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risali negli anni

6 Novembre 2013

Serendipity della vita

Anche questo è un post ferroviario, perché l’idea di scriverlo mi è venuta proprio poco fa, mentre aspettavo il mio treno per Milano. Mi sono vista lì, in attesa, con il mio trolley e lo zainetto, che in pochi chili contengono “tutto il mio piccolo mondo ordinato”, come scherza un amico che mi conosce bene. Dall’ipad per lavorare all’abbigliamento per tre giorni, dalla pashmina per coprirmi nelle correnti di una stazione fino al tappetino di yoga da viaggio, da srotolare anche nell’angolino di una stanza d’albergo.

Una vita abbastanza nomade, senza troppe sicurezze, al di là di quello che so e vado continuamente imparando, che mi impegno ad applicare e a trasmettere nel mio lavoro. Una vita molto diversa da quella che avevo immaginato per me da ragazzina, negli anni di studio e anche all’inizio del lavoro. Soprattutto quando entrai in azienda, tirai finalmente un sospiro di sollievo: avevo un ottimo lavoro fisso e una carriera che immaginavo ormai tranquilla e luminosa.

Invece, tutto nella mia vita lavorativa è andato in un altro modo, fin dall’inizio. Da bambina e fino a tutta l’università ho avuto un unico chiodo fisso: l’arte, la pittura soprattutto. Non mi vedevo in nessun altro luogo se non in un museo. Mi ero costruita una ricca biblioteca e ho passato le mie estati a girare musei in tutta Europa.

All’università ho evitato ogni esame di linguistica o grammatica italiana per essere sicura di avere piuttosto una solidissima base storico-artistica, dalla preistoria all’arte contemporanea. Studiai invece a fondo le lingue degli altri, per essere sicura di poter andare a lavorare anche all’estero. Scrivevo in francese e in tedesco senza errori, ma in italiano non distinguevo un accento acuto da uno grave. Insomma allora neanche lontanamente potevo immaginare quanto le parole e la lingua italiana avrebbero invece contato nella mia vita.

Dopo la laurea, le parole si sono affacciate attraverso un breve contratto in Rai e le immagini si sono sempre più allontanate, almeno nel lavoro, perché nel cuore e nella passione ci sono rimaste sempre, come ben sanno lettrici e i lettori di questo blog.

Da quelle prime parole scritte con fatica perché con leggerezza prendessero il volo nell’etere tutto è andato un po’ da sé: i testi per la radio, la comunicazione aziendale, i primi corsi di scrittura organizzati per i miei colleghi, il sito, il blog, i libri, e infine il salto nella libera professione.
Niente di pianificato: ogni volta ho fatto qualcosa, ho inseguito non un sogno ma una passione o un interesse, e alla fine mi sono ritrovata con qualcos’altro. Qualcosa che mi piaceva.

Se vi racconto tutto questo è per dirvi che quello che racconta Annamaria Testa nel suo ultimo post  a proposito dei percorsi non lineari della creatività non vale solo per i geni della scienza o per gli scrittori famosi, ma spesso anche per le persone normalissime, che non hanno nulla di speciale. Io non sono una persona particolarmente creativa – non so inventare nemmeno una piccola storia – però quel poco di creatività che mi è stata data credo di averlo speso nell’inventarmi un lavoro che prima non c’era. Solo che non l’ho fatto con quel preciso obiettivo in mente, ma giorno per giorno, quasi senza accorgermene. Non vuol dire che non sia stato faticoso, difficile, pieno di ostacoli, ma che questi sono stati diluiti nel tempo in un percorso, appunto, affatto lineare. Condivido quindi molto le considerazioni finali di Annamaria dedicate ai ragazzi che ora studiano e si affacciano nel mondo del lavoro:

Non pretendere di avere a tutti i costi le idee chiare sul proprio futuro a diciott’anni o a ventidue, essere aperti alle opportunità e alle esperienze, essere flessibili e saper recuperare dopo gli inevitabili fallimenti. Anzi: saper trasformare i fallimenti in materiale su cui ragionare e a partire dal quale, magari, inventare.

È stato vero per me e tanto più lo è oggi, in tempi di cambiamenti velocissimi e di vite lavorative lunghissime. Scrivendo scrivendo sono quasi a Milano. Mi attende una lunga riunione con persone che conosco solo via mail e per telefono ma con le quali lavorerò molto nei prossimi mesi a un progetto di scrittura bello e audace. Poi, fino a venerdì, sarò a completare la formazione agli assistenti sociali. Da un mondo all’altro. Ma sempre con il mio “piccolo mondo ordinato” al seguito.

