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risali negli anni

4 Dicembre 2019

Dentro le mie anime professionali

Lo scorso weekend sono stata a Milano, al convegno-laboratorio “La bellezza delle parole: il viaggio interiore, il percorso professionale”, ideato e condotto da Nicoletta Cinotti. Una bellezza non estetica, ma umana, come ha sottolineato Nicoletta in chiusura. E infatti la cosa più interessante sono state le persone che ho incontrato, rivisto, conosciuto.

Molti tra relatrici e relatori (uso questi termini con fatica, perché mal si addicono al clima di condivisione delle due giornate) sono noti a chi segue questo blog e non li cito tutti per non dimenticare qualcuno. Da loro ho ascoltato storie, esperienze e idee meravigliose. Con alcuni ho condiviso gli esercizi e le letture del workshop sul silenzio.

Ero infatti nella doppia veste di partecipante e relatrice, in cui sono stata perfettamente a mio agio, godendomi sia l’ascolto degli altri sia i venti minuti del mio intervento. Come sempre mi ero preparata e come sempre poi sono andata a braccio, decidendo lì per lì di lasciar perdere qualcosa e cogliere invece quel che intanto mi veniva in mente.

Avevo timore di essere troppo intimista, ma non c’erano luogo e occasione più adatti per parlare un po’ di me, una volta tanto. L’attenzione con cui sono state seguite le “confessioni” sui punti deboli e le piccole vittorie del mio essere professionale, e le domande che sono seguite, mi hanno convinta a condividerle anche su questo blog. Mi rendo conto dell’enorme differenza tra scriverle e raccontarle con le persone davanti, ma tant’è, accontentiamoci. Ecco, più o meno, quello che ho raccontato.

Il titolo del mio intervento è Musa e Scriba, tra litigi e armonie. Sono le due anime che abitano chi fa il mio, anzi il nostro lavoro. Musa è la parte più intuitiva, creativa, associativa, ispiratrice. Scriba la parte più studiosa, ricercatrice, indagatrice, analitica, ordinatrice. Ho sempre pensato che in ognuno di noi ci sia un’anima prevalente e che è meglio saperlo, conoscerle entrambe e farci amicizia, perché un buon testo nasce quando queste due anime lavorano insieme, in armonia.

Scriba fin nel midollo

Io, da sempre, mi sono sentita profondamente Scriba. Più progettista di testi che autrice, più brava a rivedere il lavoro degli altri che a produrlo in proprio, più docente che copywriter. Quando parlo di me mi definisco volentieri editor, anche se non lavoro in una casa editrice, rarissimamente copywriter e sempre in riferimento a specifici lavori. Non a caso dedico moltissimo tempo a ciò che precede il lavoro di stesura di un testo: allo studio, alla ricerca, alla preparazione; e poi alle mille revisioni, sempre più sottili, cui sottopongo i testi miei e altrui. A volte mi sembra di aver scritto un buon numero di libri solo per arrivare a quel fatidico momento in cui finalmente il testo esiste e mi posso dedicare al lavoro di lima e lucidatura. Nel caso di un libro, una vera goduria.

Dopo il ritiro con Nicoletta, dopo il suo libro

In realtà tra il momento in cui ho dato a Nicoletta il titolo del mio intervento e questo momento in cui vi sto parlando sono successe parecchie cose. Soprattutto, questa estate ho partecipato al suo ritiro dedicato a Scrivere la mente e ho letto più volte il suo libro, che ha lo stesso titolo. L’ho letto con ritmi molto lenti per me, che sono una lettrice voracissima, riflettendoci su e facendo anche gli esercizi.

L’esercizio del condominio

Uno tra gli esercizi che mi sono piaciuti di più è quello del condominio, in cui Nicoletta ci chiede di pensare alle diverse parti di noi come abitanti di un condominio e ci invita a definirne il carattere, a descrivere l’appartamento che abitano. Se lo fai con calma, ti rendi conto che altro che due anime! Nel condominio Luisa ce ne sono molte di più e conoscerle è stato un vero piacere.

Mi è venuto abbastanza naturale fare lo stesso esercizio anche per la Luisa professionista e anche qui ho avuto un bel po’ di rivelazioni a cascata. Prima di tutto, mi sono resa conto che anche professionalmente ci raccontiamo sempre le stesse storie: la mente narrativa che ama ordinare, cercare un significato e offrire rassicurazioni è instancabile e soffoca espansioni e desideri.

Andare a curiosare dentro il condominio delle anime professionali aiuta a capirsi e quindi a definirsi, soprattutto per chi, come me, ha sempre avuto difficoltà a stare all’interno di una sola etichetta. È importante per il nostro personal branding, per il marketing di noi stessi, per la SEO.

