
Oggi sono tornata nel mio primo luogo di lavoro, dove sono entrata neolaureata, dove ho trascorso cinque anni decisivi e dove ho imparato a scrivere. È la prima sede della Rai, quella storica dell’Eiar, in Via Asiago 10, inaugurata nel 1927.
In questi anni ero stata in altre sedi Rai, ma mai lì, e mi sono emozionata nel ritrovarla bellissima e scenografica, con la scala di marmo centrale che si avvolge su sé stessa, i corrimano di ottone, gli splendidi lampadari degli anni ’30, le panche di legno originali, in puro stile razionalista.
In quell’edificio ho pestato i miei primi testi su monumentali macchine da scrivere – che il computer era arrivato, ma ancora non ci scrivevamo – mentre l’archivio era un’affascinante stanza di faldoni polverosi pieni di ritagli.
Mi sono emozionata, ma di un’emozione allegra. In fondo ero tornata lì per parlare di scrittura, quella contemporanea – così liquida, eterea, ma anche così vitale, multiforme e sorprendente.
L’intervista che mi ha fatto Giuseppe Antonelli andrà in onda domenica 1 maggio all’interno della trasmissione di Radio 3 La lingua batte, dedicata tutta al lavoro. Mi ha fatto delle belle domande, affatto scontate, e io sono uscita dal grande portone tutta contenta, pensando a che bel regalo mi ha fatto la vita: aver seguito il filo delle parole e non aver perso niente di quella curiosità, quella voglia di scoprire, di studiare e di entusiasmarmi che avevo allora.
PS Sul sito di La lingua batte potete ascoltare i podcast di tutte le trasmissioni, ma da non perdere è anche il vivacissimo gruppo su Facebook.
PS Aggiornamento: l’intera puntata si può riascoltare qui (la mia intervista è alla fine, al 49° minuto).
Radio3, l’unica che ascolto ancora (domenica, ahimé, sarò da mia suocera!)
e brava Luisa
Sono riuscito ad ascoltare la trasmissione, che bello! Hai anche una bella voce sexy 🙂
Questa non me l’aveva ancora detta nessuno, e me la prendo volentierissimo 😉
(è vero, anche se solo il personaggio di pornoscintille mi ha spinto a scriverlo, rischiando che mi tirassi Guerra e pace appresso ;-))
Una trasmissione interessantissima. Il tuo intervento mi è piaciuto molto, intelligente, pertinente e sei stata abile a evitare i facili luoghi comuni sulla lingua di oggi che bla bla bla.
Ma poi, con quella voce sexy …
Ho sentito l’intervista per un felice caso, durante un non previsto spostamento in auto, e per una felice abitudine a RadioTre. Tutto bello e stimolante, ma per me soprattutto la conferma che saper scrivere resta fondamentale anche quando cambiano radicalmente i media e i canali dove farlo.
Giorgio, ringraziamo allora il caso, così felice, che ci ha fatto reincontrare 🙂 Un carissimo saluto. Luisa
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