“Quanti libri? Li hai scritti tutti tu?” Qualche anno fa la domanda della bimbetta di cinque anni davanti alle tante debordanti librerie della mia casa segnò il vertice del mio biblioego. Un vertice cui lavoravo incessantemente da quando ero una bimbetta anch’io: collezionando libri, chiedendoli in regalo, cercandoli nelle bancarelle e nei fondi di Via del Pellegrino a Roma (una cosa mitica, che ormai non esiste più), facendo anche sacrifici per potermeli permettere, soprattutto in alcuni periodi. Non concepivo la mia vita senza libri: ne leggevo moltissimi, sì, ma contava anche quello che agli occhi degli altri raccontavano di me.
Così, nella calma vacanziera di qualche giorno fa, in quei momenti in cui le attività si acquietano e le verità sopite si affacciano timidamente in superficie, ho fatto un pensiero che lì per lì mi è sembrato tremendo: “Quando mai riaprirò tutti questi libri? Bisogna che cominci a darne via un po’. Piano piano”. E mi sono pure messa a fantasticare su cosa avrei potuto fare con quella parete libera…
Non avrei assolutamente dato via i libri di arte, né quelli di yoga, né buona parte dei libri di lavoro, né i dizionari, né i libri oggettivamente belli da sfogliare e toccare che continuerò a comprare, ma dare via tutto il resto mi è sembrato quasi normale e auspicabile. Persino i bellissimi Meridiani Mondadori e gli Struzzi Einaudi.
Eppure non ho mai comprato e non ho mai letto così tanti libri. Librini, ma anche libroni. Compro al volo, anche di impulso, dovunque sono, appena incrocio qualcosa che mi tenta. Li leggo in ogni momento buono: in fila, in treno, a letto, mentre aspetto dal dottore. Affondare la mano nello zainetto per afferrare il Kindle è un nuovo automatismo. Un gesto di confidenza e totale dimestichezza.
Brutti pensieri? mi sono chiesta dopo qualche minuto di assorta rêverie. Ma no, dai, è che ormai la mutazione è avvenuta.
Il feticcio è andato, i testi restano. Sollievo.
Su questo blog leggi anche:
Ebook: my personal tipping point
Nuove creature editoriali all’orizzonte
Buon anno, Luisa.
A me sta succedendo una cosa strana: quando leggo un libro in e-book che mi piace molto, lo compro anche in versione cartacea. Mi accorgo così che non risparmio, anzi! E la mia libreria trasborda. Sarò ancora nel periodo della transizione…? Chissà.
Io faccio il contrario 😉
Luisa
Avrei potuto cliccare sul mi piace, ma questo post mi piace molto e preferisco scriverlo: mi piace. Buon anno, di libri e no.
Ciao Luisa e complimenti per il tuo blog che mi piace moltissimo. Su questo post… ho lasciato la mia “biblioteca” (montagne di narrativa e tutti i testi scolastici e universitari) a casa di mia madre, perché ho sempre vissuto successivamente in case piccole e ora ho libri in doppia-tripla fila e accatastati in orizzontale sopra le doppie-triple file. Da qualche anno mio marito prova a convertirmi al kindle, ma io non ce la faccio. Per me un libro è un oggetto… da compagnia, con una forma, un peso, un numero di pagine separate da un segno che mi dice dove sono arrivata e quanto mi manca per terminarlo.ICosì da qualche tempo “mi servo” degli scaffali di scambio delle biblioteche oppure (per i libri che mi sono pentita di acquistare…) li rivendo. E poi sono troppo sbadata: il kindle mi cadrebbe sempredalle mani!
scaffali di scambio delle biblioteche? cioè?
sposto i miei libri da casa mia a quella dei miei, li sposto perché a distanza di tempo mi sembra di ritrovarli, mi sembrano nuovi…
Mamma mia, io non so più dove metterli i libri che leggo e compro. Ai piedi del letto ci sono 9 libri da leggere e che leggerò nel giro di un paio di mesi, ma mi sono guardata intorno e mi sono resa conto di una cosa.
Dove cavolo li metto questi 9 libri?
Boh, non saprei, qualcosa mi inventerò, anche perché in lista ho altri libri da leggere 😀
A me accade come ad Anna Maria: se un libro mi piace molto, ed è un ebook, poi lo compro in cartaceo. Se un cartaceo non m’è piaciuto o non ritengo valga la pena tenerlo in libreria, lo passo a qualcun altro. Sostengo sempre il sistema “ibrido”, che affianca gli ebook ai cartacei; l’acquisto del Kobo è stato davvero azzeccato e, in fin dei conti, ho risparmiato anche un po’. Per concludere, quello che è davvero importante è il contenuto: digitale o cartaceo, basta che sia di nostro gradimento. Buonasera a tutti!
Sono una lettrice accanita da quando ero una ragazzina, da quando mi sono detta che non valeva la pena passare le serate a guardare la tv e che leggere era meglio.
Nel frattempo ho affrontato svariati traslochi, abitazioni minuscole e compagni di vita a cui dedicare spazio in casa ai libri pare un’assurdità. Così ne ho dati via molti, di libri e di compagni di vita. Ho venduto libri online e al mercatino dell’usato, altri li ho regalati, altri ancora li ho destinati al riciclaggio della carta. Molti sono ancora disseminati per casa sul tavolino del salotto, sul comodino, sulla lavatrice.