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risali negli anni

24 Marzo 2018

Le ragazze dell’accademia

Quando ho cominciato a interessarmi di scrittura professionale, un bel po’ di anni fa, mai avrei immaginato che dalla penuria di libri di una volta saremmo arrivati al rigoglio di oggi. In Italia c’era un’unica grande stella – che continua a brillare e a illuminarci tutti – Annamaria Testa; per il resto, mi sono ispirata soprattutto al mondo anglosassone e il divario tra le lingue mi ha aiutata inaspettatamente ad acquisire più consapevolezza della mia.

Oggi posso dire che i libri italiani sulla scrittura professionale e il copywriting sono di gran lunga migliori della media di quelli pubblicati in inglese. Mi ha fatto così un sacco piacere vedere e leggere il tweet in cui il pubblicitario e docente universitario catalano Jordi García Soler afferma di stare imparando dalla “fantastica accademia italiana della scrittura”. Sotto, la foto che ritrae la mia Guida di stile insieme a Testi che parlano di Valentina Falcinelli e Language Design di Yvonne Bindi. Perché sono due libri che ho apprezzato e cui sono affezionata, perché conosco le autrici, ma soprattutto perché il termine qui sorridente di “accademia” mi ha dato il senso di una comunità che scrive, studia e ricerca con serietà e passione.

Alle “accademiche” Valentina e Yvonne in questi ultimi giorni se ne sono aggiunte altre due, con i loro libri freschi freschi: Annamaria Anelli con Di cosa scriviamo quando scriviamo per lavoro e Francesca Sanzo con Tu sei la tua storia.

Questi libri li ho letti tutti in anteprima e di due ho scritto anche la prefazione. Li riunisco quindi in questo post, con le loro copertine e una citazione che mi ha colpito. Di Language Design di Yvonne Bindi ho invece già scritto.

La citazione: “Perché questo è il segreto della buona scrittura: far cadere chi legge in uno stato di grazia. Una buona storia riesce a creare una trance narrativa d’ascolto, nella quale chi legge sospende il giudizio e fa un atto di fede, immergendosi in modo spontaneo e convinto nelle peripezie del protagonista e provando le sue stesse emozioni. Ma anche un testo scritto bene fa qualcosa di simile: riesce a creare una condizione di benessere psicofisico immediato in chi legge e un’adesione che lo predispone, non solo a seguire il discorso, ma anche a iscriversi, a rispondere, a comprare, ad amare.”

La citazione: “La prima e forse la più importante lezione che devi imparare come narratore è che il lettore viene attivato dalle immagini: se non riusciamo a costruire immagini credibili nella fantasia di chi ci legge, non possiamo toccare le sue corde più profonde. […] La scrittura può però andare oltre perché ogni lettore si forma un’immagine che è evocata dalle parole e più le parole sono precise, più lo è quell’immagine. Allo stesso tempo, la nostra è un’immagine unica, un modo personale di costruire mentalmente oggetti, volti, situazioni, idee. Narriamo ciò che vediamo e scrivere è il modo per ricostruire qualcosa che è esistito e che noi manipoliamo con le parole.”

La citazione: “… un testo amichevole riece ad arrivare dritto al cuore delle persone. Si fa leggere, come un bravo oratore si fa ascoltare. Non si chiude, tronfio e duro, ma si tende elastico e morbido come se le sue parole fossero piccole braccia; si apre come se le interlinee fossero bianchi denti di un sorriso sincero; si fa palpabile, come se le pagine su cui è vergato, stampato, digitato fossero ora carezze, ora pacche sulla spalla.”

Buone letture, e buone scritture!

7 risposte a “Le ragazze dell’accademia”

  1. Ciao, Luisa. La citazione “…far cadere chi legge in uno stato di grazia…”, mi rappresenta in questo momento. Ecco, in questo stato di grazia sono immersa ri-leggendo dopo quarant’anni dalla prima lettura, “Il gattopardo”.

    Lo leggo come si conviene, lentamente, assaporando ogni parola, frase, immagine. La goduria dei sensi 🌺

  2. Metti sempre un seme di calviniana leggerezza in quel che scrivi, quindi non può essere che un piacere leggerti. Mi chiedo ora se – nella danza della semiotica – questa qualità del messaggio (funzione poetica) non possa non dipendere anche dal destinatario (o come nel caso dell’oratore dall’auditorio).

  3. Ciao Luisa,
    grazie per i tuoi suggerimenti di lettura.
    Vorrei segnalare anche questo testo di Cristiano Zanolli: Il business writer. Scrivere per comunicare con efficacia nel lavoro (Historica edizioni, novembre 2017).

    Un caro saluto di grande stima

  4. Grazie per i consigli, scrivo da tempo di tutto e su tutto, oggi restringendo l’interesse alla Storia delle Streghe, con racconti inventati da me e in procinto di dedicarmi alla letteratura dell’argomento. Vi interessa?

  5. Ciao Luisa,
    grazie.
    un gigantesco in bocca al lupo a tutte le ragazze, e, da amica ad amica di scrittura, un abbraccio a te che le racconti.
    Annamaria

  6. Ciao Luisa,
    ti seguo dal 2006, quando per lavoro cercavo un punto di riferimento per migliorare la mia comunicazione scritta.
    Seguirti è diventato un appuntamento quotidiano e, se non trovavo nuovi post, rileggevo gli ultimi che ogni volta mi davano spunti nuovi. Poi ho cominciato a seguire altri blog e siti che consigliavi e così è iniziato il mio percorso ed oggi ti devo ringraziare: senza molti dei tuoi consigli oggi sarei professionalmente più povera.
    Non sai che piacere mi fa vedere che questo riconoscimento arriva anche dall’estero. In poco più di dieci anni tu e tutti gli autori che hai citato avete creato un punto di aggregazione che non ritrovo in altri ambiti.
    Grazie ancora.
    Federica

  7. Ciò che colpisce di queste “ragazze dell’Accademia” è la continua voglia di misurarsi con i testi e non considerarsi mai arrivate. Lo testimonia il rigoglio di produzione di manuali e libri relativi alla scrittura.

    Tu, cara Luisa, sei l’esempio di come la costanza, la dedizione, l’accuratezza e la generosità possano convivere e dare risultati in un mondo all’apparenza evanescente come quello delle parole.

    Grazie sempre per i tuoi post meditati e ricchi di spunti di rilfessione.
    Saluti a tutti
    Marinella Simioli

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