Io non sono una maniaca purista e amo le altre lingue, inglese compreso. Anzi, quasi tutto quello che leggo per lavoro lo leggo in inglese e collaboro con aziende che di termini inglesi devono usarne tanti perché è di questi che il loro mercato è fatto. Quando servono servono, e faccio poche storie.
Quello che mi deprime invece è la sciatteria con cui si usano ora certe parole che l’inglese lo scimmiottano, soprattutto se a farlo sono professionisti della parola come i giornalisti.
Oggi sul sito di Repubblica c’è un articolo sulla mostra Il volto del 900 appena inaugurata al Palazzo Reale di Milano. La giornalista a un certo punto scrive esibizione, e a me sono venuti i brividi. Forse perché aveva già usato sia mostra sia rassegna? Oppure per l’assonanza con esposizione?
Ma esibizione in italiano è ben altra cosa, come ci ricorda lo Zingarelli: un’ostentazione, uno sfoggio, un numero, uno spettacolo.
Una mostra di quadri è una mostra. Una parola breve, chiara e tutta italiana.
Purtroppo la parola esibizione potrebbe essere un lapsus. Troppo spesso ci sono esposizioni che sembrano mere esibizioni.
Concordo. Brava Luisa 🙂
Aggiungerei alla riflessione di Luisa l’imbarazzo che si prova quando si sente o legge una parola utilizzata in modo improprio ma non si può evidenziare l’errore, per evitare conflitti o disagi. Mi riferisco all’ambito del mio lavoro, quando per esempio un cliente sfoggia una parola “impegnativa” il cui significato è contrario a quel che intende dire. In questi casi il silenzio è opportuno, anche se sai che quella parola sarà utilizzata in quel modo altre volte ancora. O almeno fino a quando qualcuno avrà l’opportunità di far notare l’errore. Se mai ciò accadesse.
Anch’io trovo molto fastidiose queste interferenze dell’inglese, ancora di più se portano a interpretazioni fuorvianti. Qualche mese fa, ad esempio, un altro importante quotidiano titolava Accesso negato a «The Human Body Exhibition», esibizione sponsorizzata da Comune, Provincia e Regione. Credo che in molti abbiano pensato ad esibizioni spinte di attori nudi, o qualcosa del genere, e quindi vietate ai minori, e invece si trattava di un problema di accesso a una mostra per passeggini e carrozzine.