Buffa giornata oggi, in cui mi trovo a fare un’operazione opposta su due testi diversi.
Nella revisione di un lungo contratto devo assicurarmi non solo di aver usato sempre le stesse parole per dire le stesse cose, ma anche le stesse strutture sintattiche e lo stesso ordine per lo stesso tipo di informazioni.
La ripetizione che rassicura, chiarisce, orienta.
Nella stesura dei testi per un sito web devo invece dare fondo a tutte le mie capacità di variazione. Si tratta di un portfolio che racconta come lo stesso prodotto-servizio permetta di dare vita a un progetto sempre diverso: il design e la realizzazione di allestimenti fieristici. Il portfolio è ricco, il mercato lo stesso, il prodotto lo stesso – uno stand o un insieme di stand. Ma chi sfoglia il portfolio deve “vedere” un ventaglione di possibilità e cogliere tutte le differenze tra un progetto e l’altro. Per esprimerle bisogna essere capaci di un ventaglione di variazioni. Quando non ce la faccio più con le parole, vario di sintassi, di ordine, di suoni. Ma non basta: ogni scheda del portfolio ha il suo microtesto di 160 battute in home page, che non possono essere uguali identiche a quelle della scheda. Parenti, assonanti, simili sì, ma identiche no.
La variazione che uccide la monotonia e accende l’immaginazione.
ma tu sei talmente brava che cogli l’opportunità che cresce accanto alla spina nel fianco
Molto interessante questa contrapposizione, un po’ come tra polo nord e polo sud … opposti sì, ma immersi comunque dello stesso elemento: ghiaccio
La cosa mi ha incuriosito e mi sono chiesto: come avrei iniziato io?
Sperando di non essere banale, fuoristrada o annoiarvi, riassumo le mie due idee.
Mi immagino due fogli bianchi, uno per ciascun “polo”.
Primo “polo” – polo nord:
– nella parte superiore del foglio avrei riportato lo schema della struttura fissa da mantenere;
– sotto a questo schema avrei trascritto, riga dopo riga (quindi verticalmente dall’alto verso il basso); termini e frasi che si ripetono. Ovviamente ogni riga corrisponde ad una frase diversa;
– terminata questa fase delle “ripetizioni”, avrei completato ogni singola frese (riga).
Secondo “polo” – polo sud:
– avrei tentato con una mappa mentale (navigando tra i ghiacci un mappa può fare comodo…):
– al centro una bella nuvoletta con il nome del/i prodotto/i o l’immagine del progetto;
– alla nuvoletta centrale avrei collegato tante altre nuvolette quante sono le variazioni;
– ad ogni nuvoletta-variazione avrei poi aggiunto ulteriori sotto-nuvolette;
– magari mi sarei accorto che alcune variazioni si possono ottenere collegando o modificandone altre.
Ringrazio per questo interessante spunto che mi ha permesso di “giocare” con la fantasia su un progetto reale.
[…] Tra ripetizione e variazione Luisa Carrada descrive due tipi di testo che richiedono un approccio diverso: in un contratto, […]