D’accordo, le pagine potevano essere anche un po’ meno, lei è furbissima e con la faccia di plastica, l’operazione editoriale altrettanto furba e di un tempismo perfetto, ma a me Thrive di Arianna Huffington è piaciuto e spero che anche qui in Italia – dove è pubblicato da Rizzoli con il titolo così così di Cambiare passo – lo leggano molte persone, soprattutto persone che comandano e che possono cambiare il modo in cui nelle aziende si vive e si lavora.
Il libro si apre con una scena cruenta: la donna prodigio Arianna, due anni dopo aver fondato l’Huffington Post, baciata dal successo ma abbandonata dal sonno e dalla tranquillità, crolla nel suo ufficio, batte la testa, si rompe una mascella e si ritrova in un lago di sangue.
Siccome la signora è molto sveglia e anche molto secchiona, una volta appurato che non ha nessuna grave malattia, capisce che così non può andare avanti, che deve cambiare vita e si mette a studiare come. Il libro racconta questo cambiamento dal 2007 a oggi, un cambiamento che parte da sé, ma poi investe la sua azienda, i suoi collaboratori e dipendenti e infine – dato che la signora è anche molto ambiziosa e non si ferma – il mondo delle organizzazioni e la stessa idea di successo.
Le due tradizionali metriche con cui abbiamo sempre misurato il successo, soldi e potere, non bastano più. Almeno non da sole. La terza metrica è data da quattro parole chiave: benessere, saggezza, stupore, dono.
Detta così sembra la tardiva scoperta new age di una cui la vita ha già dato tutto, ma il merito del libro è proprio quello di strappare temi come la meditazione, lo yoga, il benessere, la generosità dall’aura scemenziale new age e di portarle con forza nel mainstream cui oggi di fatto appartengono. La forza è quella di un lavoro da una parte straordinariamente documentato (un quinto del libro è fatto di note a libri, ricerche, articoli, esperienze di prim’ordine), dall’altra intessuto di emozioni, letture ed esperienze di vita, tra cui spiccano bellissime quelle della sua infanzia greca dominata da una mamma saggia e naive, che certe scoperte le aveva già fatte ben prima della sua coltissima e scafatissima figlia.
Il cambiamento è fatto di rivelazioni e attenzioni apparentemente semplici: rubare tempo al sonno non ci rende più efficienti, al contrario; lavorare senza interruzioni non ci rende più brillanti, al contrario; tenere le proprie competenze per sé non ci rende più preziosi, al contrario. La cosa interessante, dati alla mano, è vedere quanti disastri lo stress e un rapporto sballato con il tempo provocano non solo a livello individuale ma anche sul piano della produttività e dei risultati aziendali. Uno su tutti: i paesi europei più competitivi e produttivi sono quelli in cui si lavorano meno ore, l’Olanda, la Germania, i paesi scandinavi. Vivere di più fuori dall’azienda fa bene ai singoli, all’azienda e alla società tutta intera. Se poi in azienda è anche possibile fare dei sonnellini – come nelle nap room del’Huffington Post – si riparte rigenerati e brillanti.
L’appendice dedicata alle app meditative e antistress fa un po’ sorridere, anche se ci sono delle cose carine. Per cominciare a “cambiare passo” in realtà basta fermarsi dove si è e soffermarsi su una cosa che è sempre con noi: il respiro. Se appartenete alla schiera di chi è sempre in lotta con il tempo e si sorprende spesso con il fiato in gola ma è anche affetto da un inguaribile scetticismo verso le ricette facili e le americanate, allora cominciate da un bellissimo librino di uno psichiatra e psicoanalista italiano: Mindfulness di Gherardo Amadei, pubblicato dal Mulino.
Quanto alla nostra Arianna, potete guardare il video del Commencement Speech tenuto l’anno scorso allo Smith College, in cui invita le neolaureate a ridefinire l’idea imperante di successo:
Su questo blog leggi anche:
Un respiro tra l’essere e il fare
Che dire’?è la conferma che quasi sempre abbiamo bisogno che la Vita ci blocchi in qualche modo per farci riflettere su cosa è veramente importante…per riconsiderare la nostra scala di valori.Grazie del suggerimento,regalerò il libro ad almeno due persone”a rischio”…dopo averlo letto anche io Giò
Che bello Luisa, grazie.
Senza niente avere contro la Mindfulness, è forse questa ‘un’americanata’, in quanto concepita da Kabat Zinn, e altri, partendo da concetti di meditazione vecchi di 2500 anni.
A metà degli anni ottanta ero socio di una ditta di Multimedia, (anche se ancora non si chiamava così).
Ora sono un incisore, e lavoro in una boutique della carta.
Devo aver battuto anche io la testa, a qualche punto della mia vita!
😉
Hai ragione, ma Kabat Zinn riconosce in pieno i suoi debiti… quello che ha fatto è un protocollo che rende la meditazione più accessibile e i suoi risultati più facilmente osservabili visto che il programma di Mindfulness nasce in un ospedale ed è adottato in moltissimi ospedali in tutto il mondo, Non mi sembra poco 🙂
Luisa
Concordo, soprattutto nella politica del: Se non hai mezz’ora al giorno da dedicare a te stesso, dedicatene una intera!
Saluti lenti…
[…] Cambiate passo, ma soprattutto fiorite! […]
[…] in the city Pensieri e progetti in movimento Cambiate passo, ma soprattutto fiorite! Un respiro tra l’essere e il fare Ascoltare nello spazio del silenzio Veneriamo la spina […]
[…] and the city Cambiate passo, ma soprattutto fiorite! Un respiro tra l’essere e il fare Ascoltare nello spazio del silenzio Veneriamo la spina dorsale […]
[…] yoga dei copywriter Zen and the city Pensieri e progetti in movimento Cambiate passo, ma soprattutto fiorite! Un respiro tra l’essere e il fare Le forze della scrittura, oltre le parole Ascoltare nello spazio […]
I were caught in same trouble too, your solution really good and fast than mine. Thank you. https://www5.tubeqd.com
Not everyone can think about that, it really hard to do tho, but if follow this way, it become possible to success. Thank for your shared. https://www.javmec.com/category/censored
That’s true, i have same opinion with you about this. We should together figure this out. https://www5.javwide.com