L’avevo detto che mancava ancora un piccolo post sulle lezioni tratte da The Sense of Style di Steven Pinker. Il tema sembra uno di quelli di lana caprina: i connettivi, cioè le paroline che permettono di collegare un periodo con l’altro in un testo coerente e coeso. Il testo coerente – scrive Pinker – è quello in cui il lettore sa sempre quale relazione c’è tra periodo e il successivo e può seguire agevolmente il ragionamento dell’autore.
I libri di scuola elencano e classificano i connettivi secondo la loro funzione e invitano a usarli, e usarli bene, per articolare meglio il discorso. Naturalmente anche io li uso (ho una smodata passione per eppure, che devo continuamente sorvegliare), ma nel tempo ho preso gusto a cercare di usarli sempre meno e anche quando scrivo un post su questo blog alla fine ne levo sempre qualcuno.
Pensavo fosse per la pletora di connettivi che vedo nei testi aziendali: dunque, infatti, quindi, di conseguenza, in particolare, in altre parole, benché, ancorché, perché, perciò, allora, così, in questo modo, d’altra parte, diversamente, al contrario, dal momento che, dato che, comunque, tuttavia, infine, analogamente a, pertanto, infine…
Il professor Pinker ha la sua spiegazione e il suo consiglio: meglio abbondare con i connettivi quando sappiamo di rivolgerci a lettori meno esperti perché i connettivi li aiutano a seguire il ragionamento, meglio sorvegliarli quando ci rivolgiamo a un pubblico più esperto per il quale i troppi connettivi rendono il testo paternalistico e pedante.
Come si fa? Per esempio con un uso più variato della punteggiatura:
Applicare la crema pulitrice è semplice perché basta passarla con un panno sulla macchia.
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Applicare la crema pulitrice è semplice: basta passarla con un panno sulla macchia.
Scrivendo testi promozionali è facilissimo lasciarsi scappare troppi avverbi, che rassicurano soprattutto chi scrive mentre ben poco aggiungono per chi legge.
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Scrivendo testi promozionali è facilissimo lasciarsi scappare troppi avverbi. Rassicurano soprattutto chi scrive; ben poco aggiungono per chi legge.
È vero: spesso elimino i connettivi di troppo per non suonare come una maestrina. Non dicevamo poco fa che il tono di voce dipende soprattutto dalle piccole cose?
Su questo blog leggi anche:
A scuola ci hanno insegnato a scrivere con molte subordinate, con molti connettivi. Io non li amo. Amo, invece, i punti e le frasi brevi.
Anche il signor Pinker non scherza nella frase che riporti all’inizio. Io avrei diviso il secondo capoverso mettendo un punto dopo “testa” e modificando la frase. Più leggera.
Che dici Luisa? Mi piacerebbe un tuo parere.
Ciao *_))
Fiorella,
a dire il vero, non sono una grande fan delle frasi brevi. A volte ci stanno, soprattutto all’inizio, a volte no.
Sono una gran fan del buon ritmo, di cui le frasi brevi fanno parte. Io ho tradotto rispettando la sintassi originale e credo che Pinker con quel lungo periodo abbia voluto proprio esprimere quel senso di martellamento di cui parla…
Luisa
A quando la versione in italiano?
Grazie Luisa!!!
Simonetta