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Nell’era digitale i testi brevi sono sovrani. Abbiamo sempre più bisogno di ottimi testi brevi.
Testi che ci facciano fermare, leggere e riflettere in un mondo sempre più veloce.
Una cultura affamata di tempo ha fame di testi snelli, semplici, puliti e diretti.
Nel post di ieri parlavo di “ottimi testi brevi”. Ma quali sono? La definizione di Roy Peter Clark nella prefazione del suo ultimo libro, che fa la storia dei testi brevi dalla notte dei tempi, mi sembra perfetta: sono quelli che ci fanno fermare, leggere e riflettere in un mondo sempre più veloce.
L’ha ribloggato su Pensieri nella Nuvolae ha commentato:
To read!
Gentile signora Carrada,
la leggo con piacere perché mi interessa la scrittura, anche se non so bene che forma dare a questa mia passione. Le segnalo, perché mi è saltato agli occhi, un banner pubblicitario che campeggia da tempo su un sito di informazione locale delle mie parti. Il link è: http://www.viveresenigallia.it/
In alto si sarebbe potuto scrivere senza contorsioni: “Smettere di fare pubblicità per risparmiare soldi è come fermare l’orologio per risparmiare tempo”. Non crede?
Saluti.
Monia Casagrande da Trecsatelli (AN)
P.S. A me, invece, la nuova impaginazione del sito del Corriere della Sera non piace perché i titoli bianchi sulle foto (troppe!) non si leggono e lo scorrimento della pagina non è fluido.
Trecastelli, chiedo scusa.
L’ha ribloggato su Pietro Cottu.
[…] How to write short. […]