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risali negli anni

25 Gennaio 2015

Scrivere un libro: e perché mai?

Una settimana fa Davide Pozzi aka Tagliaerbe ha posto su Facebook la seguente domanda:

Siccome praticamente tutti i professionisti del settore che conosco hanno scritto e pubblicato un libro sulla SEO e/o il web marketing, e siccome diverse case editrici han chiesto anche a me (!) di farlo (e io ho sempre risposto di no, non ho proprio la “forma mentis” per scrivere un libro intero), chiedo a tutti questi novelli autori:

1) Ma alla fine della fiera, a livello puramente economico, ci avete guadagnato qualcosa?
2) O lo avete fatto principalmente per “personal branding”?
3) Se volevate fare “soldi veri”, non era meglio la strada del cosiddetto “infoprodotto” (brr…), venduto direttamente senza intermediari?

Perché a me l’idea di metterci una vita per scrivere 200-300 pagine, e poi farci 4 euro in croce, non è che mi entusiasma troppo… a voi sì?

Gli hanno risposto in tantissimi, oltre 120 commenti che sono riuscita solo a scorrere. Già, perché si scrive un libro, che non costa solo tempo ma anche un gran fatica emotiva? Per il tuo personal branding, hanno affermato in molti. Per imparare, hanno detto altri.

Nella mia densissima settimana non ho scritto nulla, ma ogni tanto la domanda tornava, insieme al ricordo del tempo e dei sacrifici per portare a termine quattro libri. Quattro libri scritti in periodi molto diversi della mia vita, ma accomunati da almeno tre elementi.

Il personal branding non c’entra niente, almeno nella motivazione più profonda, anche se una volta scritti i libri mi hanno aiutata moltissimo per farmi conoscere e quindi per fare lavori belli e di soddisfazione.

Il primo elemento è che i miei libri a livello progettuale si sono fatti da soli, nel senso che li ho covati a lungo prima di scrivere una sola parola. Poi a un certo punto – puff! – come dal cilindro magico è uscito un indice bello e pronto. Articolato, ricco, preciso. E a quel punto, che fai? Non lo scrivi? Sei talmente entusiasta, e magari l’editore con te, che fortunatamente non pensi alla fatica e ai pianti che ti farai. L’incoscienza o l’amnesia preventiva sono provvidenziali, altrimenti nell’avventura scrittoria non ti ci imbarcheresti mai.

Il secondo elemento è legato al mio (pessimo e rigidissimo) carattere che vorrebbe sempre tutto sotto controllo. E quale migliore modo di fare il check-up a quello che sai se non costruire un’architettura rigorosa in cui ogni cosa ha il suo posto, dall’inizio alla fine? Non a caso, ho avuto quasi sempre l’ambizione di scrivere libri su un argomento ampio come la scrittura professionale e non un suo aspetto. La torta intera, non i pasticcini o le fettine. Quella torta, soprattutto per Lavoro, dunque scrivo! è lievitata anche grazie a lacrime, dubbi e momenti in cui ho disperato di arrivare fino in fondo. Alla fine di un capitolo, racconto pure come ci sono riuscita. Quel racconto funzionò da catarsi e mi diede nuovo slancio.

Il terzo è che ogni volta che ho scritto un libro ho studiato e imparato moltissimo, un vero salto quantico. Certo, puoi studiare lo stesso, se vuoi, ma studiare per raccontare con chiarezza a qualcun altro ti aguzza la vista e la mente in modo straordinario, per cui non solo apprendi più profondamente, ma connetti le idee, gli esempi, le indicazioni in una trama originale, che si disegna mentre scrivi. Vedere quel disegno che si compone, ti sorprende, e alla fine si tiene, credo sia una delle emozioni uniche che solo un libro può regalarti.