Le mie sempre le stesse storie

Io negli anni mi sono raccontata soprattutto queste storie e mi ci sono talmente affezionata che le ho imparate a memoria:

  • sono arrivata alla scrittura per caso
  • al fondo sono un’editor, più analitica che creatrice
  • mi piace lavorare dietro le quinte.

Scrivendo la mente mi sono accorta che nessuna delle tre è vera, o forse non è più vera.

Non sono arrivata alla scrittura per caso, era destino. Molto prima di essere una scrittrice professionale, sono stata un editor della mia vita. Ho sempre scritto nei momenti di crisi e di difficoltà, fin da adolescente. Scrivevo per mettere a posto la confusione, per capire, contenere, trovare un senso. Proprio quello che fa un editor. Ero quindi prontissima per questo lavoro.

Non è neppure vero che non sia un’autrice, vista la mole di testi che ho scritto negli anni. Nei libri, sul sito vintage, su questo blog, sui siti e i documenti dei clienti.

Non è neppure (più) vero che ami essere una ghost, anzi. Negli anni sono diventata una parlatrice senza paura e con molto gusto: lo so e lo sento in un convegno come questo, che non mi dà ansia ma la gioia di parlare e condividere guardando negli occhi le persone che mi stanno davanti. Lo sento e lo so nei miei laboratori di scrittura, la formula di formazione che prediligo perché mi fa mettere in gioco con la mia presenza viva insieme a un gruppo di persone con le quali trascorrerò un giorno o due lavorando con le parole. Tutte occasioni che ti portano alla ribalta, altro che ghost!

Inforcando gli occhiali brand Cinotti

Insomma, mettermi gli occhiali del brand Cinotti e preparare questo intervento sulle mie diverse anime professionali, accompagnata dalle sue parole e dai suoi esercizi, mi ha fatto vedere la mia storia in modo diverso.

Eppure per me il ritiro montano dedicato a scrivere la mente è stato difficilissimo. Nicoletta ci chiedeva di lasciar emergere le parole dal profondo, farle dilagare e galleggiare, mentre io sono abituata – da decenni – a scrivere ragionando, scegliendo, tagliando, contenendo, ordinando. Ho dentro di me uno Scriba rigoroso, anzi inflessibile che – per carità! – mi permette di scrivere degli ottimi testi, ma mi sta addosso con tempi, scadenze, check list, forbici, attenzione estrema alla forma intesa soprattutto come ordine e struttura. Ma mi massacro per vedere poi, alla fine, fiorire l’armonia che emerge dal caos.

Perché se lo Scriba ha ben lavorato, la Musa arriva, arriva sempre

Per anni è stato per me motivo di angoscia, di incertezza: la Musa arriverà davvero a connettere quello che mi appare abbondante, ma sparso e disordinato? Oggi so che quando lo Scriba ha ben lavorato, anche nel modo ossessivo e spietato che mi contraddistingue, a un certo punto la Musa mi visiterà e il testo sgorgherà per fluire veloce sulle pagine (tra me e me dico che “lo sputerò fuori”, ma mi rendo conto che non è molto elegante).

La Musa per fortuna è sempre arrivata, ed è un momento di sollievo, di sorpresa e di gioia quello in cui cominci a danzare con i testi. È il flow, quando le parole non solo escono, ma escono fluidamente, velocemente tanto che si fa quasi fatica a star loro dietro. Questa velocità e questo ritmo è uno degli elementi del flow, ma non l’unico:

  • la paura di non farcela si dissolve
  • il tempo, che prima sembrava non passare mai, ora sembra non esistere più
  • la mente non divaga più, si focalizza sulla scrittura come una calamita
  • il testo ci dà suggerimenti continui su come andare avanti
  • ma soprattutto si prova un grande senso di pienezza e di appagamento, che coinvolge anche il corpo
  • siamo felici e vorremmo continuare a scrivere ancora chissà quanto.

Uno sguardo più nitido e penetrante

Riflettere sul flow, quindi sulle incursioni della Musa, con gli occhiali Cinotti dello scrivere la mente mi ha fatto vedere le cose in modo più nitido. Per esempio mi ha improvvisamente rivelato che quando scrivo nel flow riesco a dar vita a quella che chiamo tra me e me “la sintassi a girotondo”, in cui i periodi si danno la mano e ogni paragrafo chiude il cerchio che ha aperto.

Il testimone nella staffetta dei periodi può essere una parola, un’idea, un accento, una pausa. Dopo qualche girotondo, capisco che ci siamo e io mi lascio andare, dimentico l’editor inflessibile e godo nell’essere un’autrice felice, che scrive testi chiari, ma anche belli, scorrevoli, vividi e pieni di ritmo.

