
Vivo giorni strani, una specie di intercapedine, di limbo, tra il non far niente vacanziero e gli impegni serrati che mi aspettano a settembre. Ho deciso di concedermi il lusso di fare quello che mi va, che sia lavoro, letture, riflessioni o altro.
In questo ritmo pacato sto stranamente riuscendo a combinare più di qualcosa, ma soprattutto sto osservando il mio rapporto con i tempi di lavoro. Non per ricavarne la solita lista di buoni propositi – per carità! che quella non fa altro che aumentare la mia ansia – piuttosto per provare o prolungare il gusto di lasciarmi andare.
E così, mentre gironzolo in rete, incontro un podcast (poi di questa storia dei podcast nei siti di scrittura ne riparliamo) di Copyblogger dedicato proprio ai tempi e alla produttività. Finalmente qualcuno contro la famosa tecnica del pomodoro! Quella che ti chiede di settare il timer della cucina per 25 minuti, cominciare a scrivere e prenderti una breve pausa solo quando questo suona. La mia mente non assomiglia a una pentola dove l’acqua deve bollire e basta accendere il fuoco e comincia a scaldarsi. Io sono una da attesa, da cincischio, da prima caffè e tisana, da prima giretto in rete, da prima post mattutino come questo. Non vuol dire che non sappia scrivere come un soldatino, ma che non è la mia dimensione, non ne ricavo piacere.
Per me, la scrittura è anche un fatto di energia che si deve mettere in moto: lo chiamo il prana scribacchino. Ha bisogno di respiro, di stretching, di allungamento, di nutrimento, ma quando si mette in circolo comincia a correre e mi pone in quello stato di flow da cui derivano sia la produttività alta sia la gioia di lavorare. Non potrei sopportare di essere “svegliata” dal driiiin del pomodoro e riposare a comando. Proprio io, una precisissima che non porta orologi.
Su questo blog leggi anche:
L’arte della corsa
Questione di ritmi
Scrivere in affollata solitudine
Non insistere, cambia strada e soprattutto corri
C’è un tempo per ogni testo
A tappe, o tutto d’un fiato
Cara Luisa, che peccato non poterti mandare la foto dei pomodori, che ho rigorosamente tagliato a metà per seccarli, proprio tra due righe di scrittura e due righe di lettura…come faccio sempre! Non sempre pomodori ovviamente!
Nicoletta
Ciao, Luisa
Trovo da quando conosco il tuo blog molte sintonie con te.
Anche quando lavoravo per l’azienda di formazione ed ero responsabile di mezza Italia i miei tempi non erano serrati nonostante la mole di lavoro.
Il mio tempo deve fare i conti con il caffè e il RIMUGINARE.
Grazie per le riflessioni che proponi.
Buona giornata.
F.P
Per favore, di quella storia dei podcast nei siti di scrittura ne riparli presto? Mi interessa molto, come podcastaholic…
Bello leggere di chi è come te … allarga il cuore … aiuta a riconoscersi e amarsi.
[…] Una volta trovato il ritmo, il tuo scrittore interiore si metterà a correre e tutto scorrerà liscio. Luisa Carrada, un’altra eccellenza italiana del copywriting, lo ha recentemente battezzato nel suo blog: “il mio prana scribacchino”. […]