Ora che ci penso, ci sono per me altre due piccole spinte alla scrittura di un libro. Una è l’allenamento ai testi lunghi, al “fiato” che serve per tenere alto il ritmo per giorni o per mesi. Una cosa preziosa soprattutto oggi: è così facile gratificarsi con i testi brevi dei social! Gratificano anche me, ma so che non bastano e che se fai il mio mestiere devi saper correre anche la maratona. L’altra è il piacere che provo io quando scopro un libro che mi emoziona, mi arricchisce, mi spalanca nuove porte. Mi riempie un senso di immensa gratitudine per chi ha avuto la pazienza e la forza di scrivere quelle 300 o 400 pagine anche per me, e penso che se te la senti e se puoi è giusto fare altrettanto.

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0 risposte a “Scrivere un libro: e perché mai?”

  1. E meno male che li hai scritti, aggiungo io. Perchè “Il mestiere di scrivere” mi ha accompagnato nella mia crescita umana/lavorativa come nessun altro testo ha saputo fare. Impagabile

  2. Mi sembra un bel pensiero. Cosa saremmo tutti, se non ci fossero stati libri nel nostro passato? Siamo anche i libri che leggiamo, dal punto di vista professionale e no.

  3. Buongiorno Luisa,
    anche io ho scritto … un semplice enunciato dal titolo “Le immagini nella documentazione tecnica. Storie di fantasmi per adulti” e l’ho pubblicato nei giorni scorsi nel mio blog: http://wp.me/pYL2M-dV .
    Non è un libro ma una “tesina” per un esame universitario che ho sostenuto nei giorni scorsi.
    Una ricerca molto personale dove ho organizzato idee e pensieri raccolti negli anni, farcita da una bibliografia di prim’ordine da cui ho raccolto citazioni, frasi, concetti.
    Considero questa “tesina” uno scheletro a cui aggiungere “ciccia” col tempo, approfondendo alcuni aspetti che, per esigenze di tempo (consegna ai docenti), ho solo parzialmente toccato.
    Ho scritto principalmente per me stesso all’inizio.
    Ho scritto principalmente per condividere esperienze ed idee con coloro che, come il sottoscritto, si formano sul campo tra mille errori e difficoltà ma con un unico obiettivo: apprendere, capire, fare sempre meglio.
    Ho scritto molto (era richiesta una tesina di 10-15 cartelle), ma ho sicuramente imparato molto di più, scoperchiando argomenti che non conoscevo ma che riprenderò con piacere in futuro .
    La bibliografia riportata al termine nel documento resta e rimane, in ogni caso, il riferimento principale per ulteriori approfondimenti.
    Spero di aver realizzato un documento utile e … corretto.

  4. Scrivere un LIBRO è cosa differente dallo scrivere un articolo o un racconto.

    Aggiungo, a quanto scritto da Luisa, è IL FASCINO DI REALIZZARE UN OGGETTO BELLO. Mi spiego, anche se forse ho espresso più volte questo pensiero.

    Il libro È VESTITO e questo fa la differenza.

    Alle ragazze e ai ragazzi del mio Laboratorio di Scrittura, nel quale realizziamo ogni anno un libro, questa magia viene scoperta con stupore quando questo oggetto è tra le loro mani.

    Ho un grande maestro, Bruno Munari, e un grande progetto: realizzare libri per mio nipote sul modello di “Nella notte buia”.

    Più facile dirlo che farlo, però… *_))

  5. ERRATA CORRIGE di parte del commento precedente.

    Le ragazze e i ragazzi del mio Laboratorio di Scrittura, nel quale realizziamo ogni anno un libro, scoprono questa magia con stupore quando questo oggetto è tra le loro mani.

    SCUSATE

  6. Ciao a tutti. Io invece sono una delle tante che vorrebbe scrivere un libro. Ho scritto diversi saggi, e mi diverto a scrivere favole, e quando le persone le leggono mi dicono che devo continuare a scrivere. Non lo so…non ho mai frequentato corsi e non mi sento così “brava”, anche se in realtà è un desiderio che porto dentro da anni. Avrei diverse trame da sviluppare, totalmente differenti l’una dall’altra. Ogni volta mi butto a capofitto e con entusiasmo nella scrittura, magari stimolata da qualche avvenimento intorno a me, ma poi, la vita frenetica di tutti i giorni, la famiglia, il lavoro, e le figlie, fanno salire solo tanta stanchezza e non ho la testa per scrivere. Avete consigli da darmi?

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