Una vita professionale più consapevole

Scrivere la mente mi ha fatto andare più a fondo, mi ha dato un’altra prospettiva e un’altra consapevolezza. Dopo il ritiro, le mie scritture pubbliche e professionali sono diventate più dilaganti. Lo Scriba ha fatto più spazio alla Musa e lei se lo è preso tutto.

Ho fatto cose inconsuete per me, come raccontare una storia di paese agli architetti dell’informazione. Ho scritto più post e ho ripreso un ritmo sostenuto. Ho avuto più proposte di copywriting rispetto alla formazione, e le ho afferrate al volo proprio perché mi sono detta che sì, sono anche una buona autrice e una brava copy.

Un tavolo per più anime

Uno di questi lavori di copywriting mi ha insegnato che avere molti ruoli non disperde né esaurisce, ma ricarica e ci fa scoprire altre cose che sappiamo fare. Così ho deciso di cambiare qualcosa nelle stanze in cui lavoro. Di solito scrivo in una strana postazione, fatta di due tavoli antichi sui quali hanno scritto, letto, stirato e ricamato le donne della mia famiglia. Bello e molto romantico, ma non comodissimo e sempre strapieno di cose.

Mi sono spostata su un grande tavolo da pranzo, dove ho sistemato quello che, di volta in volta, mi serve nei miei diversi ruoli. Ogni ruolo ha la sua sedia, e io mi sposto a seconda dell’anima che metto più in gioco in quel momento.

Lo Scriba ha il pc con lo schermo molto grande sul quale preparo le slide della formazione, quaderni ad anelli e penne e pennarelli di tutte le punte e tutti i colori.

La Musa ha il piccolo portatile, e a lato i documenti, le scalette e le mappe che mi servono nella scrittura.

La Studentessa ha davanti le piccole torri di libri di lavoro – ognuna un tema – che mi ripropongo di leggere o sto leggendo.

La Designer ha i fogli A3 e i post-it e si litiga con lo Scriba penne, matite e pennarelli.

Eh sì, perché nel frattempo altre anime professionali si sono autoinvitate e sedute a tavola. Ora ho tutte le Luise professionali sempre sotto gli occhi, a ricordarmi chi sono, cosa desidero e cosa sono capace di fare, cosa mi rende fiera e felice. Non è un condominio, ma quasi. E questa dimensione conviviale non mi dispiace affatto.

16 risposte a “Dentro le mie anime professionali”

  1. Leggere questo post è come risentire la tua voce, domenica a Milano ho avuto modo di apprezzarti anche come relatrice. Grazie ancora per i tuoi illuminanti contributi e anche per queste “confessioni” professionali. D’accordo con te: un convegno ricco di voci e di esperienze.

  2. Grazie Luisa. Per i libri che hai scritto e per questo post, che mi ha ispirata in un momento in cui fatico a scrivere la mia tesi di dottorato. Ho una abbondanza di contenuti ma sono ancora sparsi… Per usare ancora le tue parole, ho capito che cerco la “musa” quando lo “scriba” non ha lavorato bene. E questo mi blocca. Il lavoro dello scriba invece è il presupposto per l’intervento della musa… grazie! 😉

  3. Chi è molto ispirato regala ispirazione a sua volta. Brava!
    Grazie a tutte le Luisa che sono in te da una tua discepola/fan.

  4. Luisa, che goduria leggerti! Ti leggevo, ti ascoltavo, ti vedevo e condividevo. Grazie per questo bellissimo testo/fotografia così leggero, elegante, immediato,divertente e dove ci sono tutte quelle “Luise” che conosco, stimo, ammiro e amo.

  5. Sto leggendo, anzi centellinando, il libro “Scrivere la mente”, che sparpaglia e poi riordina i pensieri che turbinavano nella mente senza un moto sensato.

    Grazie a te, Luisa, che lo hai consigliato, e un grazie a cascata all’autrice, Nicoletta Cinotti. Arrivare alla cinquantina abbondante e scoprire di potersi ancora scoprire è una sensazione rigenerante, che regala tavolozze bianche tutte da riempire.

    Svolgerò gli esercizi di scrittura consigliati nel libro perché sono curiosa di scartavetrare quella “me” che disvelerà infinite altre “me”.

    Grazie ancora, Luisa, per aver condiviso frammenti preziosi della tua vita professionale.
    Buona lettura e… scrittura a tutti!

    Marinella Simioli

  6. Grazie per questo post, arriva al momento giusto: in una fase della mia vita in cui sto mettendo in discussione le tante me che si sono prodigate e ancora si prodigano in tante espressioni diverse.
    Al momento sto lavorando come “Scriba”, leggendo moltissimo e facendo ricerche, per attivare la “Musa” che attende paziente di entrare in gioco.

  7. Leggo con ritardo di anni questo splendido post e penso: ecco perché una sola scrivania non mi basta, non sono io, è il mio condominio 😀 Grazie Luisa!

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