Dopo il successo travolgente di Steal like an artist – inno al furto creativo –, Austin Kleon ci riprova con Show your work! – inno alla condivisione –.
Inno piuttosto generico a dire il vero (tra i consigli non manca – of course – “tell good stories”), anche se scritto con garbo e confezionato molto bene. Austin si definisce infatti “scrittore che disegna” e spesso disegna meglio di come scrive. Le cose più godibili del libretto quadrotto sono proprio le immagini disegnate a mano, che offrono ottimi spunti per realizzare delle belle slide personalizzate.
Tra i consigli, ho apprezzato Read obituaries e Turn your flow into stock.
Per quanto riguarda i “coccodrilli”, è una cosa che faccio anch’io, senza darlo troppo a vedere. Quelli dell’Economist sono dei piccoli capolavori settimanali di scrittura, tutt’altro che tristi, perché celebrano vite ricche e interessanti, di persone più o meno famose, che hanno lasciato una traccia nel mondo.
Nel trasformare il flusso quotidiano di post e tweet in qualcosa di solido mi sono veramente riconosciuta: i miei libri sono nati esattamente così. Ecco il processo suggerito da Kleon, che è anche il mio:
Il tuo magazzino lo costruisci raccogliendo, organizzando ed espandendo i tuoi flussi informativi quotidiani. I social media in fondo non sono altro che taccuini pubblici, luoghi in cui pensi ad alta voce, lasci esprimere il pensiero di altri, e poi ci ripensi. Ma per trarne il massimo devi tornarci su più e più volte. Devi sfogliare i vecchi post per vedere cosa avevi pensato quel giorno. Se la condivisione diventa parte del tuo quotidiano, nel tempo vedrai emergere temi e tendenze. Nel flusso comincerai a scorgere degli schemi.
Una volta individuati gli schemi, puoi cominciare ad aggregarvi intorno le tue piccole scritture quotidiane, per trasformarle in qualcosa di più grande e più solido. Il flusso diventa un magazzino. Molte idee di questo libro sono nate come tweet, per diventare post del mio blog, e infine capitoli di questo libro. Le piccole cose, nel tempo, possono diventare anche molto grandi.
Condivido sul discorso “Social come taccuini pubblici”: sono un modo semplice per trovare il meglio che c’è, anche se poi nella scrittura sei tu a scegliere cosa scrivere e come farlo. Allenarsi al gusto e alla creatività aiuta sempre. Un abbraccio Luisa.
Qualcuno sa cosa significa “LATTES” nella slide “what to show”?
cappuccini poco macchiati, in America si chiamano “latte”
articolo interessante come sempre, soprattutto il consiglio di elaborare il flusso di spunti, un lavoro titanico ahimè ma necessario.
[…] Guardo solo le figure […]