paio di mesi prima, per preparare una formazione in una istituzione importante per la nostra economia, ero andata a caccia di esempi positivi di comunicazione pubblica, armata di un elenco nutrito di requisiti: non solo semplice e chiara, ma anche precisa, autorevole, diretta, vicina, disinvolta e sicura di sé. Senza complessi, insomma. La ricognizione a livello planetario mi ha restituito esempi molto interessanti, anche da chi non me li aspettavo (date un’occhiata al sito della CIA, ne vale la pena!).
La maggioranza ovviamente in inglese, cosa che non mi scoraggia affatto, anzi di solito lo trovo un fantastico stimolo a pensare come farei a ottenere quell’effetto in italiano.
Noi italiani siamo soliti fustigarci ed è vero che la nostra comunicazione pubblica ha ancora tanta strada da fare, ma vi assicuro che, anche quando è più che dignitosa, tanta comunicazione del mondo anglosassone mi è apparsa piatta e piena di frasi fatte. E invece avere davanti esempi positivi, a volte brillanti, è utile e terribilmente motivante. Ci mette alla prova: come lo direi io? come posso ispirarmi?
Ho trovato delle vere perle, ma soprattutto qua e là: una metafora calzantissima, una struttura da replicare, un termine tagliato come un diamante. Raramente però una coerenza di intenzione e di stile. Finché non sono tornata sul sito della Banca Centrale Europea, nella sua versione in italiano. Lì mi ha sorpresa un linguaggio che finalmente non scambia “istituzionale” per “paludato”, “esperto” per “oscuro”. Alla BCE devono essersi dati regole condivise e soprattutto un obiettivo: farsi capire da cittadine e cittadini attraverso il linguaggio quotidiano. Non deve essere stato facile, ma evidentemente se ci si crede e ci si impegna è possibile.
Così, di pagina in pagina, ne ho ricavato i tratti di una istituzione pubblica che comunica come molte e molti di noi vorrebbero. Sono sette, con qualche breve esempio.
1. Ha il coraggio di essere semplice e breve
L’euro
Le banconote e le monete in euro sono il segno tangibile che ci ricorda ogni giorno la libertà, le comodità e le opportunità che l’UE apporta a tutti noi.
Il 1° gennaio 1999, 11 paesi dell’UE hanno introdotto l’euro come nuova moneta comune. All’inizio era una valuta elettronica. Tre anni più tardi sono entrate in circolazione le banconote e le monete.
Oggi l’euro è la moneta di 19 paesi dell’UE e di oltre 340 milioni di cittadini europei. È una delle valute più importanti al mondo e la BCE ha il compito di salvaguardarne il valore.
La storia dell’euro in tre brevi paragrafi, come in un libro per la scuola primaria. Ed effettivamente quanti di noi in fatto di economia si sentono alla scuola primaria? Io spesso sì.
Il testo inizia con qualcosa di concreto e tangibile, che fa parte delle nostre vite: le banconote e le monete. Forse potevano essere ancora più semplici: “Le banconote e le monete in euro ci ricordano ogni giorno…”.
La sintassi è piana; il periodo più lungo non arriva a 30 parole.
2. Dichiara il suo obiettivo, in modo diretto
Chi siamo
Alla Banca centrale europea (BCE) lavoriamo per mantenere stabili i prezzi nell’area dell’euro. Così anche in futuro potrai acquistare con lo stesso denaro gli stessi beni e servizi che ti puoi permettere oggi.
Anche se in questo momento la stabilità dei prezzi suona più come una pia intenzione, l’obiettivo è quello e arriva subito. La frase seguente spiega cosa vuol dire in pratica, e lo fa con il “tu”.
3. Oltre a “noi”, scrive anche “tu” e “voi”
Sviluppiamo ed emettiamo le banconote in euro
Investiamo in nuove tecnologie per rendere le banconote che usi più sicure e resistenti. Coordiniamo la loro produzione ed emissione con i paesi che utilizzano l’euro.
Anche quando rivolgersi a chi legge non sarebbe necessario, la persona destinataria è sempre presente, così il dialogo non si interrompe mai. Qui basta quel “che usi” a tenerlo vivo.
4. Parla in modo naturale, come le persone
Di chi è la BCE?
