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risali negli anni

13 Ottobre 2013

Poesie mandate a memoria e nuvole di fumo

Oggi un articolo di Marco Belpoliti sulla Domenica del Sole 24 Ore ricorda che dopodomani, 15 ottobre 2013, Italo Calvino avrebbe compiuto novant’anni. E ricorda anche una delle sue ultime interviste, in cui gli venne chiesto come immaginasse la vecchiaia nel nuovo millennio.

Il 2000 era ancora di là da venire e la parola millennio evocava da sola un futuro fascinoso e misterioso. Italo Calvino era uno preciso, di pensiero e di penna, ma di una precisione visionaria. Rileggere oggi – in tempi di letture frammentate e veloci, di navigazioni molteplici – le sue Lezioni americane fa venire i brividi. Ne scrissi ormai tanto tempo fa, agli albori del web e non avevamo ancora visto niente.

Per questo il titolo dell’articolo, I tre talismani di Calvino, ha subito attirato la mia attenzione. I talismani venivano chiesti a Calvino alla fine dell’intervista come chiavi per il nuovo millennio. L’articolo vi accenna soltanto, ma sul sito della Rai ho trovato la sua risposta completa:

  • Imparare molte poesie a memoria: da bambini, da giovani, anche da vecchi. Perché fanno compagnia: uno se le ripete mentalmente.
  • Inoltre, lo sviluppo della memoria è molto importante. Anche fare dei calcoli a mano: delle divisioni, delle estrazioni di radici quadrate, delle cose molto complicate.
  • Combattere l’astrattezza del linguaggio che ci viene imposto, con delle cose molto precise.
  • Sapere che tutto quello che abbiamo ci può essere tolto da un momento all’altro. Certo, goderlo: non dico mica di rinunciare a nulla, anzi. Però sapendo che da un momento all’altro tutto quello che abbiamo può sparire in una nuvola di fumo.
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0 risposte a “Poesie mandate a memoria e nuvole di fumo”

  1. un post da rileggere giorno dopo giorno. grazie a te, Luisa, e grazie a tutti coloro che ricordano Calvino e la sua saggezza, d’intelletto e di penna.

  2. Il consiglio “Fare calcoli a mano” mi ha ricordato il mio vecchio professore di matematica delle medie che insisteva sempre perché non usassimo le calcolatrici tascabili (la novità del momento), esortandoci invece a imparare a fare calcoli mentalmente per allenare il cervello.

    Un ottimo consiglio che purtroppo spesso ignoriamo, preferendo la velocità e precisione delle macchine; a volte anche perché abbiamo dimenticato le basi matematiche.
    Estrarre una radice quadrata! E chi sa più come fare ormai?

    Stesso discorso per le poesie: da bambini impararle a memoria ci sembrava una tortura inutile (e spesso lo era davvero!); poi col tempo qualche frammento ti torna in mente nei momenti più disparati e rimpiangi di non averle imparate meglio.

  3. Ciao Luisa,
    mi pare che ci siano molte evidenze mediche che consigliano l’allenamento della memoria anche per “prevenire” l’Alzheimer.

    Con le mie amiche gioco ancora a “chi si ricorda” le poesie imparate a scuola. Ci divertiamo e tanto basta (*_))

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