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risali negli anni

12 Gennaio 2014

Contare fino a dodici

Lo so che ormai sono in ritardissimo con i buoni propositi, ma è ora che torno ed è da domani che per me tutto ricomincia.
In compenso però quest’anno il buon proposito è uno solo, netto, chiaro, senza scampo, il che dovrebbe renderlo – almeno in teoria – facile da mantenere: fare una sola cosa alla volta. Anche e soprattutto quando le cose da fare diventano tante.

Che il multitasking sia fonte di produttività è pura illusione: “Esistono un’infinità di studi che dimostrano che il multitasking ha effetti devastanti sulla produttività. Fare molte cose contemporaneamente significa una cosa sola: non prestare attenzione, e farle male!”, come scrive lo psichiatra Gherardo Amadei in Mindfulness, Essere consapevoli, un piccolo libro del Mulino che negli ultimi mesi ha contato molto per me e mi ha offerto innumerevoli spunti di riflessione anche per il mio lavoro.
Così, per me e per voi, su questo blog inauguro il 2014 con una poesia di Neruda che mi è piaciuta molto, Silenzio:

Ora conteremo fino a dodici
e rimaniamo tutti quieti.

Per una volta sulla terra
non parliamo in nessuna lingua,
per un secondo fermiamoci,
non muoviamo tanto le braccia.

Sarebbe un minuto fragrante,
senza fretta, né locomotive,
saremmo tutti uniti
in un’inquietudine istantanea.

I pescatori del freddo mare
non farebbero male alle balene
e il lavoratore del sale
guarderebbe le sue mani rotte.

Quelli che preparan guerre verdi,
guerre di gas, guerre di fuoco,
vittorie senza superstiti,
si metterebbero un vestito puro
camminerebbero coi loro fratelli
nell’ombra, senza far nulla.

Non si confonda ciò che voglio
con l’inazione definitiva:
la vita è solo ciò che si fa,
non voglio saperne della morte.

Se non potemmo essere unanimi
muovendo tanto le nostre vite,
forse non far nulla una volta,
forse un gran silenzio
potrà interrompere questa tristezza,
questo non intenderci mai,
e minacciarci con la morte,
forse la terra c’insegnerà
quando tutto sembra morto
e poi tutto era vivo.

Ora conterò fino a dodici,
tu tacerai e io me ne andrò.

Insomma, non fare meno, ma agitarsi meno. E prima di saltare alla seconda attività, contare fino a dodici.

Se il tema della consapevolezza ti interessa, puoi rileggere un mio post di qualche tempo fa, Un respiro tra l’essere e il fare, oppure leggere uno degli ultimi post di Brain Pickings, An antidote to the age of anxiety.

Ma su questo blog ci sono anche:

Le forze della scrittura, oltre le parole
Ascoltare nello spazio del silenzio
Armonie in bianco e nero
Veneriamo la spina dorsale
Concentrazione e/è felicità
Risvegli
Auguri al nostro io creativo
Ritmi
Solidi auguri
Potenza di un soffio
Il suono della vita
Pratiche
Fluire di forme
10 buone ragioni per praticare lo yoga

E poi c’è sempre il quaderno Yoga e scrittura.

0 risposte a “Contare fino a dodici”

  1. Il libro di Gherardo Amadei ha contato moltissimo anche per me.
    E’ un libro diverso dai tanti altri che trattano la mindfulness. Diverso nei contenuti ma, a mio avviso, diverso anche nello stile. E’ uno scrivere solido e rigoroso dal punto di vista scientifico ma allo stesso tempo molto “caldo” e autentico.
    Un libro mindful in tutto, da leggere assolutamente per chi si occupa di mindfulness ma anche per chi semplicemente la pratica

    • Roberta,

      grazie. Hai colto e reso perfettamente lo spirito del libro di Amadei.
      È un libro speciale per chiarezza e profondità, che ha tantissimo da dare e dire a tutti. Soprattutto in tempi accelerati e confusi come questi.

      Luisa

  2. Non solo sono d’accordo, ma lo ripeto a me stessa in continuazione: fai una cosa per volta, ti riesce meglio.

    Penso inoltre che “fare una cosa per volta” permetta di godere di ciò che si sta facendo, nell’obiettivo da raggiungere e nel percorso per raggiungere la meta (*_))

  3. Concordo su tutto.Ultimamente ho letto questa citazione di Pascal”Il presente non è mai il nostro scopo:il passato e il presente sono i nostri mezzi;l’avvenire solo è il nostro scopo.in tal modo noi non viviamo mai,ma speriamo di vivere e predisponendoci sempre ad essere felici,è inevitabile che non lo siamo mai”….è solo prestando attenzione alle azioni “minime”che possiamo goderci la vita.
    La poesia di Neruda è molto bella.Grazie Giò

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