0 risposte a “Serendipity della vita”

  1. Cara Luisa,
    anche a me ha colpito quest’ultimo post di Annamaria Testa, tanto da aver inviato questo pensiero. “La mia opinione è che il talento si comporta come l’inconscio: sale a galla anche se lo vuoi conservare sotto vuoto. Se decidi di dargli aria, vive e ti dà un sacco di soddisfazioni. Se invece gli dai sepoltura, sei molto fortunato se la normalità di un solo lavoro ti appaga per tutta la vita.”
    Anche io come te, come tanti, avevo cominciato la mia vita in un modo, ma poi, zigzagando, mi trovo oggi in un altro. La passione per la scrittura ha scardinato il compartimento stagno dove l’avevo relegata anni fa…
    E’ quello che dico ai miei figli: fate oggi quello che volete e potete fare, è solo l’inizio…
    Buon viaggio e buon lavoro, Luisa 😉
    Anna Maria

  2. Buongiorno Luisa,
    grazie per questo post. E’ vero. Anche nel mio caso i sentieri sono stati diversi e serpeggianti. Da ragazza volevo fare l’attrice di prosa, ma non ho passato l’audizione alla scuola del Piccolo Teatro di Milano. Ferita e delusa, ho “ripiegato” sull’università: lettere con indirizzo storico-artistico. Ma con l’arte non si mangia. Erano i favolosi anni Ottanta e ho “ripiegato” sulla pubblicità: copywriter, un mestiere di cui ignoravo tutto, persino l’esistenza. Quando sono entrata in Mondadori mi son detta: sono a posto per la vita. E invece no: un percorso in discesa nello spocchioso mondo dell’editoria commerciale… Adesso, nella mezza età, faccio la guida turistica e storico-artistica a Milano: tanto studio, tanta fatica, soldi davvero pochi, ma… sono felice. Quando “racconto” monumenti e quadri a gruppetti di turisti e vecchietti attenti e curiosi, in fondo è un po’ come recitare.

  3. Ciao, di nuovo!

    Annamaria Testa, ce l’ho in “testa” da un sacco di tempo e l’ho pure “ordinato” (nei miei pensieri e dovunque: quaderni, promemoria e tutto il resto. Purtroppo mi serve il trolley piccolo: il mio ha una ruota che non funziona, gli altri son bellissimi ma troppo grandi 🙂 ).

    Mi è arrivato l’sms della libreria ma non sono ancora riuscita a salire in centro storico.
    Prima o poi ci vado!
    Siccome l’ebook, allora, non c’era ancora, ho ripiegato sul cartaceo (amo molto di più il secondo).

    Ma siccome l’ho ordinato ed è solo mio, quel libro lo avrò! 😉

    (Non tanto breve e manco concisa, ma in fondo ci arrivo sempre; “a buon intenditor poche… “, dice la Santa Carrada! 🙂 )

    Luisa

    ps: lunedì vado a Bologna ma ancora quel biglietto non l’ho ordinato. Volevo studiarmi un po’ la Carta Freccia (semplifico ma non ho ancora twitter).
    ps2: amo wordpress, Amazon e tutto… ma mi piace un sacco Giorgia e l’editing/scrittura. Quindi, adesso, metto tutto in ordine e… SCRIVO!

  4. Cara Luisa,
    sono troppo indiscreta nel chiederti di che progetto di scrittura bello e audace ti occuperai nei prossimi mesi, a Milano?
    Grazie.

    • Come priorità ho solo l’IEO ma posso sempre aggiungere tante cose (tra cui, per esempio, Ughetta Radice Fossati…) e tanto altro.

      Anche un bel weekend con mio marito – magari senza figli – ma non credo lui abbia le ferie per accompagnarmi 😉

      Quindi: sono aperta a tutto, SENZA TUTTO (il titolo del mio prossimo, spero, post 😉 )

    • Non sei indiscreta, sei giustamente curiosa, ma i miei clienti mi fanno firmare fior di accordi di riservatezza. È per questo che a volte appaio reticente… l’importante è che poi riporti su questo blog quello che ho imparato.
      Comunque, la mia riunione è andata benissimo.

