La sera dopo il primo tentativo, ha riaperto il libro di Hesse, mettendo un po’ di distanza, sia spaziale che temporale, tra lei e lo schermo del suo computer. «Ho messo tutto da parte. Mi sono detta: “lo devo fare”. La prima sera è stato difficile e anche la seconda sera non è stato affatto facile. Ci ho messo due settimane, ma alla fine mi sono riabituata a leggere e mi sono goduta il libro fino alla fine».
E poi lo ha letto di nuovo. «Volevo apprezzare questo modo di leggere e quando ci sono riuscita è stato come guarire. Ho ritrovato la mia capacità di andare lentamente, gustare quel che leggo e pensare».
Un paio di post fa parlavo della mia rieducazione alla lettura lenta. E stamattina leggo che Maryanne Wolf ha fatto la stessa cosa. Lo racconta in un bell’articolo sul Washington Post, Serious reading takes a hit from online scanning and skimming, researchers say, tradotto oggi da Il Post con il titolo Non leggiamo più come un tempo.
Maryanne Wolf è una meravigliosa scienziata, studiosa del cervello e della lettura, capace di parlare veramente a tutti. Dall’articolo apprendo che sta scrivendo un altro libro. Ne sono felice perché Proust e il calamaro è stato una lettura decisiva per me e gli dedicai un post appena chiuso il libro: Continuare a danzare con i testi.
Condivido la lentezza nella lettura: un piacere assoluto (*_))
Spero di dire anch’io una cosa del genere, un giorno. Leggo davvero troppo velocemente.
(P.S. Un premio per te sul mio blog!)
[…] Il ritorno dello slow reading Pensieri e progetti in movimento Tra una parola e l’altra, il tempo di ridere e piangere Sul web, così si legge, così si scrive (dati alla mano) Letture e carte topografiche Il cervello che legge, e noi che viviamo Continuare a danzare con i testi Anatomia della lettura Nanocontent per minischermi Leggere sullo schermo, meno facile di quanto pensiamo […]