La BCE appartiene alle banche centrali di tutti i paesi dell’UE. In un certo senso possono essere considerate come azioniste. Ogni banca centrale detiene una quota del capitale della BCE. In pratica, ha versato un certo importo per consentirci di perseguire l’obiettivo di mantenere stabili i prezzi in tutta l’area dell’euro.
La BCE appartiene esclusivamente alle banche centrali; non abbiamo proprietari del settore privato. Questo significa tra l’altro che non è influenzata da interessi finanziari privati che possano limitare la sua indipendenza.
La domanda è formulata proprio come faremmo parlando. Nella risposta il tono di voce semplice e quotidiano non è tanto affidato alle parole, ma alla struttura, che dipana la spiegazione, passo passo. Prima l’affermazione, poi la similitudine tra banche centrali e azionisti. Infine cosa hanno fatto le banche centrali “in pratica”. Come quando si parla, il concetto centrale è ripetuto, all’inizio del secondo paragrafo.
5. Evita cliché e frasi fatte
Chi siamo
Siamo un’istituzione variegata come l’Europa. Proveniamo da ogni parte dell’UE, con un bagaglio di conoscenze ed esperienze molto diverse. Lavoriamo per migliorare il benessere di milioni di persone e siamo orgogliosi di farlo.
Il “Chi siamo” della sezione “Lavora con noi” rinuncia al solito armamentario risorseumanese a favore di un testo semplice ma coerente, che ha come filo rosso le persone, quelle che alla BCE lavorano e quelle per le quali la BCE lavora.
6. Parla di cose concrete
Assicuriamo il buon funzionamento delle infrastrutture finanziarie
Quando fai un bonifico digitale o un pagamento elettronico per i tuoi acquisti, ti servi dell’infrastruttura di mercato. Questa rete che noi gestiamo “dietro le quinte” permette di far fluire il denaro in modo ordinato ed efficiente all’interno dei paesi e oltre i loro confini.
Per arrivare alle infrastrutture si parte da noi, da azioni che facciamo nella nostra quotidianità di cittadini e consumatori, come pagamenti e bonifici. L’espressione “dietro le quinte” sembrerebbe non adatta a un sito istituzionale, ma ci fa capire immediatamente il ruolo della BCE.
Nella sezione “Pagamenti e mercati” si aggiunge qualcosa in più, ma senza tecnicismi, anzi:
I pagamenti nell’area dell’euro si basano su una grande infrastruttura che movimenta in sicurezza fondi e attività. Gestiamo una parte di questa rete, ma teniamo d’occhio il resto.
Seguiamo anche i mercati finanziari. Così ricaviamo informazioni per il nostro compito principale di mantenere stabili i prezzi, che contribuisce alla crescita economica.
7. Ricorre a immagini che sanno evocare
Contribuiamo alla sicurezza del sistema bancario
Vigiliamo sulle banche dell’area dell’euro per darti la certezza che reggano ai venti di burrasca. Una vigilanza coerente e armonizzata in tutta l’area mette al riparo il tuo denaro, rendendo le banche più solide.
Far capire cos’è la vigilanza non è per niente semplice, ma quei “venti di burrasca”, insieme a “mette al riparo” rendono proprio l’idea.
PS Alla BCE scrivono euro e paesi con l’iniziale minuscola. Possiamo farlo tranquillamente anche noi.
PPSS Un altro esempio di comunicazione coerentemente e intelligentemente “terra terra”: il National Health System britannico.
Articolo che conferma la qualità dei precedenti..
ottimo! e sempre interessante
Un articolo da incorniciare (e forse anche inviare a tutte quelle istituzioni che ancora scrivono in burocratichese, ovvero il 99%).
Grazie!
In generale bisognerebbe cercare di scrivere in modo trasparente e semplice, ma in particolare quando si trattano materie specialistiche, dove la comprensione del testo può tentennare.
Trovo pernicioso l’atteggiamento di chi crea testi incomprensibili, soprattutto quelli relativi a leggi, normative e obbligazioni.
Esiste una Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi del Dipartimento della funzione pubblica. Basta leggere il paragrafo dell’incipit per capire che la semplificazione dovrebbe partire proprio da lì…
Grazie sempre, Luisa, per quello che scrivi e per come lo scrivi. Le tue parole nitide sono come lenti che ci fanno vedere meglio.
Marinella Simioli