      Luisa

  5. Sono d’accordo su tutto. E’ bello affacciarsi in mondi nuovi e scoprire che ci piacciono e ci sorprendono.
    Anche io ho avuto un percorso non lineare, ma lo sento profondamente mio. A volte mi sono sentita dire, anche in colloqui di lavoro, “il suo percorso non è coerente”.
    Ho l’impressione che un percorso non lineare sia guardato con un certo sospetto.
    Ciao Luisa e grazie per i tuoi ricchissimi spunti. Federica

  6. Grazie a tutte delle vostre storie…
    Marica, conosco bene la gioia di condividere le emozioni che l’arte sa regalare. Noi storici dell’arte siamo quelli con i percorsi meno lineari proprio perché con l’arte non si mangia. Ne conosco a bizzeffe nel mondo della comunicazione. Eppure noi italiani siamo seduti su una miniera d’oro se solo sapessimo valorizzarla…

    Luisa

    • Cara Luisa,
      mi chiamo Laura (e anche Luisa!) e leggendo il tuo post mi sono ritrovata a casa. La tua storia potrebbe essere la mia, seppur più in piccolo e con molti meno successi!

      Laureata in Estetica ho iniziato a lavorare prima in una grande azienda, poi sono approdata a una piccola radio e infine in una minuscola agenzia di pubblicità di Milano: è qui che è iniziata la mia avventura di copywriter.

      Ora, dopo tre figlie, lavoro da freelance e mi occupo anche di comunicazione interna per una banca, si, devo ammettere, in questo caso si tratta di un cliente importante. All’orizzonte ho anche un progetto in cui sarò docente di scrittura efficace, questa volta ancora nella mia piccola provincia (Alessandria).

      Ma non volevo tanto raccontarti la mia storia quanto ringraziarti.
      Ti seguo da sempre e per me sei stata un’insegnante, un riferimento, un esempio per dieci anni.
      Ora sto leggendo il tuo bel libro: chiaro, che illumina, semplice, che appassiona, preciso, che svela e rivela tanti utili attrezzi del mestiere.
      Ancora grazie per la tua generosità e la tua disponibilità a condividere con tutti noi le tue passioni e i tuoi pensieri.

      Laura

  7. Grazie per questo bellissimo post.
    In un certo senso è rassicurante: essere aperti alle esperienze, agli incontri fortuiti, alla curiosità riempie la vita di una leggerezza che vale la pena vivere.

  8. In fondo però tu Luisa ti occupi di comunicazione e scrittura praticamente da quando hai Iniziato a lavorare, e una laurea in lettere e’ un background adatto x questo tipo di lavoro. Altre persone si trovano a svolgere lavori molto più lontani dalla propria laurea. Questo soloper dire che la linearità o meno del proprio percorso forse è anche una percezione personale.
    Con grande stima. Anna

  9. Cara Luisa

    ho 27 anni e proprio oggi mi trovo di fronte ad un altro rifiuto, ennesima delusione. Sconfortata, ho aperto il tuo blog e ho trovato questo articolo: mi piace interpretarlo come un segno del destino; ero abbastanza demoralizzata ma leggere le tue parole mi ha ridato ottimismo.

    Come tanti altri, anche io ho dei sogni nel cassetto, progetti per il futuro… la strada per realizzarli è confusa, a volte pare impossibile da intraprendere.
    Si elogia sempre la perseveranza, quand’è il caso di dire “Basta, abbandoniamo questo vicolo cieco e dedichiamoci a tutt’altro”?
    A volte sono le circostanze che ce lo impongono (la necessità di lavorare), certo è che è difficile tagliare il “ramo secco”, sperando che la pianta in futuro ributti da un altro germoglio, magari più bella e fiorita di prima, intraprendendo con coraggio (e un po’ d’azzardo) uno di questi percorsi non lineari.

    È da qualche tempo che seguo il tuo blog, ma è la prima volta che commento. Colgo l’occasione per ringraziarti, offri sempre ottimi spunti e idee.

  10. Luisa, TU ed Annamaria Testa siete un patrimonio per noi che vi leggiamo, ma anche per questa Italia un po’ traballante.

    Da piccolo il mio desidero era semplice e faceva sorridere parenti e amici: “farò il casalingo!”.
    Crescendo: la scuola terminata a 16 anni per un lavoro; il diploma ITIS conseguito a 24anni alle scuole serali; un nuovo lavoro, fisso, migliore, indispensabile per dare garanzia alla famiglia ma che toglie ossigeno ad idee e sogni poi, finalmente … il mio secondo tempo: un meraviglioso viaggio fatto di interessi, passione e idee, un viaggio forse non lineare ma sicuramente a senso unico.

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