Ci sono i libri tuoi, che sono come i figli. Ma subito dopo ci sono quelli che hai visto nascere e crescere, che sono un po’ come i figliocci. Li segui con apprensione e auguri loro ogni bene. Io di figliocci ne ho ormai parecchi e l’ultimo, cui sono affezionatissima, è Maam: la maternità è un master, uscito pochi giorni fa, scritto da Andrea Vitullo e Riccarda Zezza.
Completo la mia dichiarazione di trasparenza dicendo che Andrea Vitullo è un amico fraterno, che ha molto contato nelle mie scelte professionali degli ultimi anni e anche in qualcuna personale. Ma se ha contato così tanto è perché ha una capacità non comune di guardare lontano e di sapersi tirare dietro gli altri verso obiettivi che sembrano pura utopia, irraggiungibili.
Così è con Maam. Lui e Riccarda ci dimostrano – esperienze internazionali e dati alla mano – che quelle famose competenze manageriali e di leadership che le aziende vanno cercando in giro e per cui mandano i propri dirigenti a fare team building scalando montagne o scendendo giù da una cascata, le hanno già in casa e in estrema abbondanza. “Perché con un bambino entra in casa una scuola di management (e non ne esce più)”.
Le competenze sono quelle delle mamme, dei papà e di tutte le persone che hanno sensibilità e attitudine alla cura degli altri. Quelle mamme che le aziende spesso emarginano dopo la maternità, quei papà cui chiedere un congedo o un part-time rischia di costare molto caro in termini di retribuzione e di carriera.
Ecco come partono i nostri due autori:
In questo libro raccontiamo una storia: la storia più antica del mondo, quella della maternità. Ma, soprattutto, raccontiamo la sua evoluzione: come la principessa delle favole che non dorme più ma scende in campo e combatte, così oggi la mamma sembra avere tutte le doti necessarie per cambiare, in meglio, il mondo del lavoro. Calore umano, agilità mentale, voglia di far vincere tutti. Doti che a casa ci sembrano naturali, sul lavoro diventano preziose, inestimabili agenti di cambiamento. Proprio quelli che le organizzazioni sembrano cercare dappertutto, senza accorgersi di averlo già al loro interno.
La maternità, con tutte le sue meraviglie e ombre, ci conferma così qualcosa di molto interessante… che tutti già sappiamo: il nostro modo di lavorare deve cambiare. Ci sono regole del gioco da buttare via per fare spazio, per vedere, per far succedere altro. Per essere felici in ogni momento della vita, senza sacrificarne uno per averne un altro.
Questo cambiamento di paradigma riguarda le donne e gli uomini, con figli e non. Ci coinvolge tutti. Possiamo partire dall’esperienza della cura per cambiare il mondo. Il lavoro in particolare.
Così com’è il mondo non funziona più e ha bisogno di essere “riparato”. Per farlo, possiamo partire da qualcosa di sostanziale: dalla vita, della nascita, dall’inaspettato. Buttiamo via le vecchie regole, inventiamo qualcosa di nuovo.
Il libro è un vero kit per inventare il nuovo, per approfondire e affermare la leadership materna. Che non è certo un’esclusiva femminile, ma un nuovo modo di essere per tutti. Anzi, credo che una delle parti più sorprendenti sia l’ultimo capitolo dedicato agli uomini, a quanto possano sentirsi più ricchi e liberi di dare se sul lavoro non devono sentirsi obbligati a indossare la corazza del guerriero.
Maam è un libro, un progetto di cambiamento, un sito. Andrea Vitullo e Riccarda Zezza lo presentano sabato prossimo, 27 settembre, alle 11.30, alla Triennale di Milano.
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Grandi verità. Mi piace molto il tuo modo pacato e fresco di proporre temi di grande peso. offri sempre uno spunto di riflessione.
Brava