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risali negli anni

22 Dicembre 2017

Ama l’italiano: un imperativo gentile

Questi ultimi due mesi dell’anno ho scritto tantissimo, un’immersione totale in un sito grande, dedicato a complementi di architettura molto belli e lussuosi. All’inizio ero un po’ spaventata, in particolare dai testi seo: più di cento pagine, non proprio ultracorte, in cui raccontare i prodotti da vari punti di vista, unendo la precisione tecnica del funzionamento all’evocazione della comodità e della bellezza in diversi contesti d’uso e di vita.
Brief del cliente e indicazioni degli esperti seo molto precisi, ma dubitavo della mia capacità di scrivere così tanti testi sempre sulle stesse cose senza esaurire non dico la vena creativa, ma la mia vivacità sì. Mi vedevo già spompata e scoraggiata al giro di boa della cinquantesima pagina.

Invece sono arrivata in fondo più vivace e leggera che mai, con gli ultimi testi forse più riusciti dei primi. Al di là dei risultati, per me è stato davvero interessante osservare cosa mi succedeva man mano che aggiungevo pagine. Ho semplicemente – si fa per dire – dato fondo a tutta la duttilità e la libertà dell’italiano, qualità ben note della nostra lingua, ma che riesci a spremere ben bene (e a imparare tantissimo) solo quando sei costretta, pena una soporifera monotonia.

Ero nel pieno dei miei ragionamenti sulle lezioni apprese in questo per me monumentale lavoro, quando è arrivato un libro a rispondere alle mie domande e a chiarirmi le idee. Un regalo inaspettato e per questo tanto più gradito.

Il libro è Ama l’italiano, di Annalisa Andreoni. Sottotitolo: Segreti e meraviglie della lingua più bella. Un titolo imperativo per una vera dichiarazione d’amore. La professoressa Andreoni ha scritto un libro appassionante, che ho letto d’un fiato e raccomando a chiunque.

Il capitolo che ha preso il mio cuore di copy è il secondo: La lingua libera. Libera di spaziare, di prendere le forme più diverse, di suonare e cantare incredibilmente bene. La nostra prof ci spiega perché.

Primo: “Una delle caratteristiche più squisite della nostra lingua è la possibilità di modificare il significato delle parole con la suffissazione. In italiano possiamo coniare parole nuove attraverso l’uso di prefissi e suffissi, tutto cambia e la ricchezza della nostra lingua diventa infinita”. Ecco un esempio:

Signorina era una donna non sposata, per quanto anziana, signorino invece un giovane di famiglia altolocata, signorone uno con molti soldi, signorotto, con valore limitativo, chi dominava su un piccolo territorio. Bellino è qualcuno che ci piace ispirandoci simpatia, bellona è una donna dall’aspetto provocante e belloccio un bellimbusto piacente, ma non veramente bello.”

Il gioco dei suffissi è divertente, ma soprattutto istruttivo e dopo gli esempi proposti della professoressa ti viene da continuare per conto tuo.

Secondo: “La straordinaria libertà sintattica, che tendenzialmente ci permette di disporre le parole nell’ordine che preferiamo, esprimendo mille sfumature diverse.”
Questa, quando scrivi delle stesse cose e le devi far apparire sempre diverse, è la libertà più impagabile. Lo sai, ma sperimentarla è inebriante e consolante al tempo stesso ed è a lei che devo quella leggerezza che mi ha fatto volare sugli ultimi testi: “Ma come? Posso dirlo anche così, semplicemente variando l’ordine delle informazioni e delle parole?”

Terzo: “La musicalità dell’italiano, legata, in primo luogo, al nostro sistema vocalico, costituito da pochi suoni di timbro differente, ma marcato e sonoro, che passano dal chiaro allo scuro costituendo quasi una tavolozza di colori primari e secondari.”
Le nostre vocali si sentono tutte, distinte una dall’altra, e sono ben sette, perché sia la e che la o si possono pronunciare aperte o chiuse. Aggiungiamoci la varietà degli accenti sulle nostre parole e capiamo facilmente quanto ritmo può scaturire dal semplice spostamento delle parole anche in un testo molto breve. Cambi di posto, rileggi ad alta voce e ti dici “Così suona meglio!”

Impossibile non rispondere con slancio all’ordine gentile di amare l’italiano. Annalisa Andreoni ci comunica la sua passione attraverso capitoli-passeggiata in cui ci fa incontrare i grandissimi della nostra lingua così come i cantautori contemporanei. Ti viene voglia di metterti a leggere tutto Petrarca così su due piedi, di rivalutare all’istante D’Annunzio e di studiarti la meravigliosa prosa di Galilei, che non temeva di rivolgersi direttamente al lettore per spiegargli le sue invenzioni e scoperte con parole semplici. Anche il cannocchiale: “un occhialino per veder da vicino le cose minime”. Che lezione di comunicazione!

12 risposte a “Ama l’italiano: un imperativo gentile”

  1. Anche io come Lei scrivo contenuti per il blog di un’azienda, tutti rigorosamente secondo i parametri seo. Più volte mi sono trovata in difficoltà e ho temuto di risultare monotona e poco interessante. A volte forse bisognerebbe semplicemente provare a dedicarsi alla scrittura senza l’ansia di non terminare in tempo i lavori e lasciare libera la penna, o le dita in questo caso specifico.

    • I testi seo hanno vincoli abbastanza stringenti, ma ci resta comunque tantissima libertà. Per me la più utile è quella sintattica: fa miracoli. Però è vero che scrivere testi molto vari e vivaci ci vuole un sacco di tempo… Luisa

  2. Aggiunto alla lunga fila dei testi da leggere. Se si hanno pochi contenuti come si può rendere qualcosa più interessante? Da diversi mesi mi assilla questo problema, e questo potrebbe essere l’inizio di una soluzione….

  3. Non avevo mai pensato a sette vocali!
    Ogni volta che leggo uno dei tuoi articoli la mia mente trova nuovi appigli per esprimere le sue (e un po’ anche mie 😀) idee e per riflettere sulla nostra lingua, erroneamente bistrattata da me a scuola.
    Fortunatamente il lavoro e il blog personale mi hanno offerto un’opportunità di riabilitazione, anche se con qualche errore da matita blu.
    Grazie Luisa e Buone Feste.

  4. Grazie mille! Per questo post. Leggo spesso i suoi lavori, non essendo madrelingua mi permette di apprezzare e prendere spunti per la correzione dei miei errori di scrittura e lettura.
    Grazie, grazie!!
    Buone feste

  5. Avevo acquistato il libro di Sabatini leggendo la tua nota. Farò altrettanto con questo di Andreoni.

    Ti ringrazio per questi imperdibili suggerimenti *_*

  6. Che bello vedere tanta gente , immagino giovane, discutere della lingua italiana ! Man mano che invecchio mi ci appassiono sempre di più, così come al dialetto milanese (il mio) e a quello napoletano, grazie ai vari Eduardo, Troisi, Totò.
    Mi piacerebbe morire quando conoscero’ bene l’italiano e qualche dialetto ma, temo, avrei raggiunto l’immortalità e questo potrebbe indispettire qualcuno.
    Leggerò il libro dell’Andreoni, sarà la mia strenna di Natale (a proposito, cosa vuol dire “strenna” ?).

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